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Autobrennero: quando la smetteremo di farci male da soli?

La lettera inviata dalla consigliera comunale Giovanna Giugni alla Commissione Europea per chiedere che non si eviti la gara d'appalto della concessione dell'A22

Non cesseremo mai di stupirci, ma forse è giunto il momento di cambiare rotta.
Nel mese di settembre 2013 la consigliera comunale di Trento Giovanna Giugni aveva mandato una missiva alla Commissione Europea per chiedere – tra le altre cose – che Bruxelles intervenisse per impedire che la società Autostrada del Brennero diventasse una «In house» e che la gara d’appalto per il rinnovo della concessione avesse effettivamente luogo «a tutto beneficio dei consumatori».
 
Nel successivo mese di novembre la Commissione Europea ha risposto alla signora Giugni per assicurare che la Direzione Concorrenza dell’Unione Europea Commissione si adopererà per assicurare il rispetto delle norme volte a garantire la libera concorrenza.
Nel caso di specie, si legge nella lettera di risposta, non si riscontrano adusi di posizione dominante o accordi volti a ledere la concorrenza.
La pratica è stata chiusa a suo tempo, ma Bruxelles ha comunque assicurato che continua a vigilare affinché le autorità italiane rispettino le direttive europee.
La signora Giugni ci ha inviatro oggi il PDF della lettera di risposta da parte della CE, che possiamo vedere di seguito in copia.
 
Nulla da dire sulla moralità della signora Giugni, che tanto si adopera per garantire che venga rispettata la legalità.
Ci pare doveroso tuttavia osservare come in un momento come questo, dove il Trentino e l’Alto Adige sono oggetto di insane attenzioni, sarebbe bene forse remare tutti dalla stessa parte.
Difficile pensare che una gara d’appalto possa effettivamente portare benefici ai consumatori, dato che comunque i pedaggi resterebbero quantomeno gli stessi.
Per contro, una concessione data a soggetti diversi dai territori che la attraversano certamente non sarebbe garanzia per il nostro ambiente.
Infine, la redditività dell’Autobrennero ricade in gran parte a beneficio della nostra gente. Per quale motivo si dovrebbe desiderare che tutto questo cambi a svantaggio del Trentino Alto Adige? 

G. de Mozzi
 
 

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