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Elezioni provinciali, intervista alla candidata Carmen Martini

«Il Movimento 5 Stelle lotta per il benessere di tutti i Trentini in totale trasparenza e legalità che purtroppo mancano nella nostra Provincia»

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Intervista a Carmen Martini, candidata per il Movimento 5 Stelle, originaria di Revò, Val di Non, ma da oltre 20 anni residente a Trento.

Gentile signora, anzitutto le chiediamo che cosa ha fatto negli ultimi cinque anni.
«Da quando mi sono diplomata in ragioneria, 36 anni fa, sono dipendente della Pubblica Amministrazione con la qualifica di collaboratore amministrativo e contabile.
«Ho lavorato per il Comune di Revò, il Museo Castello del Buonconsiglio e la Provincia autonoma di Trento, per gli incentivi alle imprese e attualmente fondi europei. Sono anche revisore dei conti delle Istituzioni scolastiche.
«Orgogliosa di essere mamma e nonna, dall’ottobre 2017 al gennaio 2018 è Organizer del Meetup Trentino Cinque Stelle. Mi sono candidata alla Camera nel collegio uninominale di Trento alle elezioni politiche del 4 marzo 2018.
«Ora candido da Consigliere alle elezioni provinciali del Trentino del 21 ottobre 2018.»
 
Perché candida per il M5S?
«Sono sempre più convinta che il Movimento 5 Stella sia l’unica realtà in grado di risanare l’imbarazzante situazione politica provinciale attuale.
«Solo una Provincia autonoma di Trento a 5 Stelle sarà credibile, competente, trasparente e legale, in grado di migliorare la vita della popolazione attraverso il programma di governo condiviso con i cittadini.
«Il mio impegno è quello di mettere a disposizione del Movimento la mia esperienza acquisita durante il lavoro nella pubblica amministrazione, di proseguire con la determinazione, l’onestà, la passione e l’entusiasmo che mi contraddistinguono.
«Sottolineo la mia vicinanza ai cittadini che sono la vera forza vincente del M5S.»
 
Signora Martini, lei ha definito «imbarazzante» la situazione politica provinciale attuale. È un’affermazione piuttosto dura per una persona che conosce la Pubblica Amministrazione da tanto tempo. Potrebbe scendere nei dettagli? Cos’è che imbarazza?
«Prima di tutto l’arroganza espressa dalla maggior parte dei nostri rappresentati politici e l’ormai incancrenito sistema clientelare. I politici sono rimasti chiusi nei palazzi di governo occupandosi prevalentemente dei loro interessi e quelli dei loro amici, molto spesso litigando tra di loro mentre la gente chiedeva di essere ascoltata per esporre le proprie difficoltà, la mancanza di sicurezza, di lavoro, dei problemi sanitari ecc. Tutto questo con stipendi onerosi sempre a carico dei cittadini.
«Non esiste la professione del politico perché è umano che quando una persona è da troppo tempo al potere si crede indispensabile, superiore. Per questo noi del M5S seguiamo delle regole che ci impediscono di diventare come i politici tradizionali: massimo due mandati, restituzione di parte dello stipendio, certificato penale pulito, se un candidato è stato eletto per svolgere un incarico non può saltare e candidarsi da un’altra parte, prima deve terminare il mandato affidatogli dai cittadini.»
 
Cosa intende per «programma condiviso dai cittadini»?
«Il contatto personale di ogni attivista del M5S con la gente comune, con i dipendenti pubblici e privati, con gli agricoltori, con tutti i rappresentanti delle categorie economiche, ecc, ha permesso di raccogliere spunti e idee che sono state poi elaborate da diverse persone competenti per materia, sotto la guida del nostro super Candidato Presidente Filippo Degasperi. Abbiamo così prodotto il nostro programma di governo a 5 stelle dei cittadini e per tutti i cittadini.»
 
Come pensa di realizzare questa condivisione con gli elettori trentini?
«Come specificato sopra, il nostro programma raccoglie le proposte e le vere esigenze della gente. Non sono promesse elettorali che come sempre rimangono chiuse nel cassetto dei politici di turno, ma progetti realizzabili nel corso della legislatura che portano al vero miglioramento della vita di tutti i cittadini, al benessere delle persone, a uno sviluppo economico che coinvolga tutti, a un degno lavoro, alla sicurezza, alla salvaguardia dell’ambiente, della natura e degli animali.
«Mi piace ricordare che prima di tutto siamo persone che abbiamo bisogno di respirare un’aria salubre, mangiare prodotti genuini e vivere una vita il più possibile serena.»
 
Cos’è che condivide della politica provinciale degli ultimi anni?
«Vista la mia esperienza lavorativa presso la pubblica amministrazione posso affermare che governare è difficile e che è più facile criticare.
«Sicuramente la crisi economica ha creato delle difficoltà anche allo sviluppo della nostra provincia, tuttavia questo non giustifica alcune scelte politiche e amministrative, non proprio trasparenti e corrette, adottate dalla governante provinciale: appalto fallimentare del Not, la sanità gestita dalla politica, legge sui vitalizi, concorsi farsa, sicurezza, gestione scuole, ecc.»
 
Cos’è che ritiene sbagliato e quindi da cambiare nella Provincia autonoma di Trento?
«Ad oggi gran parte del sistema provinciale, compreso il sistema sanitario, è inquinato non tanto da singole persone ma da un apparato amministrativo e politico alterato, obsoleto, fallimentare, sordo nel senso che non vuole ascoltare le proposte migliorative e innovative di tante persone competenti.
«Si respira tanta delusione e sfiducia nei corridoi provinciali. Per poter arrivare ad una Provincia autonoma di Trento a 5 Stelle si deve ottimizzare la struttura amministrativa provinciale attraverso la valorizzazione, la razionalizzazione e riorganizzazione delle risorse umane, in questo modo si possono programmare interventi che mirino al benessere di tutta la popolazione, non per favorire solo gli amici degli amici.
«È anche da sottolineare che non è stata considerata l’importanza della difesa delle caratteristiche ambientali e culturali del territorio. Noi proponiamo una difesa integrata, per aumentare da un lato la qualità della vita del cittadino, preservarla e migliorarla, e dall’altra parte aumentare l’attrattività del territorio»
 
Lei è contraria o favorevole alla terza lingua nelle scuole dell’obbligo?
«Il programma CLIL acronimo di Content and Language Integrated learning, cioè, letteralmente, apprendimento integrato di lingua e contenuto, consiste in un approccio metodologico nel quale la disciplina, o parte di essa, viene insegnata in lingua straniera al duplice scopo di apprendere il contenuto disciplinare e, contemporaneamente, la lingua straniera.
«Non voglio addentrarmi nei vantaggi o svantaggi che questa metodologia didattica ha comportato sullo stato di apprendimento degli studenti trentini in rapporto agli enormi investimenti finanziari a sostegno del progetto, le numerose criticità evidenziate dagli addetti ai lavori non depongono certo a favore.
«Preferirei invece spostare l’attenzione al cuore del problema, il continuo smantellamento del pensiero critico, che trova nella scuola di oggi terreno fertile sul quale fiorire. Lo studente di oggi viene valutato e apprezzato solo in proporzione alla quantità di informazioni che riesce a registrare, contraddicendo la natura stessa del verbo educare (nella sua origine latina educare non significa appunto mettere dentro ma piuttosto tirare fuori.
«Una società formativa che plasma i propri giovani a rimanere passivi difronte all’evoluzione di un capitalismo parassitario e rapinatore, frutto del transito dalla società industriale a quella finanziaria. Non più il lavoro, ma la rendita torna essere il fulcro del modo della produzione. È mia convinzione che si è smesso di produrre pensiero in questo paese da ormai svariati decenni e una forte responsabilità si deve addossare al sistema scolastico italiano. Abbiamo riempito la scuola di progetti fini a se stessi, un tempo esisteva la programmazione educativa ora si stilano schede di progetti con una miriade di obiettivi e finalità da far girare la testa.
«Fra neppure un ventennio, metà dei lavori per i quali oggi investiamo in termini formativi andranno a sparire, sostituiti dalla presenza della robotica e dall’imperante tecnologia. Eppure sono qui ora a rispondere alla domanda di un giornalista che mi chiede se sono favorevole o no alla terza lingua nelle scuole, quando con uno smartphone e una app, sono in grado di parlare la maggior parte delle lingue conosciute sul pianeta.
«I traduttori simultanei sono oramai un’attualità, non è il caso di chiederci se sia più importante investire sulla trasmissione di un concetto in una lingua diversa o sulla qualità del concetto che intendiamo trasmettere? Su questo interrogativo mi aspetto nasca il confronto nella società e nella sua rappresentanza politica.»
 
Cosa vorrebbe fare nei primi 100 giorni di legislatura?
«Come detto sopra e essendo dipendente provinciale, ho la giusta consapevolezza che la struttura amministrativa della PAT necessità di una riorganizzazione e valorizzazione del proprio personale dipendente.
«Purtroppo succede spesso che colleghi competenti e lungimiranti non vengano considerati anzi vengono designati ad incarichi secondari.
«A mio parere è fondamentale procedere sempre prima con l’ASCOLTO di tutti, a seguire la valutazione e condivisione e infine la tempestiva decisione, tutto nella massima legalità e trasparenza, nel rispetto delle persone e delle loro professionalità. In pratica la mamma Provincia ha urgente bisogno di un restyling. Solamente dopo questa fase il nuovo governo riuscirà a lavorare serenamente e concretamente per realizzare il giusto rinnovamento.»
 
Lei condivide in pieno l’operato del M5S al Governo di Roma?
«L’unico modo ragionevole per non lasciare l’Italia in un pericoloso stallo, vista la super legge elettorale approvata da tutti i partiti per far fuori il M5S, è stato quello del Contratto di Governo M5S e Lega (ricordiamo che il PD ha sempre snobbato e il M5S considerandoci degli incompetenti ma basta vedere loro i super competenti come hanno ridotto la nostra Italia) Personalmente non amo la Lega e il suo modus operandi ma sa rispettare quanto definito nel contratto.
«Per quanto riguarda i contenuti del contratto, inizialmente ero abbastanza contraria alla flat tax ma attualmente per quello che so, la flat tax che verrà inserita nella prossima manovra finanziaria DEF è molto più equa di quella presentata dalla Lega alle politiche del 4 marzo.
«Confermo la mia fiducia ai nostri rappresentanti a 5 stelle a Roma, in particolare al nostro super ministro Riccardo Fraccaro che stimo molto, perché sono sicura che stanno facendo di tutto, mettendoci anima e corpo, per riorganizzare tutta la struttura ministeriale e quindi per legiferare in modo da mettere al primo posto l’interesse dei cittadini, in particolare i più deboli e bisognosi.»
 
I 5 Stelle vogliono sopprimere l’Ordine dei Giornalisti, togliere i contributi ai giornali e non dare più pubblicità alla carta stampata. Qual è la sua posizione in merito?
«È evidente a tutti che il M5S è sempre stato attaccato. Anche ora che siamo al governo è sempre molto imbarazzante leggere solo articoli che criticano il M5S mai articoli positivi. La stampa locale riporta sempre pagine e pagine sullo squallore delle varie manovre del centrosinistra e del centrodestra e occasionalmente mini articoli del M5S. Non mi risulta che si faccia tanta informazione, io la interpreto triste propaganda.
«Sono favorevole alla legge che verrà presentata dai nostri rappresentanti a Roma che eliminerà i finanziamenti pubblici ai giornali, diretti e indiretti, che obbligherà a indicare nella testata la proprietà dei giornali.
«Io mi chiedo quando potremmo leggere tranquillamente in Trentino i fatti, le informazioni e le inchieste?
«Per quanto riguarda la domanda, sono vent’anni che si dibatte della reale utilità dell’Ordine dei giornalisti e non si riesce a trovare unanime consenso neanche tra chi ne sostiene il ruolo.
«IL M5S a Roma sta incontrando prima i nuovi vertici dell’Ordine dei giornalisti, ascoltarli e accogliere con favore il loro percorso di autoriforma, in attesa di valutare la proposta di abolizione dell’Ordine.
«Noi non siamo nemici dell’informazione, noi ci battiamo per riconoscere loro i compensi degni e dignità alla professione, per la tutela delle fonti e tanto altro.
«Stiamo lavorando per un’informazione libera e condivisa, senza filtri e senza ordini di scuderia che impongono chi può scrivere o fare informazione.»
 
Quali obiettivi si propone per una sua eventuale elezione?
«Il mio impegno politico in particolare è dedicato alla salvaguardia della salute e dell’ambiente. Io credo che sia compito del politico coordinare tutte le associazioni che denunciano il problema pesticidi, gli agricoltori che per loro la coltivazione della terra è vita e fonte di reddito, tutte le categorie economiche (commercianti, artigiani operatori turistici ecc.), gli enti pubblici e i semplici cittadini.
«Per questo ho in programma di intraprendere un progetto ambizioso, condiviso e innovativo al quale collaborino i Centri di Ricerca Fondazione Edmund Mach e l’Istituto di san Michele, per pianificare uno sviluppo economico che tuteli e rispetti l’ambiente e il benessere di tutti i cittadini. Un progetto di questo tipo può essere finanziato con i Fondi Europei e dare grande risalto alla nostra comunità.
«Un mio obiettivo è anche quello rivolto al recupero del patrimonio culturale locale, equilibrare le forze organizzative economiche per far crescere anche le periferie, incentivare la creazione di percorsi integrati fra natura e cultura all’insegna della vacanza attrattiva per i turisti ma anche della partecipazione del cittadino alla propria storia.
«Vorrei ringraziare e confermare la grande stima al nostro candidato Presidente Filippo Degasperi per la sua competenza, onestà e determinazione in quanto libero, del resto come tutti noi candidati a 5 stelle, da sponsorizzazioni di poteri e inciuci di vario tipo.
«Il M5S lotta per il benessere di tutti i Trentini in totale trasparenza e legalità che purtroppo mancano nella nostra Provincia.»
 
Se dovesse coniare uno slogan da inserire nel sottotitolo di questa intervista, cosa le piacerebbe scrivere?
«Un Trentino a 5 stelle per il giusto rinnovamento!»
 
G. de Mozzi

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