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Domenica si vota per l’elezione del Consiglio Provinciale

Favorito alla presidenza è certamente Maurizio Fugatti per via della divisione che ha lacerato il Centrosinistra

Desidero premettere che quanto segue non è frutto di un sondaggio ma una semplice ipotesi di lavoro fatta alla fine della campagna elettorale che abbiamo seguito un po’ come tutti i giornali.
Anzitutto ricordiamo come si aveva votato cinque anni fa cliccando questo link.
Aveva vinto la coalizione di Ugo Rossi con un totale di 144.616 voti.
Al secondo posto si era piazzato Diego Mosna con 47.970 voti, seguito da Maurizio Fugatti con 16.401 voti.
Al quarto posto Filippo Degasperi (14.241), al quinto Giacomo Bezzi (10.631).
 
Oggi la situazione è completamente mutata dopo le elezioni politiche dello scorso 4 marzo, che hanno visto l’esclusione dei partiti di maggioranza e l’exploit della Lega e, in misura minore, del Movimento 5 stelle.
La situazione tuttavia non era disperata per la coalizione uscente con Ugo Rossi alla guida del PATT, del PD e dell’UPT felicemente uniti. Nell’insieme potevano ancora tener testa alla coalizione di Fugatti che, forte del successo nazionale, per le provinciali ha raccolto intorno a sé ben 8 partiti.
Ma la coalizione di Rossi si è spaccata. Il Partito Democratico non ha voluto sostenere di nuovo la candidatura di Rossi presidente e ha deciso di candidare da solo. Una mossa inspiegabile per due motivi.
Il primo è che a sei mesi dalle elezioni non c’era il tempo sufficiente per spiegare agli elettori perché, pur votando come la volta precedente, dovevano cambiare leader.
Il secondo è che il PD sta attraversando una crisi nazionale senza precedenti, con un segretario ancora provvisorio.
 
Ma il PD, forse perché aveva paura di scomparire dalla scena trentina, ha deciso di candidare alla presidenza senza passare dalle primarie e ha chiesto agli altri partiti (compreso il PATT) di seguirlo.
Di fronte a questa situazione, che vedeva spianare la strada alla Lega, Paolo Ghezzi è sceso in campo formando una sua lista di sinistra, denominata «Futura». Ghezzi era riuscito a raccogliere attorno a sé un buon numero di sostenitori, ma non ancora abbastanza per contrastare il Centrodestra. Dovendo trovare un accordo con il PD, che nel frattempo aveva individuato Tonini come leader, Ghezzi ha accettato di fare il supporter.
Anche l’UPT ha poi deciso di abbandonare Rossi e di sostenere il progetto del PD.
Il PATT di Ugo Rossi, che non ha accettato il voltafaccia del PD, si è trovato dunque da solo a candidare per la successione.
Oggi il candidato Paolo Ghezzi ha addirittura accusato Rossi di essere un solipsista, cioè orientato a seguire solo se stesso, come se fosse stato lui a voltare le spalle alla coalizione.
 
La situazione rimane dunque a netto vantaggio della Lega che, non lacerata dalle divisioni come il Centrosinistra, ha i numeri per conquistare la poltrona di Piazza Dante.
Anche il Centrodestra peraltro ha avuto le sue modifiche sostanziali. Molti candidati dell’allora Casa delle Libertà, infatti, sono passati a Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Questo perché l’andamento nazionale ha suggerito a militanti anche storici di cambiare bandiera. Questa è la politica.
Oggi è venuto Berlusconi a sostenere Forza Italia, ma è inutile negare che sia venuto troppo tardi. Doveva farlo prima che venissero depositate le liste dei candidati.
Anche i leader Nazionali che sono venuti a sostenere la candidatura di Maurizio Fugatti non lo hanno aiutato molto perché hanno dato l’impressione che la presidenza della Lega avrebbe potuto essere psicologicamente subordinata a leader di altre regioni.
 
Un discorso a sé lo ha fatto il Movimento 5 Stelle. Candidano il proprio leader alla presidenza, Filippo Degasperi, ben sapendo che anche loro da soli non hanno chance. Ma, come stiamo vedendo nei rapporti di governo, un raccordo tra Lega e 5 Stelle a livello locale era difficile.
In politica tutto è possibile, ma con ogni probabilità il prossimo presidente sarà Maurizio Fugatti. A puro titolo accademico sarà interessante vedere come si piazzeranno dietro di lui Rossi, Tonimi e Degasperi.

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