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Prescrizione, alta tensione tra i partiti di governo

Ma non ci sarà crisi perché se si andasse al voto oggi la maggioranza ne uscirebbe massacrata

Tra Renzi e gli altri partiti che sostengono il governo si sta alzando la tensione.
Il tema del contendere è ancora la prescrizione, ma in realtà non c’è nulla che vada bene. D’altronde, sono troppo diverse le anime che compongono questa coalizione impossibile.
Prima di mettere mano alla prescrizione c’è sicuramente da riformare un po’ tutta la Giustizia, perché sono i processi a dover essere velocizzati. E per farlo ci vuole gente preparata.
E in questa legislatura, lasciatecelo dire, di persone capaci non ne vediamo molte. L’ultimo esempio è dato dalla norma «Spazzacorrotti», che per certi aspetti è stata dichiarata grossolanamente incostituzionale.
I pentastellati che l’hanno voluta e fatta approvare avevano inserito l’applicazione retroattiva della norma.
Come si sa, una norma penale non può avere valore retroattivo perché nessuno può essere condannato per un reato commesso quando non era considerato tale. Eppure era stata inserita la retroattività.
 
E così abbiamo dovuto scomodare la Corte Costituzionale perché venisse abrogata. E guarda caso, tra i condannati che vengono rimessi in libertà troviamo Formigoni. Scontava la pena ai domiciliari. La procura voleva riportarlo in cella e invece adesso dovrà essere rimesso in libertà.
Da notare che i TG non hanno dato la notizia di questo clamoroso buco nell’acqua. Quando si è trattato di sputtanare Formigoni non si erano fatti problemi, oggi che Formigoni torna in libertà si fanno ancora meno problemi e stanno zitti.
Anche questo è solo un esempio, sia ben chiaro. Ma si sta assistendo al crollo di tutto quello che i grillini avevano fatto. Di conseguenza dovrebbe crollare anche il governo.
Conte oggi ha telefonato al Quirinale per aggiornare ufficialmente il Presidente della Repubblica sullo stato di fibrillazione della maggioranza. E il Colle avrebbe risposto che in caso di crisi si andrà a votare solo in autunno.
Probabilmente il Presidente della Repubblica sa che i litiganti alla fine troveranno la quadra perché ne uscirebbero massacrati se si andasse a votare oggi.
Ma intanto si perde tempo e il Paese resta al palo.

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