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FemtoRays e Trentino sviluppo firmano il «matching fund»

La società di sistema della Provincia di Trento entra in equity nella startup innovativa. I fondi sosterranno lo sviluppo di un dispositivo innovativo per la diagnosi in vitro

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FemtoRays, startup innovativa insediata in Polo Meccatronica a Rovereto, ha un nuovo socio: Trentino Sviluppo, con un finanziamento di 200 mila euro, ha investito nell’iniziativa imprenditoriale a conclusione dell’iter di «matching fund» conseguente al bando emesso nel 2019.
Lo strumento a supporto della finanza d’impresa prevedeva infatti la possibilità, da parte della società di sistema della Provincia autonoma di Trento, di un sostegno in equity ad alcune startup innovative del territorio che andasse a sommarsi ad un investimento di pari o superiore importo messo a disposizione da un investitore privato.
«È per noi molto interessante - commenta Carlo Guardiani, amministratore delegato di FTH srl (FemtoRays) - far entrare nel capitale della società un soggetto istituzionale come Trentino Sviluppo. Gli aumenti di capitale fatti in un momento delicato come quello dell’early stage ci permettono di velocizzare le nostre attività di ricerca e giungere in tempi molto più rapidi ad un prototipo industrializzabile.»
 
«Matching Fund – sottolinea Paolo Pretti, direttore operativo di Trentino Sviluppo - è uno strumento che si inserisce in un percorso di sostegno all’innovazione e alla crescita dell’imprenditorialità e che ha lo scopo di far nascere le imprese e accompagnarle sul mercato. L’ambizione è quella di attrarre capitali sul territorio per finanziare dei progetti strategici. Trentino Sviluppo lo ha fatto in questo caso affiancandosi all’investitore privato e massimizzando così la portata del suo intervento.»
L’aumento di capitale di 500 mila euro - 200 mila euro da Trentino Sviluppo e 300 mila euro da un investitore privato - servirà a FemtoRays per portare sul mercato un rivoluzionario strumento per la diagnosi in vitro, capace di individuare la presenza di piccolissime concentrazioni di una molecola target (ad esempio virus o bio-marker tumorali) in minime quantità di fluidi biologici (saliva, urina, sangue) molto rapidamente e senza richiedere la presenza di un operatore specializzato.
 
La tecnologia, che l’azienda sta sviluppando in collaborazione con la Fondazione Bruno Kessler, è basata su di una tecnologia che fa passare la luce di un laser in un microchip al silicio ed analizza il minuscolo cambiamento del «colore» della luce che si verifica quando la particella target si deposita sulla superficie del chip.

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