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Oriente Occidente, Zerogrammi danza «I Poveri» di Brandão

Inaugurato stamattina tra gli applausi il lavoro di Michela Lucenti e Balletto Civile con la comunità

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Nella Sala Kennedy dell’Urban Center, alla presenza dell’assessora alla cultura della città Micol Cossali, della coreografa Michela Lucenti, autrice del progetto, e del direttore artistico di Oriente Occidente Lanfranco Cis, è stato tagliato stamattina il nastro dell’installazione 20 Di/Versi. Madrigali contemporanei, che vede per protagonisti 20 tra cittadini e cittadine di Rovereto. La creazione, firmata da Michela Lucenti e Balletto Civile, è una produzione del Festival realizzata grazie al Comune di Rovereto.
Persone diverse, tra i 12 e i 70 anni hanno condiviso le loro biografie, lasciando che l’autrice e la compagnia le trasformassero in madrigali, creando per ognuno dei partecipanti una performance. I lavori hanno coinvolto i partecipanti ma anche il loro stretto giro di familiari, amici e conoscenti: in questo modo, a partire da narrazioni singole, si racconta una comunità.
 
A sostenere con forza in progetto l’amministrazione comunale della città di Rovereto. Oggi al debutto del lavoro era presente l’assessora alla cultura Micol Cossali: «La vita di ciascuno è importante e ogni persona contribuisce con il suo esserci a costruire il mondo in cui viviamo e a prefigurare quello di domani. 20 di/versi ci racconta questo: grazie al progetto di Michela Lucenti e alle voci dei protagonisti, entriamo in contatto con la vita pulsante della città, in una performance artistica unica. L’arte diventa dunque strumento di impegno civile, mettendo in luce il ruolo fondamentale che tutte noi, le cosiddette “persone comuni”, svolgiamo all’interno della nostra comunità, con le nostre azioni, con la nostra rete di relazioni, con l’essere protagoniste della propria esistenza. Il madrigale di ciascuno diventa così sinfonia d’insieme di una collettività vissuta e immaginata. Il ringraziamento dell’amministrazione comunale va dunque a Michela Lucenti e Oriente Occidente per questa opportunità data al nostro territorio di rispecchiarsi in modo originale e creativo in un’opera che diventa occasione di nuove domande e riflessioni. Grazie anche a tutte le persone che hanno accettato di mettersi in gioco, dando voce e corpo a questo progetto così speciale.»
 

 
L’installazione sarà visitabile ogni giorno fino all’11 settembre tra le 10 e le 14 e tra le 16 e le 20. I performer saranno presenti con i loro lavori ogni giorno alle ore 11 e alle ore 17.
Alle 19 al Giardino delle Sculture del Mart, torna a Oriente Occidente la compagnia torinese Zerogrammi con Elegìa delle cose perdute, tappa «dal vivo» del più ampio progetto che include anche il film I poveri in programma al Festival.
Anche lo spettacolo è ispirato all’aspro e doloroso romanzo dello scrittore portoghese Raul Brandão, popolato di persone abbandonate nell’indigenza, attanagliate da domande esistenziali insolute: il progetto di Stefano Mazzotta e della sua troupe indaga così il tema dell’esilio, della condizione di chi si sente estraneo al mondo in cui vive, sospeso tra speranza e nostalgia.
 
Il lavoro è nato da una residenza degli interpreti nel borgo di Settimo S. Pietro, in provincia di Cagliari, dove la compagnia ha creato lasciandosi suggestionare dai paesaggi più struggenti della Sardegna meno frequentata. Vuoto, vertigine, orizzonte. Cose perdute o mai state.
Una tensione che arriva dal moltiplicarsi di vettori e direzioni, abbandoni, sospensioni sul Valzer triste di Dimitri Shostakovich.
Per la serata il programma di Oriente Occidente propone la seconda replica di Diptiych della compagnia belga Peeping Tom. Come per oggi, anche domani sera, lo spettacolo è sold out.

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