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Che festa a Rovereto per il rivano Renato Dionisi

Cinquant’anni fa stabilì il primato italiano di salto con l’asta, saltando metri 5,45 quando l’asta era ancora rigida

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Il 25 giugno del 1972 Renato Dionisi stabilì il primato italiano del salto con l’asta, saltando 5,45 a Rovereto. Ieri, cinquant’anni e pochi giorni dopo, l’Us Quercia Trentinrgana ha voluto celebrare il mezzo secolo di storia con una premiazione speciale, in apertura del terzo e conclusivo atto della kermesse Speed King Trentino.
E come vuole la tradizione, l’istrionico Renato è stato un fiume di ricordi e di aneddoti.
In tanti hanno voluto salutare il grande Renato.
Dal sindaco e assessore allo sport della sua Arco (Alessandro Betta e Dario Ioppi), alla presidentessa del Coni Trentino Paola Mora, dalla rappresentanza del Comitato FIDAL Trentino (Eleonora Berlanda, Angela Barbacovi e Piero Cavagna) fino all’ex sindaco di Riva del Garda Bruno Santi che nel cuore degli anni ’70 da dirigente della Benacense aveva agevolato il più possibile l’attività dello stesso Dionisi.
Il tutto con il presidente dell'Us Quercia Trentingrana Carlo Giordani gran orchestratore.
 
«E dire che non dovevo neanche gareggiare quel giorno. Ero a Formia per allenamento e per tenere a bada i tendini che iniziavano a dare fastidio, ma il compianto Renzo Azzolini mi ha chiamato insistendo perché gareggiassi a Rovereto. Non avevo mai mancato nessuna edizione del Palio ed allora ho deciso di tornare in Trentino.»
«Un tempo le gare erano organizzate quasi come un porta a porta, non c’erano manager o procuratori.
«Mi ritrovai in pedana con una tribuna gremita di gente, mai vista una cosa del genere a Rovereto: alla misura di apertura, 5,25, ho fatto due errori ed il pubblico già mugugnava.
«Poi il 5,45 alla prima ha esaltato tutti, me incluso: sono salito di altri 11 centimetri, per tentare il record del mondo.
«Ed il secondo tentativo era stato pressoché perfetto, ero già sui materassi e l’asticella era ancora sui ritti. Poi ha deciso di cadere: l’atletica è questa, un niente cambia tutto.»

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