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Al 42° Oriente Occidente 2022

Il dramma dei migranti nel Mediterraneo sui palchi del Festival

Si è conclusa con un lungo applauso ai nove talentuosi danzatori coreografati da Koen Augustijnen e Rosalba Torres Guerrero in Lamenta la seconda serata del Festival Oriente Occidente, che prosegue oggi con appuntamenti di danza e approfondimento, mentre Roberto Zappalà con il suo Naufragio con spettatore è il protagonista di domani all’Auditorium Melotti alle 20.30.
Sempre domani, in seconda serata, nell’autorimessa del Mart Pietro Marullo con Arance / avoid shooting blacks, alle 18 invece, sempre al Mart, l’ultimo atto di Metamorphosis. Atti di metamorfosi contemporanea di Carlo Massari.
 

 
 Domenica 4 settembre  
La musica di Xanthoula Dakovanou e la danza corale di Koen Augustijnen e Rosalba Torres Guerrero hanno incantato per settanta minuti il pubblico in un vortice di forme circolari di ispirazione popolare, battiti di mani e percussioni sui corpi, nella messa in scena di un approfondito studio antropologico sui canti di addio dell’Epiro, regione della Grecia nord-occidentale.
La replica dello spettacolo di Colokolo, Chouf le ciel ha riscosso grande successo e partecipazione con la piazza Caduti sul lavoro gremita di adulti e bambini incantati dalle evoluzioni del gruppo circense.
 
 Lunedì 5 settembre  
Il calendario di oggi, lunedì 5 settembre, vede alle 17 l’evento speciale ideato da Alessandro Garofalo: Inaspettate connessioni, alle 18 la compagnia IVONA con la versione site-specific di Manbushona e a seguire Carlo Massari nella seconda sessione di «Metamorphosis. Atti di metamorfosi contemporanea».
Alle 20.30 il Teatro Zandonai accoglierà la compagnia Massala con Oüm, ultimo lavoro del giovane coreografo rivelazione francese Fouad Boussouf, un’indagine tra i riferimenti culturali delle sue origini nordafricane.
 
 Martedì 6 settembre  
La giornata di domani si apre nella sala conferenze del Mart con l’appuntamento alle 17 della sezione Linguaggi, «La geopoetica del mondo arabo», in cui Christian Elia, Laila Sit Aboha e Silvia Moresi condurranno il pubblico alla scoperta profonda della cultura legata al mondo arabo con l’intento di decostruire l’immaginario popolare stereotipato legato a questi popoli.
Alle 18, Carlo Massari si esibirà nel terzo studio del suo progetto «Metamorphosis, Atti di metamorfosi contemporanea», nel quale si confronta – attraverso i toni graffianti e sarcastici del suo teatrodanza – con il tema dell’evoluzione degli esseri umani in esseri cinici, consumisti e iperconnessi, alla costante ricerca di una bellezza patinata che non sappiamo più in quali canoni e forme ricercare.
In particolare in Sapiens, in programma proprio domani, Massari – solo in scena – indossa una felpa da rapper con stampe di tagli di carne bovina mandando un monito al consumo smodato di carne, che nel proliferare degli allevamenti intensivi incrina non solo il rapporto uomo-animale ma l’intero ecosistema provocando grande dispendio idrico e notevoli emissioni di gas serra.
 
Alle 20.30 in scena invece Naufragio con spettatore, un lavoro firmato da Roberto Zappalà, uno dei coreografi più importanti in Italia che arriva a Rovereto con la ripresa di un lavoro del 2011 sull’indifferenza delle persone di fronte alle stragi del Mediterraneo.
Roberto Zappalà mette in scena un duetto che bene racconta il viaggio dei migranti, i naufragi dei barconi, la forza con cui si rimane aggrappati alla vita e provocatoriamente mette in discussione tutti noi, spettatori inermi e a volte indifferenti di queste vicende che accadono a pochi chilometri dalle nostre coste.
«Non avrei immaginato che questo lavoro sarebbe rimasto attuale così a lungo» - commenta il coreografo siciliano - «invece ancora oggi, purtroppo, parla al presente.»
Due danzatori in scena, la musica dal vivo dei Preludi di Bach interpretata dal pianoforte di Luca Ballerini, la voce di Marianna Cappellani, soprano, che intona l’Ave Maria di Charles Gounod costruiscono uno struggente racconto molto attuale che, come suggerisce il titolo preso in prestito dal saggio di Hans Blumenberg, non assolve nessuno.
Il viaggio, la fame, la sete, la possibilità della morte si intrecciano a vite destinate a continuare nell’ombra, a confusioni identitarie, a un’accoglienza mai davvero accogliente.
 
In seconda serata, per il ciclo «Tracciare nuove rotte», in scena nell’autorimessa del Mart (piano -2) Pietro Marullo con «Arance / avoid shooting blacks», performance allestita in versione site specific: cinque interpreti attraversano una narrazione non lineare fatta di immagini che si imprimono nella mente dello spettatore con una portata allegorica e metaforica.
Avvolto dal suono, lo spettatore si trova di fronte a una sorta di favela alle porte d’Europa dove il pensiero dei migranti che la abitano è accolto da singole parole proiettate sul fondale.
Nella plasticità dell’insieme, nella poesia scaturita dagli oggetti e dai corpi, si colgono le dinamiche negate di rispetto e umanità tra due continenti storicamente legati e affacciati sullo stesso mare: Europa e Africa.

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