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Manifattura: Union Batch studia mescole hi-tech per calzature

Il laboratorio, nato dall’impegno congiunto di un’impresa veneta e di una marchigiana, sta studiando e sviluppando polimeri innovativi

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Union Batch è nata dall’impegno congiunto degli imprenditori Eleonora Pietrella e Franco Crespin che, rispettivamente nelle Marche e nel trevigiano, lavorano da anni nel settore dei polimeri termoplastici con grande esperienza in particolare nel settore calzaturiero. In Progetto Manifattura a Rovereto, l’hub green di Trentino Sviluppo, hanno aperto un laboratorio in grado di analizzare e caratterizzazione questi polimeri e di sviluppare nuovi materiali utilizzando la nanotecnologia. Un progetto innovativo ma al contempo fortemente ancorato alla tradizione. Il masterbatch, cioè la mescola realizzata, seppur altamente performante, può infatti essere lavorata con i tradizionali sistemi produttivi.
Eleonora Pietrella arriva dalle Marche. Franco Crespin da Montebelluna, nel trevigiano. Entrambi lavorano in un settore produttivo tipico di quei territori: quello calzaturiero. Un’eccellenza made in Italy che, per restare competitiva in un mercato globalizzato, deve continuamente investire sull’innovazione e sulla qualità.
 
L’esperienza, l’affinità al territorio e le richieste del mercato hanno condotto Union Batch a studi e successive realizzazioni di masterbatch, su base nanocarboniosa, che, additivati in una determinata percentuale alla matrice polimerica utilizzata, migliora le caratteristiche fisico-meccaniche del materiale. I polimeri oggetto di studio trovano applicazione principalmente nel settore della calzatura, ma guardano anche ad altri campi come quello dell’automotive, dei cavi elettrici e delle batterie.
«Grazie all’uso dei nanomateriali, quali grafene, fullerene e nanotubi di carbonio, – spiega Franco Crespin – andremo a realizzare prodotti maggiormente performanti, soprattutto nel settore calzaturiero, sviluppando materiali per produrre suole con caratteristiche migliori. Per chi acquista calzature tecniche, ma anche da passeggio, ad esempio, la leggerezza è un requisito sempre più importante. Quello che fanno i nostri additivi è garantire che la scarpa mantenga tale leggerezza senza però perdere elasticità, grip, resistenza all’abrasione e comfort».
 

 
Di qui l’inserimento, nel laboratorio al terzo piano dell’Edificio Essiccatoio di Progetto Manifattura, recentemente completamente ristrutturato, della strumentazione per eseguire numerosi test, tra cui quelli di abrasione, trazione e fluidità.
Attualmente alla gestione del laboratorio provvedono i due soci fondatori, ma l’idea è di assumere nel corso del prossimo anno uno o due tecnici, selezionati preferibilmente tra i laureati in Ingegneria dei materiali dell’Università di Trento.
Determinante, nella scelta di insediare la nuova unità di ricerca in Trentino, proprio la presenza di questo percorso di studi, nonché la «predisposizione territoriale, perché qui ci sono molte aziende attive nel campo della calzatura sportiva e tecnica».
Ad oggi, sono varie le imprese con le quali la Union Batch sta collaborando per lo sviluppo di un masterbatch additivo in grado di incontrare le esigenze del mercato nazionale ed estero.
 
Importanti anche le ricadute ambientali della tecnologia: i materiali termoplastici possono essere ri-lavorati svariate volte e la produzione è dunque senza sfrido. Gli scarti derivanti dalla produzione possono essere infatti a loro volta «riutilizzati» in una nuova lavorazione.
«Nella produzione di un polimero – continua Crespin – si può prevedere di inserire fino ad un 30% di sfrido del lotto precedente, consentendo anche di garantire una certificazione al nuovo prodotto ottenuto. Ecco, quindi, che un materiale che in passato veniva considerato scarto, può ritornare a pieno titolo nel ciclo produttivo».
«Fondamentale – commenta Eleonora Pietrella – non è solo innovare, ma anche permettere alle aziende calzaturiere, spesso a conduzione familiare, di non stravolgere i processi produttivi perfezionati negli anni. Per questo l’obiettivo della Union Batch è quello di fornire un prodotto dalle performance incredibili senza necessità di modificare i già ben definiti sistemi di lavorazione delle imprese destinatarie».

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