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Comune di Rovereto e Università di Trento rinnovano il patto

L’Amministrazione comunale intende dedicare ai progetti della convenzione un budget di più di duecentomila euro l’anno

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Sono molte le sfide che vengono dalla delicatezza e dalla complessità del tempo che si sta vivendo. E le istituzioni sono chiamate ad affrontarle ogni giorno per garantire una qualità di vita sostenibile per il più ampio numero di persone. Anche la convenzione tra Comune di Rovereto e Università di Trento, che è stata sottoscritta oggi, va in questa direzione.
Infatti, la finalità dell’accordo quadro, che ha durata di cinque anni a partire dal prossimo gennaio, è consolidare la collaborazione tra il Comune e l’Università per concorrere alla realizzazione di iniziative di reciproco interesse, valorizzare la presenza a Rovereto dell’Università di Trento e la collaborazione interateneo con l’Università di Verona, confermare e potenziare le attività didattiche e di ricerca di UniTrento a Rovereto in termini di risorse e di spazi.
 
Gli ambiti di intervento sono diversi e spaziano dalla didattica alla ricerca a iniziative di divulgazione scientifica a favore della cittadinanza roveretana. Attenzione anche all’orientamento scolastico e universitario e alla formazione insegnanti. Inoltre, s’intende valorizzare la storia di Rovereto e dei suoi personaggi illustri, gli aspetti economici, industriali e sociali e quelli urbanistici, architettonici e turistici per la valorizzazione del territorio, coinvolgendo altre istituzioni culturali, come i musei presenti in città.
Di anno in anno si realizzeranno valutazioni condivise per la programmazione di un piano di iniziative e attività che verranno specificate nei contenuti scientifici, nell’impatto e ricadute sul territorio e nello schema finanziario.
 
Nel triennio appena concluso si sono impegnati nel complesso più di 600mila euro soprattutto a supporto di assegni e collaborazioni di ricerca e per attività di divulgazione rivolte alla cittadinanza, quali conferenze del Centro mente/cervello nell’ambito delle neuroscienze e, in particolare, del declino cognitivo e dell’invecchiamento attivo, incontri del Dipartimento di Psicologia e Scienze cognitive sul tema del benessere mentale e iniziative specifiche a favore di studentesse e studenti delle scuole superiori. Tra le attività realizzate negli ultimi anni, si possono citare poi lo sviluppo a Rovereto della seta biomedicale, gli interventi messi in campo a supporto di studiose e studiosi a rischio nella loro sicurezza e libertà di ricerca/studio, le iniziative del Centro geo-cartografico di studio e documentazione, in collaborazione anche con il Museo storico italiano della guerra, la ricerca nell’ambito della Meccatronica e il progetto a tutto campo dedicato alla figura e alle opere di Antonio Rosmini.
 
Il sindaco Francesco Valduga ha evidenziato l’importanza della presenza dell’Ateneo in città: «Il tempo che abbiamo attraversato ci ha dimostrato quanto siano importanti le competenze. Costruire le competenze dentro i giovani per il futuro, ma potersi anche avvalere delle competenze che già ci sono sul territorio per poter amministrare. Con questa motivazione, con questa forte convinzione e aspirazione ad avere sempre più Università nel territorio, firmiamo un accordo quadro che ci darà nuove prospettive».
 
La vicesindaca e Assessora Giulia Robol ha ribadito quanto sia importante l’investimento economico in formazione per lo sviluppo del territorio: «La scommessa di portare l’Università di Trento nella nostra città, portata avanti da più amministrazioni, viene oggi consolidato con una convenzione che garantisce una continuità in quel percorso di sviluppo che vede Rovereto protagonista nel campo della formazione e della ricerca. All’interno del nostro Bilancio abbiamo stanziato un importo significativo, che si unisce alla disponibilità degli spazi, per iniziative che rappresentano un investimento destinato a portare crescita per la città e per l’Accademia stessa».
 

 
Flavio Deflorian, rettore dell’Università di Trento, ha sottolineato: «L’intesa che oggi rinnoviamo è una risorsa preziosa per la crescita del nostro Ateneo e della città di Rovereto, che è una vera e propria città universitaria. L’accordo, inoltre, conferma l’efficacia della collaborazione esistente tra Ateneo e Comune e attesta la reciproca soddisfazione per i molti risultati ottenuti negli scorsi anni. Sono lieto che le attività previste nella convenzione siano così varie e interdisciplinari. Come Università siamo pronti a una proficua e ampia collaborazione, per raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi e rafforzare la sinergia con il territorio».
 
Diversi i progetti portati avanti attraverso la convenzione nell’ultimo anno. Due quelli portati oggi ad esempio: Arianna Costantini, assegnista del DIPSCO, ha parlato del progetto «Valutazione del benessere lavorativo delle persone che lavorano da remoto». Il team guidato da Lorenzo Avanzi sta portando avanti una ricerca finalizzata a comprendere quali siano gli effetti del remoto, dopo due anni di pandemia che ha costretto all’applicazione del telelavoro categorie professionali prima non abituate a questo tipo di approccio.
 
La ricercatrice Ilaria Corridori ha parlato del progetto «Sviluppo della seta biomedicale» del BIOtech - Dipartimento ingegneria industriale, portato avanti sotto la responsabilità della prof.sa Antonella Motta, volto a produrre in Trentino seta e suoi derivati medical grade al fine di avviare un primo allevamento di bombyx mori, da studiare e progettare con Lagarina Sas e in seguito arrivare all'avviamento di startup per la produzione di seta e semilavorati medical grade e made in Italy. Nel primo anno di ricerca una prima produzione di seta ha già visto la luce. Le possibili applicazioni in questo campo sono molte e i risultati incoraggianti.
 
Oltre a questi, a Rovereto sono finanziati il progetto «Neuroimaging avanzato per studiare l’invecchiamento» del CIMEC volto a valutare dei marcatori innovativi di neuroimaging di risonanza magnetica che possano aiutare a caratterizzare il declino cognitivo soggettivo, aprendo così la strada allo sviluppo di nuovi protocolli diagnostici; «Ecocoltura. Per un’ecologia della cultura» del Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive e Dipartimento di Ingegneria Civile Ambientale e Meccanica che nasce con l’intento di valorizzare il patrimonio materiale e immateriale custodito in archivi, biblioteche, musei trentini; «Imago militaris tridentina: censimento, analisi e valorizzazione della cartografia di origine militare» del Centro Geo-Cartografico volto all’acquisizione, studio, digitalizzazione e valorizzazione di un esteso corpus cartografico ospitato all’interno dell’Archivio del Museo Storico Italiano della Guerra.
 
Inoltre è sostenuto il Progetto di studio e ricerca su Antonio Rosmini in ambito locale, nazionale, europeo e internazionale, del Centro di Studi e Ricerche Antonio Rosmini.
Infine è all’ultimo anno il progetto del CERIN, in collaborazione anche con l’APSS, nell’ambito delle Neuroscienze su riabilitazione dell’emianopsia e dell’eminegligenza spaziale.

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