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«Noi siamo Melissa e tutte le vittime di mafia e violenza»

Sono stati più di 1.500 gli studenti che hanno sfilato per la legalità a Rovereto

Erano più di millecinquecento gli studenti che stamani a Rovereto hanno marciato per la legalità alla luce degli ultimi drammatici avvenimenti che hanno colpito l'Istituto Morvillo-Falcone di Brindisi e in concomitanza con la ricorrenza del ventesimo anniversario della strage di Capaci.
Una marcia nata dagli Istituti scolastici della città e organizzata e patrocinata dalla Comunità della Vallagarina che ha visto la presenza del presidente di Comunità con tutto il suo esecutivo, di alcuni sindaci che indossavano la bandiera tricolore (Rovereto, Mori, Isera, Nomi), di presidi, insegnanti, forze dell’ordine e cittadini.
 
Il corteo si è snodato lungo le vie della città sino alla Campana dei Caduti dove i ragazzi sono stati accolti dal Reggente della Fondazione Alberto Robol che ha portato il suo saluto e ricordato il valore della Campana simbolo di pace per la nostra terra e oltre.
«Siamo qui oggi per sostenere il diritto della pace e della legalità nella nostra vita. Perché in questo nostro tempo può capitare che una giovane studentessa di appena 16 anni venga uccisa sulla soglia della sua scuola senza un perché. Noi siamo qui per lei e per tutti quelli che sono vittime della violenza», ha esordito con queste parole Patrizia Belli responsabile della comunicazione della Comunità della Vallagarina nell’aprire l’incontro.
 
E nel ricordare le parole scritte dai compagni di Melissa.
«Hanno spezzato i suoi sogni ma non spezzeranno mai i nostri. I sogni di Melissa diventeranno anche nostri», ha invitato i giovani a reinventare la speranza e a non dimenticare.
 
Il Presidente dell’Associazione nazionale dei magistrati del Trentino Alto Adige: Pasquale Profiti ha ricordato la storia di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, il loro essere eroi.
«Gli eroi – ha detto – a differenza degli altri,  non muoiono mai, vivono non solo nel ricordo delle loro imprese, ma soprattutto nella storia che tracciano per i posteri.»
 
Il loro operato non si fermò e divenne forse per la prima volta una battaglia corale.
Profiti ha poi raccontato di un messaggio dal quale non si separa mai.
Poche righe e una foto di Falcone sorridente provenienti da una amica dei magistrati uccisi che in un incontro con Borsellino gli disse «Vattene Paolo, salvati almeno tu, lascia questa terra che non vi merita».
 
La foto – ha detto Profiti – mostra Falcone sorridente mentre apre una finestra.
«Va interpretata come una metafora, l’apertura di una finestra di speranza sul mondo».
 
Prima del suono della Campana i giovani studenti della Vallagarina a turno hanno letto 3 nomi di vittime della mafia e della violenza.
Un elenco lunghissimo, quasi 450 nomi. Tra loro magistrati, avvocati, forze dell’ordine, giornalisti, imprenditori, sindacalisti, sacerdoti, gente comune….
E gli ultimi due nomi letti sono stati quelli di Giovanni Falcone e Melissa Bassi.
Sono stai pronunciati in un silenzio commosso e partecipe chiuso dai 100 rintocchi della Campana della pace.

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