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I Liceali volano negli Usa per la First Lego League

E’ partita per gli Stati Uniti la squadra del Liceo Rosmini che ha vinto la First Lego League

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Rappresenterà l’Italia alle finali mondiale del campionato di Saint Louis che mette alla prova i ragazzi nella costruzione di robot con i mattoncini colorati Lego.
Nelle gare nazionali di Rovereto il Liceo aveva conquistato la medaglia d’oro e pure quella d’argento con due team formati da ragazzi delle classi seconde del liceo delle scienze applicate, la 2AM e la 2BM.
«Abbiamo costruito con i lego un robot e programmarlo per svolgere compiti - spiega Stefan, uno degli studenti impegnati nel progetto - con il piccolo robot abbiamo fatto tre gare, davanti a una giuria. Ma non c’è stato solo questo abbiamo dovuto creare un progetto scientifico.»
 
Non è mancata la suspense tra il pubblico che ha affollato il palazzetto nella giornata delle finali, nel seguire questi macchinari superare ostacoli e rispettare le consegne, in base alla programmazione fatta dagli stessi ragazzi.
Il tema di quest’anno era «come reagire a una catastrofe naturale».
 
«Noi - spiega Fatima del team A che ha conquistato il primo gradino del podio - abbiamo simulato un terremoto con cedimenti strutturali e vittime. Abbiamo studiato i dati a nostra disposizione e siamo arrivati alla conclusione che ogni persona, in zone a alto rischio sismico, dovrebbe indossare un braccialetto che permetta l’individuazione sotto le macerie in caso di terremoto».
Per svolgere questo compito è stato realizzato un robottino esile e leggero, in grado di superare gli ostacoli.
 
Il team B, che invece è arrivato secondo, si è concentrato sulle valanghe.
«Abbiamo progettato un corso di prevenzione con tanto di simulatore: un modellino che fa in modo che lo sciatore, grazie a un proiettore, possa prepararsi a fare fronte alla massa di neve che scende dalla montagna» spiegano gli studenti.
 
Il robot creato dai ragazzi, in questo caso, ha 4 motori, due per il movimento e due per compiere le azioni.
Al corpo del robottino si possono aggiungere braccia e oggetti e ha due tipi di ruote per evitare gli slittamenti.
Mentre il team A a Saint Louis, negli Stati Uniti, si batterà nelle finali mondiali, il team B gareggerà alle finali europee previste a fine maggio a Pamplona in Spagna.
 
 
Ad accompagnarli assieme al tecnico Giorgio Zomer ci sarà il professore Tiziano Cescatti che li ha seguiti nel percorso.
«E’ un progetto d’eccellenza – sottolinea il professore –che implica la condivisione di saperi diversi, come l’informatica e la fisica, ma richiede anche lavoro di gruppo e spirito di squadra. Inoltre lo spirito lanciato dagli organizzatori della First Lego League è quello della competizione collaborata che vede prima di tutto il rispetto e la correttezza verso gli avversari».
 
Un’iniziativa impegnativa per i giovani che hanno lavorato al di fuori delle ore di lezione.
«Ci siamo trovati il pomeriggio anche due o tre volte a settimana, per anche tre ore – spiegano Serena e Anna – ma la gioia e la soddisfazione sono tante».
 
«Soddisfazione che è di tutta la scuola» ha spiegato il dirigete Francesco De Pascale che non ha dimenticato di ringraziare chi ha sostenuto il progetto, genitori compresi.
«Non possiamo che fare i complimenti ai ragazzi delle due squadre che si sono fatti onore. La First Lego League – ha detto Franco Finotti, direttore del Museo Civico che ha portato la manifestazione ha Rovereto – non è tanto una competizione, ma un momento formativo che da l’opportunità ai ragazzi di mettere in pratica le proprie idee.»
 
«Rovereto ha una grande tradizione manifatturiera e questi ragazzi ne sono una magnifica espressione» – ha detto Cesare Cornella della Provincia salutando, assieme al presidente dell’Avis Michele Trentini, i ragazzi prima della partenza.
«Qui sperimentate la qualità e l’importanza dei lavori di gruppo - ha detto Luca Filagrana, direttore generale della Cassa Rurale di Rovereto, che ha deciso di sostenere i ragazzi per la trasferta oltre oceano -  e oggi, in tutti i campi, la differenza la fa proprio chi sa lavorare in gruppo».
 
«Introdurre la robotica nella scuola vuol dire allinearsi con l’innovazione. Il fatto che i ragazzi debbano presentare il loro progetto è poi un grandissimo valore aggiunto» ha detto l’assessore all’istruzione del Comune di Rovereto Giovanna Sirotti.
Non resta che fare un in bocca al lupo ai due team.
 

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