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Giornata Migranti, celebrazione diocesana a Rovereto

Domenica 17 gennaio sfilata da Piazza Loreto e messa in S. Marco

Anche la Chiesa di Trento celebra domenica prossima, 17 gennaio, la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato.
E’ la 102ª edizione, collocata all’inizio del Giubileo della Misericordia.
Non a caso, Papa Francesco ha scelto come tema «Migranti e Rifugiati ci interpellano.
La risposta del Vangelo della Misericordia», invitando a «superare indifferenza e paura».
La Giornata sarà celebrata in tutte le comunità parrocchiali, ma l’iniziativa diocesana di maggior richiamo è organizzata a Rovereto dal Centro missionario diocesano e dalla Pastorale delle migrazioni, dai decanti di Rovereto, Mori, Ala e Villalagarina, con la collaborazione dell’Associazione Trentini nel Mondo.
 
Ritrovo in piazza Loreto alle ore 14.00 con l’intervento del direttore del centro Missionario e responsabile della pastorale migranti don Giuseppe Caldera e del presidente della Trentini nel Mondo Alberto Tafner.
Segue la sfilata per le vie della città, con i rappresentanti dei popoli che vivono in Trentino, fino in piazza S. Marco con il saluto delle autorità: il sindaco di Rovereto Francesco Valduga e il presidente della Comunità di valle Stefano Bisoffi.
Quindi nella chiesa di San Marco, con inizio  alle ore 15.00, la celebrazione della S. Messa presieduta dal vicario generale mons.
Lauro Tisi. Al termine della liturgia è previsto momento di festa presso il Centro pastorale Beata Giovanna.
 
«Saremo in piazza per dire che sull’emergenza migranti la Chiesa ci mette la faccia e il cuore!», sottolinea don Giuseppe Caldera.
In molte comunità parrocchiali prosegue infatti l’«operazione-accoglienza» dei profughi, coordinata da Caritas e Fondazione Comunità Solidale, in accordo con il Cinformi sulla base del protocollo sottoscritto da Arcidiocesi e Provincia a metà novembre 2015.
Finora sono una cinquantina i profughi accolti, per lo più in canoniche ristrutturate (costi a carico del’Arcidiocesi, che non chiede affitto alla Provincia), destinati a salire fino a 120 a completamento del progetto.
Inoltre, si vanno definendo i dettagli del corridoio umanitario che consentirà di accogliere in Trentino, all’interno di strutture diocesane, una trentina di profughi siriani fuggiti quattro anni fa in Libano dalla città di Homs. Tra loro anche diciotto minori.
 
Don Caldera ribadisce: «Vogliamo lasciarci impressionare dalle notizie sui rifugiati, sentirli nostri, farci esclamare: “Siamo tutti rifugiati!” per dire che siamo totalmente con loro».
Quindi si interroga: «Ci fa paura il loro dramma, come ci fa paura la violenza prodotta dal terrorismo? Sentiamo solo le nostre paure o siamo capaci di condividere quelle degli altri?».
Al responsabile della Pastorale delle migrazioni fa eco il direttore della Caritas Roberto Calzà: «Parafrasando De Gregori, “i migranti siamo noi, nessuno si senta escluso”», scrive nell’editoriale del settimanale Vita Trentina, oggi in edicola.
«Con l’opportunità – aggiunge Calzà – di poter raccontare un giorno una storia diversa: non i drammi di persone che fuggono, ma anche la gioiosa esperienza di chi ha provato a comprendere e accogliere.»

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