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Anno giudiziario: inaugurazione «col personale in affanno»

Carenze del 30%, alta età media e pensionamenti senza nuove assunzioni

Il personale amministrativo della giustizia in Trentino è in evidente affanno: una situazione che si protrae da anni e che sembra destinata ad aggravarsi.
A lanciare l'allarme è Luigi Diaspro, della Funzione pubblica Cgil.
Se all'orizzonte c'è l'importante partita del passaggio di funzioni dallo Stato alla Regione o alle Province autonome (di fatto al momento sospeso) il sindacalista vuole sottolineare come il problema sia pressante e attuale, dunque da affrontare immediatamente coi referenti del comparto e senza potersi permettere di attendere i tempi - anche politici - dell'eventuale passaggio.
L'allarme è generale e Diaspro ne analizza anche numerosi aspetti puntuali.
 
«È necessario sottolineare, a margine della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario a Trento, la condizione del personale amministrativo che – seppur denunciata da anni dalla Fp Cgil anche con interventi in tali consessi – si sta drammaticamente aggravando, senza una reale prospettiva di inversione di tendenza. Un personale ridotto nei numeri e nelle motivazioni, con un’età anagrafica tra le più alte della pubblica amministrazione, titolare di professionalità e saperi che non riesce né a esercitare con la dovuta e sperimentata capacità né a trasferire a nuovi addetti (che l’amministrazione della giustizia manca di assumere da decenni) rappresenta una questione enorme per questo territorio, col rischio concreto di soppressione di strutture (Tribunale di Rovereto) o addirittura accorpamenti ad altri Distretti di Corte d’appello (Verona).»
 
«Continuare a parlare di riforme per ridurre i tempi della giustizia, senza voler prendere in considerazione la situazione giuridica, contrattuale e di carenze di organico che riguarda il personale amministrativo - cui è concretamente richiesto di farsi carico di quelle riforme, in senso legislativo, procedurale e informatico – equivale a fare spot: buoni per i media e l’opinione pubblica, presso cui sembra irrevocabilmente accreditata l’idea che, se la giustizia (come altri servizi pubblici) non funziona, la colpa è dei pubblici dipendenti.»
 
«L’amministrazione del ministro Orlando ha sicuramente prodotto un cambiamento nelle relazioni sindacali che ha portato ad esempio, dopo anni di ritardo, alla firma dell'accordo sui fondi accessori, in arretrato di ben tre anni. Oppure al varo della norma per la famigerata riqualificazione, dopo 20 anni di immobilismo, anche se ancora parziale e da estendere a tutte le figure professionali. Allo stesso tempo occorre tuttavia stigmatizzare un’interlocuzione assai più stentata coi vertici amministrativi e territoriali, compreso il distretto trentino, che non consente di affrontare in pieno e in prospettiva le tante questioni, a partire proprio dalla carenza di personale, assestata ormai in molte strutture al 30%, col rischio di un vero e proprio collasso negli uffici.»
 
«Un problema enorme, che ha portato ad esempio alla dichiarazione dello stato di agitazione del personale del Tribunale di Rovereto, dove si registra un progressivo processo di uscita per pensionamento che produrrà una carenza di ben oltre il 30%, mettendo a rischio settori fondamentali e la stessa qualità dei servizi: personale addetto allo sportello che deve svolgere contemporaneamente attività di back office, inseguendo fascicoli e scadenze. Come anche la carenza cronica di tutti e tre gli Ufficiali giudiziari previsti per quel Tribunale.
«Stessa questione presso altri uffici: la Corte di Appello, costretta a emettere un interpello per la copertura di servizi civili a seguito di alcuni pensionamenti, cui seguiranno altri a breve in entrambe le Cancellerie Penale e Civile. Oppure presso la Procura e il Tribunale di Trento, dove la situazione è appena mitigata dal supporto di personale in distacco dalla Regione o dalla Provincia, e poche unità provenienti dalla mobilità nazionale.»
 
«Per non parlare dell’Ufficio Esecuzioni Penali Esterne, che vive una situazione di emergenza cronica denunciata e inascoltata in tutte le sedi, per l’aumento delle misure alternative (introduzione della legge sulla messa alla prova, n. 67/2014) non compensato da un incremento del personale, che anzi si è ridotto vertiginosamente. Una misura nata per decongestionare il lavoro dei Tribunali, ha semplicemente scaricato il problema sugli Uepe.
La semplice fruizione di ferie, permessi o casi di malattia diventa un problema, con ulteriori gravi conseguenze sull’organizzazione del lavoro e tensione negli uffici, con peggioramento del clima lavorativo e concausa di forte stress lavoro correlato, che meriterebbe un’indagine per la salvaguardia della salute dei lavoratori che è un preciso obbligo giuridico del datore di lavoro.»
 
«In questa situazione, e in assenza di prospettive concrete, la qualità e i servizi stessi sono destinati inevitabilmente a ridursi, facendo verosimilmente declassare il Trentino nelle classifiche nazionali sull’efficienza della giustizia nel nostro Paese. È per questo che è necessario e urgente convocare un tavolo sindacale distrettuale per affrontare questi temi come richiesto, per ultimo, lo scorso 11 dicembre dal sindacato.»
 
«Il processo di delega di funzioni alla Regione o alle Province autonome, pur rappresentando una questione sensibile sotto il profilo dell’indipendenza e dell’autonomia della funzione giurisdizionale, è in ogni caso di fatto sospeso, e ciò impedisce l’individuazione di soluzioni alternative per far fronte alle carenze di personale, quali potrebbero essere ad esempio un nuovo patto Regione – Ministero della Giustizia per la revisione del numero di addetti regionali da inviare presso gli Uffici Giudiziari, o interventi diretti delle Province autonome, con un progetto chiaro e definito.»
 
«Tutto ciò in attesa che si dia via libera a un processo pieno e definitivo di riqualificazione e di assunzione di nuovo personale, capace di supportare in modo adeguato le riforme di cui il sistema ha bisogno, altrimenti declamate in modo velleitario e con poco rispetto di chi lavora in questa amministrazione.»

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