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Oggi presso lo Smart Lab di Rovereto

Politiche comunali per il benessere della famiglia: la 7ª Convention dei Comuni family

A settembre 2015 i comuni che avevano ottenuto la certificazione «Family in Trentino» erano 67 e ad oggi, dopo la fusione che ha interessato alcuni di questi, sono 61, mentre circa 40 hanno già espresso interesse ad avviare la procedura di acquisizione del marchio.
Sul totale dei 178 comuni trentini, possiamo dire che quindi Il 75% della popolazione trentina vive in un Comune «amico della famiglia».
Numeri che fanno riflettere e che denotano il crescente consenso delle Amministrazioni comunali trentine a questo marchio, garanzia di privilegiata attenzione al mondo della famiglia, della natalità e alla conciliazione vita-lavoro.
 
Francesco Valduga, Sindaco del Comune di Rovereto ha aperto l'evento.
«Siamo affamati di relazioni vere, apertura all'altro e capacità di dialogo che aiutano a investire sulle politiche familiari. Investire sulla famiglia è motivo di promozione del territorio e indotto economico e inoltre è a costo zero secondo processi di welfare generativo e quindi, a maggior ragione, è un investimento lungimirante.»
 
Ha portato i saluti del Presidente Ugo Rossi, assente per impegni istituzionali, Carlo Daldoss assessore provinciale agli enti locali.
«Il tema del rapporto famiglia-comuni deve essere uno dei temi fondanti dell'azione delle istituzioni politiche: i nostri comuni devono ora sempre più caratterizzarsi da una attenzione alla buona politica senza cadere nel tranello di alimentare anti-politica e distacco tra cittadino e istituzioni.
«C'è un grande cambiamento sociale ed economico in corso e i comuni devono fare di più con meno e la Provincia di Trento può porsi come un'eccellenza su questo fronte per rispondere al: bisogno casa delle giovani coppie, ricerca al lavoro, sostegno della natalità.
«Grazie a questi servizi, i giovani possono creare il primo nucleo della società. Cito don Sturzo che aveva un'esperienza ventennale di sindaco di Caltagirone: il Comune per lui era inteso come un ente che doveva dare risposta al bisogno di sussidiarietà, mentre ora viviamo un momento di neo-centralismo, partitocrazia esasperata e sperpero del denaro pubblico.
«Da qui ne deriva che la famiglia deve essere sostenuta come il lievito della società, soprattutto le famiglie numerose. Infine, sono qui per annunciare che dal fondo ricavato dai vitalizi regionali, la Provincia di Trento ha deciso di versare 120.000 euro ai comuni amici della famiglia: un piccolo riconoscimento del loro grande lavoro sul territorio.»
 
Ha preso quindi la parola Luciano Malfer dirigente dell'Agenzia provinciale per la famiglia.
«Il Trentino è laboratorio strategico delle politiche familiari e ogni politica potenzialmente può essere riletta “in chiave familiare.
«Occorre aggredire la crisi demografica e invertire la curva della natalità che è costantemente in calo. Bisogna rilevare però che il Trentino Alto Adige è l'unica regione non in deficit rispetto alle altre regioni italiane, forse anche grazie alle nostre politiche.
«Nelle comunità di valle trentine la natalità è comunque calata in media del 21% negli ultimi 40 anni con picchi del 38%. Come riorientare quindi gli attori pubblici/privati verso un target family senza investimenti pubblici? Con il marchio “Amico della famiglia”, che è un processo volontario e sta diventando un brand con politiche family oriented nei musei, alberghi, associazioni sportive, ecc., con il “Family audit” per la conciliazione vita-lavoro e l'Euregio family pass, che è una carta sconti per famiglie.
«Dal 2007 ad oggi i Comuni certificati sono saliti a 61 e 5 sono le Comunità di valle in cui tutti i comuni hanno aderito al processo. Ad oggi abbiamo 15 Distretti famiglia a cui hanno aderito 550 Organizzazioni pubbliche/private e sono in fase di costituzione i distretti della Val di Cembra, Chiese e Fassa.
«Di queste 550 organizzazioni il 22% sono Comuni, che hanno un ruolo di attivatori di politiche sui loro territori. I comuni hanno introdotto sistemi premianti nelle gare d'appalto e maggiorazione di contributi e tutte le loro azioni sono state raccolte nei “Piani famiglia” (es. Ski family, Baby little home, Sport per tutti, ecc.), che verranno distribuiti oggi ai partecipanti.»
 
Ha preso poi la parola Mauro Marcantoni, direttore di Trentino School of Management, che ha analizzato il rapporto tra le politiche del benessere familiari e le politiche di sviluppo delle aree montane, partendo dall'interrogativo «perché in Italia le aree montane si spopolano, mentre il fenomeno contrario si osserva in Trentino Alto Adige?
«Se osservate l'Italia vi accorgete che realtà uguali morfologicamente hanno destini diversi da un punto di vista della popolazione. Vi sono differenze legate ad un fattore: la cultura collettiva che, immessa in un circuito più vasto, è il capitale sociale.
«Se manca quest'ultimo elemento si determina un tasso negativo e viceversa. Altri fattori indispensabili sono: responsabilità (es. assumersi un onere, autonomia, famiglia, istituzioni e collettività), solidarietà (cioè attitudine a incorporare al benessere individuale quote di benessere altrui: “bene comune”), operosità (cioè consapevolezza che occorre costruire un percorso/progetto per raggiungere risultati: occorre fatica, impegno, tenacia).
«Questi 3 elementi possono offrire al capitale sociale l'opportunità di svilupparsi e innovarsi. La montagna ha visto ridursi di 900.000 unità negli ultimi 50 anni, mentre la pianura è cresciuta del 44%.
«Perché? La montagna è meno efficiente della pianura e offre più svantaggi che opportunità, più costi che guadagni, soprattutto per le famiglie. Non va bene neppure che le pianure siano sovraccaricate di popolazione, servizi e industrie, mentre le montagne subiscono rischi geologici, se non presidiate.
«In Trentino per fortuna non assistiamo a questa parabola, grazie a politiche familiari e pubbliche lungimiranti e mirate al benessere delle comunità e delle sue famiglie, che contribuiscono a popolare le nostre montagne e a mantenerle vive, attive e dinamiche.»
 
Giuseppe Butturini, Presidente Associazione Nazionale Famiglie Numerose, ha sottoscritto l'accordo con la Provincia autonoma di Trento teso ad attivare la diffusione a livello nazionale delle politiche familiari trentine come modello di buone pratiche per altre Regioni o Comuni italiani potenzialmente interessati ad aderire al processo.
È intervenuto a seguire il candidato sindaco Filippo Giacinti del comune di Albignasego (Padova), che ha espresso formale interesse a aderire alle politiche familiari trentine per acquisire la certificazione, mentre il comune di Alghero ha già avviato il percorso con ottimi risultati tangibili.
 
Infine, il sindaco Biagio Martella del comune di Corsano (Lecce) ha presentato il Piano famiglia attivato dalla sua amministrazione, portando qualche esempio concreto.
«Nella sala di lettura pubblica abbiamo creato una zona adatta a bimbi 0-3 anni; per i giovani abbiamo organizzato incontri con le scuole elementari-medie per ascoltare i loro bisogni, con attenzione speciale ai diversamente abili; abbiamo istituito la Giornata della famiglia in settembre in cui raccogliamo 400-500 famiglie con bambini e viviamo con loro attività ricreative e di socializzazione, ascoltando le loro necessità e desideri (parchi giochi, servizi, ecc); incontri per le mamme in attesa di un figlio e agevolazioni economiche.»
 
Alessia Buratti, Presidente del Tavolo Giovani Professionisti, ha presentato un progetto sui parchi giochi a misura di famiglia.
«Il parco gioco arricchisce e accompagna una famiglia per tutta la vita, rafforza il dialogo sociale e l'empatia, stimola a far uscire di casa famiglie, anziani e bambini.
«Abbiamo quindi pensato a parchi 0-99 anni per rispondere a tutte le esigenze, dotandoli di attrezzature standard di gioco ed altre più specifiche per bambini diversamente abili, con barriere anti rumore, materiali eco-sostenibili, garantendo sicurezza e accessibilità per tutti: dalla vasca di sabbia ai campi sportivi, dalle altalene agli spazi per percorsi salutari per adulti e anziani, parcheggi “rosa” per le mamme, spazi protetti per l'allattamento rivitalizzando il parco anche nell'intera giornata e non solo nelle fasce post scuola.»

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