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Rapine alla Cassa Rurale di Lizzana e alla sala giochi «Admiral»

I carabinieri hanno arrestato i responsabili, due insospettabili cittadini e un albanese

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Nei giorni scorsi, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Rovereto hanno eseguito l’ordinanza di  misure di custodia cautelare in carcere nei confronti di tre persone, emesse dal GIP Monica Izzo su richiesta del PM Fabrizio De Angelis, concordando ampiamente con la tesi investigativa dei Carabinieri di Rovereto che hanno denunciato a piede libero anche ulteriori due persone per concorso nel reato e favoreggiamento.
 
Il tutto iniziò il 30 novembre 2015 quando un uomo col viso travisato e con un coltello in pugno faceva ingresso nella filiale di Rovereto in via Abetone della Cassa Rurale di Lizzana e, minacciando gli impiegati, arraffava oltre 8.000 euro, come risulta dalla denuncia sporta.
Le indagini iniziavano serrate con la visione e l’analisi dei filmati dei sistemi di videosorveglianza della banca, di tutti i sistemi privati nella zona e del sistema cittadino.
Venivano minuziosamente analizzate le testimonianze rese sul momento dai testimoni e dagli impiegati della banca confrontandole tra loro per vedere se c’erano delle anomalie sul racconto e infine venivano effettuati accertamenti tecnici anche raccogliendo un profilo genetico da alcuni indumenti persi dal rapinatore.
Le attività proseguivano incessantemente per dei mesi delineando alcuni indizi e alcuni sospetti su alcuni roveretani, all’apparenza insospettabili, che erano collegati ad alcuni cittadini albanesi quando, la notte del 7 aprile 2016, veniva perpetrata un’altra rapina a mano armata in Rovereto, all’interno della sala da gioco «Admiral» sita in piazza Follone, poco distante dalla filiale oggetto della precedente rapina.
 

 
In questo caso l’uomo travisato impugnava una pistola, legava con alcune fascette da elettricista alcuni dei clienti presenti in sala e il responsabile di turno e s i faceva consegnare l’incasso, di oltre 12.000 euro, e si dileguava a piedi.
L’immediato intervento di una pattuglia dell’Arma che congelava la scena del crimine, permetteva il successivo intervento degli investigatori del Nucleo Operativo che raccoglievano le testimonianze dei presenti.
Il tutto, collegato all’analisi dei filmati permetteva di verificare alcune coincidenze con la rapina di novembre 2015.
  
Da quel momento, le attività d’indagine, sia tecniche e sia classiche (pedinamenti, appostamenti ecc), permettevano di raccogliere elementi particolarmente indizianti al punto di poter ricostruire con certezza i fatti.
All’esito dell’indagine, l’AG della Città della Quercia ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare a carico di una coppia roveretana, lei una impiegata pubblica di 48 anni e lui un autotrasportatore di 52, che hanno concorso nelle rapine, in tempi e modi differenti, fungendo da palo e sopralluogo, assieme al materiale esecutore, un albanese disoccupato di 44 anni loro convivente.
Infine venivano deferite due persone, un uomo albanese e un impiegato roveretano per concorso nel reato di rapina e favoreggiamento in quanto tentava di sviare le indagini rendendo dolosamente dichiarazioni fuorvianti.
 
Dall’analisi della personalità dei tre attori principali delle rapine, durante il periodo in cui sono stati osservati e pedinati, si è potuto evidenziare una forte tendenza al gioco nelle sale scommesse di tutto il trentino fino a notte fonda, con ingenti perdite di denaro, movente che ha sicuramente scatenato in loro l’idea di commettere le rapine al fine di appianare i debiti e iniziare nuovamente a giocare benché due dei tre arrestati percepissero uno stipendio regolare.

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