La Rovereto del settecento nel nuovo romanzo di Saltini
Presentazione a cura di Patrizia Belli martedì 13 novembre ore 18 in biblioteca
«Matilde è finalmente uscita allo scoperto. Assieme a Barbara, Caterina, Domenico, Giovanni e tutto il suo mondo osserva curiosa il passaggio della varia umanità che percorre le strade di Rovereto, oggi come un tempo.» Con queste parole Rossella Saltini autrice del romanzo «Di gelso e corallo» (edizioni Montag) annuncia l’uscita del suo secondo romanzo. La presentazione a cura di Patrizia Belli e dell'autrice il 13 Novembre ore 18 nella Biblioteca civica di Rovereto.
Nella seconda metà del '700 a Rovereto si snodano le storie di Domenico, giovane tintore dalla complessa vita familiare, e Matilde, parente acquisita.
La piccola realtà del Circolo ai confini con l'Impero asburgico si colora anche delle vicende di personaggi appartenenti al patriziato roveretano e a un sottobosco di figure lontane da agi e sfarzo.
In questo contesto sarà proprio Matilde «la vedova fuggiasca» a prendere in mano con abile regia i destini dei protagonisti, primo fra tutti quello della nipote Barbara tanto simile a lei nel desiderio di fuga, affrancamento dall'oppressione delle convenzioni e costante ricerca d'amore.
Il romanzo descrive la quotidianità operosa della piccola realtà del circolo ai confini con l’Impero asburgico attraverso le vicende di vari protagonisti, da un capo all’altro della valle (da Sacco a Noriglio, dalla Giazzera fino ai prati del Pasubio) e nelle vie del centro cittadino riconoscibili anche oggi, il lettore si accosta alla realtà roveretana dell’epoca, realtà che porta avanti un quotidiano lontano da agi e sfarzo e incrocia i propri destini a quelli di un patriziato roveretano fortemente presente in città.
Così Domenico il tintore e la sua famiglia si troveranno ad interagire con Giuseppe il mercante e Gaspare il padrone di un’avviata tintoria dalle alterne vicende immaginata dall’autrice in uno dei vicoli di S. Maria.
Allo stesso modo Barbara, nipote di Matilde, sarà alle prese con il vecchio padrone del filatoio dello Zàmbel sulle rive del Leno, ai piedi del castello; nel contempo il fratellastro Giovanni entrerà in relazione con l’impresario che gestisce l’attività legata al commercio di legname della Presa delle Bore ed Elisabetta, sorellastra e gemella di Giovanni, con la famiglia di Giuseppe il mercante proprietario di una delle più importanti Case di Commercio dell’epoca.
Tuttavia il romanzo acquista brio e intensità con l’avvicendarsi sulla scena di una serie di personaggi minori quali pettegole ma solidali vicine di casa, balie, levatrici, conciaossa, contadine teragnole e artigiani provenienti dalla val Badia e dalle valli del Pasubio.
A tenere le fila degli eventi l’emancipata Matilde in movimento nella Rovereto dominata dalla coltura dell’albero di gelso e altresì impegnata a custodire e passare di mano una filza di coralli tramandata da generazioni in una sorta di scaramantico rituale.
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