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Teatro Zandonai di Rovereto, 5 febbraio: «In nome del padre»

La stagione teaterale continuerà martedì 12 e mercoledì 13 febbraio con «Delitto/Castigo» nell'adattamento teatrale di Sergio Rubini e Carla Cavalluzzi

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La stagione teatrale promossa dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Rovereto prosegue martedì 5 febbraio 2019 alle ore 20.45 a Teatro Zandonai con una produzione del Teatro Stabile di Bolzano.
«In nome del padre» è uno spettacolo di Mario Perrotta, interpretato dallo stesso autore che vanta una consulenza alla drammaturgia importante: quella di Massimo Recalcati.
Nel corpo di un solo attore tre padri, diversissimi tra loro per estrazione sociale, provenienza geografica, condizione lavorativa.
 
A distinguerli gli abiti, il dialetto o l’inflessione, i corpi ora mesti, ora grassi, ora tirati e severi.

«Sono tutti e tre di fronte a un muro: la sponda del divano che li separa dal figlio, ognuno il suo, – spiega Mario Perrotta. – Il divano, come il figlio, in scena non c’è.
«I figli adolescenti sono gli interlocutori disconnessi di questi dialoghi mancati, l’orizzonte comune dei tre padri che, a forza di sbattere i denti sullo stesso muro, smussano le loro differenze per ricomporsi in un’unica figura, senza più tratti distintivi se non le labbra rotte, incapaci di altre parole, circondate dal silenzio, l’unica cosa che resta, insieme ai resti del padre.»
 
Da parte sua Massimo Recalcati, una tra le voci più autorevoli della psicanalisi italiana, studioso e saggista, capace divulgatore dell'universo affettivo, spiega che il nostro tempo è il tempo del tramonto dei padri.
«La loro rappresentazione patriarcale che li voleva come bussole infallibili nel guidare la vita dei figli o come bastoni pesanti per raddrizzarne la spina dorsale si è esaurito irreversibilmente. Il nostro tempo è il tempo dell’evaporazione del padre e di tutti i suoi simboli.
«Ogni esercizio dell’autorità è vissuto con sospetto e bandito come sopruso ingiustificato. I padri smarriti si confondono coi figli: giocano agli stessi giochi, parlano lo stesso linguaggio, si vestono allo stesso modo.»
 
«La differenza simbolica tra le generazioni collassa. In questo contesto di decadenza emerge forte una esigenza di nuove rappresentazioni del padre, – scrive Massimo Recalcati nella presentazione critica. Trovare una nuova lingua per i padri è una necessità sempre più impellente se si vuole evitare l’indistinzione confusiva tra le generazioni e la morte di ogni discorso educativo o, peggio ancora, il richiamo nostalgico al tempo perduto dell’autoritarismo patriarcale.
«Il linguaggio dell’arte e in questo progetto di Mario Perrotta che ho scelto di accompagnare, il linguaggio del teatro, può dare un contributo essenziale per cogliere sia l’evaporazione della figura tradizionale della paternità, sia il difficile transito verso un’altra immagine - più vulnerabile ma più umana di padre della quale i nostri figli (come accade a Telemaco nei confronti di Ulisse) -continuano ad invocarne la presenza.»
 
Regia, scene e luci Mario Perrotta, costumi Sabrina Beretta (durata 1h e 20 senza intervallo).
La stagione prevede a febbraio un'altra importante pièce, con un classico del teatro: «Delitto/Castigo» nell'adattamento teatrale di Sergio Rubini e Carla Cavalluzzi che andrà in scena martedì 12 e mercoledì 13 febbraio 2019 ore 20.45 con Luigi Lo Cascio, Sergio Rubini, Roberto Salemi, Francesca Pasquini.

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