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La «Pietra d’Inciampo» a Milano per il roveretano Ezio Setti

È la modalità con cui si onorano i morti nei campi di sterminio nazisti ponendola davanti alla loro ultima residenza

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Il Comune di Milano ha posizionato una Pietra d’Inciampo in  Viale Corsica 43, dedicata ad Ezio Setti nato a Marco il 28 ottobre 1887.
È la modalità con cui si onorano i morti nei campi di sterminio nazisti ponendo davanti alla loro ultima residenza una «Pietra d’inciampo».
A dare notizia al Sindaco di Rovereto Francesco Valduga dell’omaggio deciso dalla municipalità milanese è stata la nipote Marina Ferrari Ardito che vive nel Comasco a Fino Mornasco.

Il Sindaco aveva ricordato la figura di Ezio Setti nel corso delle cerimonia ufficiale per la Giornata della Memoria 2019 ricordando come gli atti di eroismo siano rintracciabili nella quotidianità della vita delle persone. E come, cioè, sia possibile essere eroi nella coerenza giorno per giorno.
A tal riguardo aveva citato proprio la storia di Ezio Setti, nato a Marco di Rovereto il 18 ottobre 1887, allora territorio Austro-Ungarico, e morto a Mauthausen l'11 settembre 1944.
 
È operaio quando scoppia la Prima guerra mondiale. Si allontana quindi dal Trentino per ritornarvi nel 1919.
Eletto sindaco di Marco, Ezio Setti deve allontanarsi nuovamente dal suo paese quando i fascisti ebbero il sopravvento in Italia.
Trasferitosi a Milano con la moglie e i quattro figli, trova lavoro alla Caproni, dove non manca di esprimere i suoi sentimenti antifascisti, tanto da essere a più riprese diffidato dalla polizia.
Dopo l'armistizio collabora con la Resistenza sino all'11 marzo del 1944, quando militi della RSI fanno irruzione nella sua abitazione e, accusandolo di aver partecipato agli scioperi che si erano svolti nei giorni precedenti in Lombardia, in Piemonte e in Liguria, lo arrestano.
È in questo giorno che inizia il suo calvario. Ezio Setti fu prima imprigionato nel carcere di San Vittore e poi fu tradotto a Bergamo, di dove fu deportato a Mauthausen con alcune decine di lavoratori della Caproni. Morì in quel lager pochi mesi dopo.
 
«In diversi libri su Rovereto si è parlato di mio nonno, del suo arresto, dalla lettera gettata dal carro bestiame e della sua morte avvenuta a Mauthausen» racconta la nipote Marina Ferrari Ardito che periodicamente torna a Marco dove Setti è ricordato al cimitero con una targa ed il suo nome è posto sul cippo vicino alla Scuola.
«Mi piace anche ricordare che nel 1920, a fine guerra, viene nominato Capocomune e dall’archivio storico cessato 1606-1927 si può rilevare il grande lavoro di ricostruzione di Marco, completamente distrutto, tra cui tra il 1926/27 la costruzione della scuola elementare che venne inaugurata con Re Vittorio Emanuele III. Sono quindi molto lieta di poter annunciare quest'ultimo riconoscimento da parte della Città di Milano che in Viale Corsica 43 ha installato una Pietra d’Inciampo.»
Va anche ricordato che il 25 Aprile 1972 il sindaco di Milano, Aldo Aniasi, ha conferito «al martire della libertà» una medaglia d’oro a nome del Comune di Milano.

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