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L'OIPA si esprime sulla gestione della fauna in Trentino

Ecco il punto della situazione in merito alla gestione della fauna selvatica in Trentino

Vorremmo qui fare il punto della situazione in merito alla gestione della fauna selvatica in Trentino, anche dopo il recente caso del capriolo di Rovereto, nel Leno, che abbiamo seguito direttamente (qui la storia vera da noi vissuta: https://www.youtube.com/watch?v=5PI5CUfRXds&t=427s).
È definito e sancito lo smantellamento del sistema di gestione della fauna selvatica, voluto e perseguito da questa giunta provinciale e lo notiamo da come vengono gestiti i casi che si presentano con gli animali che si trovano in difficoltà sul nostro territorio. E siamo solo ai primi di gennaio.
E non ci riferiamo agli operatori del servizio forestale, bensì a chi dirige e opera le scelte anche a livello politico, anche se, va detto, che chi lavora nel servizio e conosce bene i problemi, potrebbe anche alzare la voce ogni tanto, per evidenziare queste gravi lacune!
 
Veniamo, però, ad alcuni esempi recenti a noi noti, dato che siamo stati interpellati dalla cittadinanza.
Il caso dell’aquila: alcuni cittadini in escursione segnalano ad OIPA TRENTO un’aquila ferita; la ferita era grave e con grande difficoltà quest’aquila è stata poi soccorsa dalla forestale; ma anche qui con una gestione farraginosa e con poca chiarezza.
E, poco tempo dopo, la storia del capriolo del Leno, che documentiamo in un video, per dovere di informazione completa (https://www.youtube.com/watch?v=5PI5CUfRXds&t=427s).
Anche questa storia è allucinante, se pensate alle possibilità che avremmo nel gestire le cose in provincia di Trento. La gestione di questa situazione ha evidenziato la totale assenza di volontà di dialogare con noi, da parte del servizio foreste e fauna della provincia di Trento. Lo dimostrano le richieste ufficiali fatte, alle quali mai è pervenuta risposta.
 
Ci stiamo rendendo conto che il sistema così non potrà funzionare? Manca un centro di raccolta CRAS strutturato, la provincia non ha ancora attivato nulla di ufficiale, il veterinario che è stato scelto per queste attività, consultando il sito del suo laboratorio, non ha competenze sui selvatici, e non mettiamo in dubbio la sua certa professionalità, ma questo non è sufficiente per curare ed intervenire su casi di animali selvatici.
Quindi, in sostanza, vogliamo evidenziare che la nostra provincia, ricchissima di biodiversità e di animali selvatici, che ribadiamo sono patrimonio indisponibile dello stato, cioè di TUTTI, non sta gestendo questa grande risorsa in maniera scientifica e competente, ma con grande superficialità e senza strutturazione adeguata.
Ricordiamo che il servizio foreste e fauna è sotto il dipartimento della protezione civile e che questo non ha alcun senso logico nella gestione delle risorse disponibili.
 
Parliamo di circa 240 dipendenti di ruolo nel servizio forestale e 138 operai del servizio foreste contratto di diritto privato (fonte sito PAT). E non si riesce a strutturare un centro di raccolta per animali selvatici da curare in maniera efficiente?
Come associazione di protezione animali e ambiente rimaniamo quantomeno perplessi, oltre che preoccupati, per questa gestione superficiale della fauna selvatica in Trentino, che evidenzia quanto poco o nulla sia considerata da chi governa il Trentino.
Spiace vedere che si snobbano associazioni che sono sul campo da oltre quindici anni con volontari assolutamente non pagati, che si mettono in gioco per cercare davvero la tutela del benessere animale.
«La grandezza di una nazione e il suo progresso morale si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali» (Gandhi).

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