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Grandi carnivori e fauna ittica, confronto aperto col Ministero

Un dialogo che ha confermato la sintonia tra i Governi provinciale e nazionale sulle questioni sul tappeto

La gestione dei grandi carnivori e la revisione della normativa statale per l’immissione nelle acque del Trentino di specie ittiche tradizionali, ma considerate alloctone.
Sono stati questi i due temi centrali sotto il profilo della sicurezza e dello sviluppo del territorio montano, che sono stati al centro del confronto che si è tenuto al Ministero dell'Ambiente tra il presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti, l’assessore provinciale all’agricoltura, foreste, caccia e pesca Giulia Zanotelli (collegata in videoconferenza) e il sottosegretario all'ambiente e della sicurezza energetica, Claudio Barbaro.
Presente anche il dirigente generale del Dipartimento Protezione civile, foreste e fauna, Raffaele De Col.
Un appuntamento che ha confermato la sintonia tra i Governi provinciale e nazionale sulle questioni sul tappeto, dando nuovo impulso alla definizione di soluzioni concrete.

«Per quanto riguarda i grandi carnivori – ha spiegato l’assessore Zanotelli, – l’obiettivo è quello di avviare entro i prossimi mesi il nuovo progetto sperimentale per la gestione del lupo in caso di situazioni critiche.
«A tal fine, il Trentino sta collaborando con Ispra per la messa a punto di un Piano ad hoc che vede coinvolto anche il Muse.»
Guardando invece all’impiego dello spray anti-orso da fornire al personale del Corpo forestale trentino a garanzia della propria incolumità, il percorso di confronto proseguirà coinvolgendo anche i Ministeri della Salute e dell’Interno.
 
Sul fronte della fauna ittica, sono state ribadite le istanze che l’assessore ha condiviso con il mondo della pesca trentino.
L’immissione di alcune specie considerate non autoctone (come trota fario, iridea e coregone) è stata indicata come necessaria per motivi ambientali, sociali ed economici in una terra in cui i pescatori garantiscono la cura e la manutenzione dei laghi e dei corsi d’acqua.
Il Trentino ha espresso un proprio rappresentante tecnico in seno al Nucleo di valutazione nazionale, nel quale vengono discusse le istanze dei territori per la risoluzione della problematica attraverso lo Studio del rischio.
L’obiettivo è quindi quello di far venir meno i vincoli ad oggi esistenti e quindi procedere con la gestione che il Trentuno ha storicamente portato avanti.

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