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L’altolà di SAT ai Quad in montagna rimane

«Il rammarico generato dagli appelli caduti nel vuoto è mitigato dal fatto che il fronte della necessità di regolamentazione si sta allargando»

Lo scorso anno la SAT, in merito al raduno dei Quad, definì la manifestazione «una vera e propria aggressione alla montagna».
Sul fronte delle tre province interessate alla manifestazione motoristica si fece anche di più: venne redatto un documento sottoscritto dalle associazioni alpinistiche dell’area dolomitica Patrimonio UNESCO, composta da SAT e dai Gruppi CAI Regionale del Veneto, Regionale Friuli Venezia Giulia, Provinciale Alto Adige ed Alpenverein Sudtirol, nel quale veniva rivolto un accorato appello alle amministrazioni pubbliche per una netta inversione di marcia relativamente al rilascio di autorizzazioni per raduni motoristici in zone delicate dal punto di vista naturalistico e paesaggistico.
È notizia di questi giorni che il raduno dei Quad in quota si ripeterà anche durante questo weekend, con le modalità dello scorso anno, toccando diversi percorsi forestali nella zona di Falcade ed in altri Comuni delle valli di Fiemme e Fassa.
Gli appelli e le prese di posizione di coloro che in montagna operano, ristrutturando rifugi, sistemando sentieri, dove le strade forestali sono concepite come accessi di servizio a chi deve operare per conservare e tutelare un bene comune, cadono dunque nel vuoto e vengono totalmente ignorati.
 
 Malgrado tutto ciò però qualcosa si sta muovendo 
La novità consiste nel fatto che Fondazione Dolomiti UNESCO, piattaforma per lo sviluppo e la sperimentazione di soluzioni innovative a livello interregionale, anche sulla scorta delle forti prese di posizione dello scorso anno (con tanto di manifestazioni sul posto durante il raduno delle moto a quattro ruote da parte delle associazioni ambientaliste), ha costituito un tavolo di lavoro, al quale partecipano SAT, CAI Veneto, CAI Friuli Venezia Giulia, Alpenverein, Montain Wilderness e Cipra Italia.
Un primo risultato del tavolo, la mappatura della normativa vigente nei territori che condividono il Bene, affronta diversi temi (Voli turistici in elicottero, gare motoristiche in quota, mobilità in zone delicate, le biciclette in montagna).
A proposito di gare e raduni motoristici la proposta degli ambientalisti è di invitare i Comuni ad “impedire raduni (quad, motociclette, jeep, motoslitte) in territorio Dolomiti UNESCO, in aree Core e Buffer, ZPS, SIC, Rete Natura 2000 anche esterne o comunque prossime al Patrimonio.
 
Il tavolo è all’inizio del suo percorso, che coinvolgerà diversi portatori di interesse per approdare a linee guida condivise.
Recentemente infatti il Consiglio Provinciale ha approvato una mozione che impegna la Giunta a definire «chiare linee guida per l’individuazione di attività umane incompatibili con le peculiarità dei territori montani».

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