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Nuove strutture ricettive del Parco Naturale Adamello Brenta

Nascono la cittadinanza del Parco e la Parco Key per le strutture Qualità Parco

L’Assemblea delle strutture ricettive certificate Qualità Parco, riunita pochi giorni fa a Carisolo, ha dato il via libera ad un programma di rilancio della propria alleanza con il Parco Naturale Adamello Brenta che introduce interessanti vantaggi esclusivi.
L’Assemblea delle strutture ricettive certificate Qualità Parco, riunita pochi giorni fa a Carisolo, ha dato il via libera ad un programma di rilancio della propria alleanza con il Parco Naturale Adamello Brenta.
Al termine di una profonda revisione del progetto, che dal 2003 consente al Parco di certificare con un marchio di qualità le strutture ricettive rispettose dell’ambiente, l’Assemblea ha approvato la strategia di rinnovamento elaborata dal Parco per dare nuova vitalità alla partnership.
«Il Parco – spiega il Presidente dell’Assemblea, Marco Katzemberger – ha accolto la nostra richiesta di convergere verso un approccio più convinto nei confronti della nostra categoria. Abbiamo trovato terreno fertile e abbiamo quindi confermato la piena fiducia nel Parco.»
 
Gli spunti che hanno portato ad aprire questa nuova fase sono spiegati dal Presidente del Parco, Joseph Masè.
«Dall’inizio del nostro mandato, ci siamo concentrati sullo studio di una nuova formula per il settore ricettivo, dal momento che la mera certificazione di qualità non sembrava più sufficiente.
«Riconoscevamo che il progetto avesse enormi potenzialità ma stesse vivendo un momento di stanchezza.
«Quindi era importante per noi riuscire a valorizzare quelli che io considero nostri partner privilegiati e, soprattutto, a promuovere la cultura di un’ospitalità adeguata ad un’area protetta.»
 
Effettivamente, tutte le ricerche in ambito di turismo sostenibile, tra cui un report recentissimo di Booking.com su scala globale, confermano che le preferenze dei viaggiatori sono sempre più orientate verso il green e l’eco-friendly, a partire proprio dalla scelta della struttura.
Pur essendo un progetto maturo, ideato quando il concetto di sostenibilità nel turismo era ancora agli albori, il Qualità Parco dell’Adamello Brenta è ancora oggi uno dei rari modelli di collaborazione stretta tra un’area protetta e il settore ricettivo ed è osservato con interesse dai parchi di tutta Italia.
In questi 15 anni si è evoluto e ha vissuto fasi di forte dinamismo, arrivando a comprendere anche il settore agroalimentare e le scuole.
 

 
Su tutto il territorio dell’area protetta, oggi conta 34 strutture certificate tra alberghi, garnì, strutture tipiche, campeggi, che seriamente credono nella necessità di ridurre l’impatto ambientale della loro attività e pongono l’integrità dell’ambiente al centro della loro politica commerciale.
Osservando un disciplinare piuttosto rigido, si impegnano a ridurre il consumo di energia elettrica, a sensibilizzare il cliente alla gestione dei rifiuti, a proporre i prodotti locali nei loro menù, e così via.
«Da marzo dello scorso anno abbiamo avviato una fase di ascolto degli imprenditori – precisa l’Assessore del Parco con competenza nel progetto QP, Alex Bottamedi – e abbiamo rilevato una forte necessità di rinnovamento.
«Gli operatori ci chiedevano una maggiore presenza, procedure più snelle e condizioni più esclusive nei loro confronti.
«L’arrivo del Direttore Trotter ha dato una decisa accelerata e siamo riusciti a portare alla loro attenzione proposte che credo rendano la certificazione molto più appetibile.»
 
Il rilancio si muove su due assi: semplificazione ed esclusività.
Le novità saranno all’insegna della continuità ma alcune complicazioni nella gestione del processo di certificazione saranno superate.
Le strutture già certificate avevano l’opportunità di ottenere un'altra certificazione molto simile, la Carta Europea del Turismo sostenibile Fase II, entrando nel network di Europarc Federation.
Un doppio sforzo che ora scompare perché con un unico disciplinare si potranno ottenere entrambe le attestazioni.
La validità della certificazione sarà estesa da 2 a 3 anni, sarà eliminato il Club (una sorta di secondo livello interno all’Associazione) e verrà creata una «Consulta» con funzioni propositive. Inoltre, saranno ridotte le quote di adesione che potranno essere al massimo di 600 euro, in base al numero di camere.
 
Sull’asse dell’esclusività, invece, sono state elaborate numerose idee per comunicare al turista lo stretto legame tra la struttura e il Parco, rendendo più accattivante la sua esperienza di soggiorno.
Gli ospiti delle strutture Qualità Parco acquisiranno per esempio la «cittadinanza del Parco» con un significato simbolico ma anche pratico.
Con il suo nuovo status, infatti, il cittadino non sarà un estraneo e si dovrà impegnare ad adottare comportamenti sostenibili per il proprio territorio a fronte di sconti su prodotti e servizi o inviti ad eventi.
Verrà poi composto un kit di benvenuto con i gadget del Parco e, condizione particolarmente vantaggiosa, la Parco Card da quest’anno sarà esclusivamente concessa agli ospiti delle strutture QP, trasformandosi in Parco Key.
In pratica, tramite una carta elettronica prepagata, gli ospiti potranno gratuitamente partecipare alle attività estive del Parco, usufruire della mobilità sostenibile e avere sconti nei negozi convenzionati.
 
Anche l’aspetto commerciale sarà curato con una maggiore visibilità delle strutture tramite i canali del Parco.
Sul nuovo sito internet pnab.it le strutture saranno messe in evidenza con un banner sempre presente, ogni albergo avrà la propria pagina dedicata con descrizione e photogallery e da qui si potrà direttamente richiedere la prenotazione.
Inoltre, sia sul sito che sulla nuova App del Parco, le strutture saranno anche geolocalizzate. Per il futuro sono poi previsti accordi stretti con Federparchi e con Ecobnb per rafforzare la promozione e, infine, il Parco programmerà momenti di formazione per gli operatori su tematiche a richiesta.
«Non appena questo programma sarà avviato – annuncia Bottamedi, – lo step a cui stiamo già pensando sarà il rilancio del marchio per l’agroalimentare.»

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