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A Portolo molti spunti sulla mobilità sostenibile

Sono emersi dal convegno del Parco Adamello Brenta «Mobilità sostenibile. Approccio o stile di vita?»

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Giornata densa di suggestioni e di spunti quella che si è svolta oggi a Portolo in Val di Non. Il convegno «Mobilità sostenibile. Approccio o stile di vita?», ha portato nella piccola frazione di Ville d’Anaunia un lungo elenco di relatori provenienti da diverse zone d’Italia che hanno cercato di affrontare, secondo le proprie competenze, uno dei temi più attuali e dibattuti degli ultimi tempi, quello degli spostamenti turistici nelle aree naturali.
Il convegno è stato organizzato da Parco Naturale Adamello Brenta e Federparchi, in collaborazione con il Comune di Ville d’Anaunia e Apt Val di Non proprio per osservare con nuovi contributi un concetto che è impossibile slegare da due sue componenti: la conservazione ambientale, da una parte, e la spinta del turismo, dall’altra.
  
Dopo i saluti del sindaco Francesco Facinelli, Gloria Concini, assessore del Comune di Ville d’Anaunia e rappresentante per la Val di Non nella Giunta del Parco, ha aperto i lavori: «Abbiamo il privilegio di vivere in un contesto ambientale straordinario: dobbiamo esserne custodi attenti, consapevoli di essere responsabili di ogni scelta procrastinata o non ragionata in termini di sostenibilità e conservazione.
«L'impatto dei flussi veicolari – ha detto Concini – non è solo legato all’inquinamento. Le infrastrutture della viabilità comportano frammentazione ambientale, modificano il paesaggio naturale rendendolo simile a quello urbano, con la conseguente perdita del valore ambientale e dell'attrattività del territorio.
«Turismo e mobilità sono due facce della stessa medaglia, quando si parla di aree protette: se i due aspetti non vengono trattati insieme, se le strategie nei due ambiti non sono coordinate, si rischia di riproporre modelli di caoticità tipici delle aree urbane proprio nei luoghi che i visitatori scelgono per sperimentare il contatto diretto con la natura.»
 

Gloria Concini.
 
La moderazione briosa ed intransigente del «Turista per caso» Patrizio Roversi ha fatto sì che la giornata, iniziata alle 9.00 del mattino, scorresse velocemente e con sottolineature interessanti.
E proprio da un gioco di parole relativo all’uso del termine «mobilità dolce» per descrivere le tipologie di mobilità attiva proposte nella natura, come il trekking o il biking, che nulla hanno a che vedere con la comodità, si è partiti.
Dopo la presentazione di Matteo Viviani funzionario del Parco, delle strategie di mobilità a cui il Parco si approccia dalla fine degli anni ’90 e applica in collaborazione con i comuni in alcune valli dal 2003.
Oggi i numeri sempre in crescita degli afflussi veicolari (che per l’estate 2019 presentano un ulteriore + 10% rispetto al 2018, stagione già eccezionale) e delle persone trasportate sui bus navetta che ormai si avvicinano ai 300.000 passaggi all’anno, stanno costringendo il Parco e i territori a dover riconsiderare l’opportunità delle strategie di mobilità applicate finora.
 

 
Alcuni cardini li ha fissati Maria Theresia Pernter, architetto e consulente proprio di progetti di mobilità.
Secondo la sua esperienza, più gente arriva più severe devono essere le regolamentazioni. Le scelte devono essere coraggiose e non si deve avere paura a proporre il numero chiuso, a giovamento non solo della natura ma anche dell’esperienza di vacanza che i territori vogliono offrire.
Regola fondamentale è poi la semplicità. Orari e tariffe devono essere comprensibili immediatamente, senza perdersi in eccezioni e postille, che diventano una scocciatura per le persone e rallentano i servizi.
La domanda che ogni progettista sogna è: quante persone può reggere un’area protetta? Al momento non è facile trovare i parametri per dare una risposta eppure questo dato potrebbe essere rivoluzionario per il futuro.
 

 
Un lungo focus si è concentrato sul cicloturismo che con il boom delle e-bike rendono anche le vette dolomitiche accessibili a chiunque e sta invogliando molti territori a diventare bike friendly grazie anche ai risvolti che guardano alla bike-economy.
Diverse le sperimentazioni in Italia che sono state presentate come nuovi prodotti che hanno come obiettivo finale lo sviluppo dei luoghi che li propongono facendo il silenzio e la lentezza dei valori.
Bikesquare, realizzato nelle Langhe e presentato da Massimo Infunti, ha richiesto piccoli investimenti a diversi partner ed esercizi diffusi lungo stradine secondarie per creare un ambito ideale per i bikers. Il progetto VENTO del Politecnico di Milano, il sogno di una ciclovia presentato da Paolo Pileri, se finanziato, vedrebbe un’infrastruttura cicloturistica di 700 km da Milano a Venezia che attraverserà 121 comuni, 12 province, 4 regioni, 47 tra aree protette e parchi.
 


 
Altro progetto analogo e realizzato è la ciclovia dell’Oglio, presentata da Dario Furlanetto, ex direttore del Parco dell’Adamello lombardo, che è riuscito a mettere d’accordo quattro enti pubblici.
Progetti questi che hanno messo in luce una certa rigidità territoriale dell’offerta turistica in Trentino rispetto alla fluidità del cicloturismo che è itinerante per definizione.
Proprio la necessità di superare le barriere geografiche è emersa a più riprese. Da Federparchi è arrivato l’endorsement a creare sempre più rete tra le aree protette.
L’immagine proposta dal presidente Giampiero Sammuri e dal membro di giunta Agostino Agostinelli è quella di un sistema nervoso, attento, positivo, che consentirebbe un turismo leggero in Italia e un grande contributo dei parchi al destino dell’uomo.
È molto facile, infatti, per i fruitori della mobilità fare confusione tra il vivere del tempo libero nella natura e accedere ad un’area protetta dove la mobilità è una regolazione dei flussi.
Una regolazione che non significa proibire ma attribuire i giusti spazi in modalità intelligenti.
 

 
Sulla comunicazione di queste operazioni si è concentrato l’intervento di Sergio Cagol, esperto di turismo e comunicazione.
La sostenibilità è diventata «pop» e gli stili di business che adottano politiche sostenibili sono in aumento con un certo ritorno economico.
Greta Thunberg è oggi più cliccata di Ronaldo su Google ed è questo l’emblema di un’attenzione e di una sensibilità che fino a poco tempo fa non esisteva.
Adottare politiche sostenibili non è più solo giusto ma è anche conveniente quindi chi ha un business avrà sempre più interesse a sostenerle.
 
L’assessore provinciale all’urbanistica, ambiente e cooperazione, Mario Tonina, intervenuto nel pomeriggio, ha quindi annunciato che il nuovo piano della mobilità della Provincia punterà sulla sostenibilità.
«La struttura portante della mobilità sostenibile collettiva sarà costituita dal trasporto pubblico locale con priorità alla ferrovia, affinché la mobilità individuale privilegi modalità a minor impatto ambientale.
«Proprio per questo, in Trentino si sta attuando il piano provinciale per la mobilità elettrica, anche attraverso il riconoscimento di specifici incentivi.
«Queste politiche compongono un quadro globale ben più complesso che, attraverso la nuova Strategia provinciale per lo sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, andranno significativamente migliorate.»

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