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La Staffetta degli Alpini sui luoghi della memoria, giorno 18

Da Bassano del Grappa al Sacrario di Cima Grappa, a Trento e sul Doss Trento

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Da Bassano la Staffetta si è diretta verso un altro luogo del cuore per gli alpini: Cima Grappa, sulla cui vetta c’è il sacrario militare del Monte Grappa, uno dei principali monumenti ed ossari militari della Prima Guerra Mondiale, collocato a 1.776 metri di quota tra le province di Treviso e Vicenza.
Sorto dalla volontà di riunire tutti i Caduti della Grande Guerra in un unico cimitero monumentale, il sacrario del Grappa fu pensato dallo stesso architetto che progettò quello di Redipuglia, Giovanni Greppi.
La struttura è formata da una serie di gradoni semicircolari che si sviluppano sul pendio che dalla strada conduce alla cima del sacrario che contiene i resti di 22.950 morti.
 

 
La Staffetta del 2° Genio, arma dell’Esercito di cui oggi ricorre la festa, era formata dal Primo Luogotenente Domenico Spina, dal Luogotenente Patrizio Iacomoni, dal Sergente Maggiore Lorena Spiga e dal Caporal Maggiore Capo Scelto Michele Catenazzo, affiancati dagli alpini della Sezione Montegrappa di Bassano: Rinaldo Damiano, Dalle Tezze Paolo, Fornasiero Riccardo (aggregato).
La festa dell’Arma del Genio è legata alla Battaglia del Solstizio (15-24 giugno 1918), nella quale l’ultima grande offensiva austriaca della Prima Guerra Mondiale si spense di fronte alla accanita resistenza dei soldati italiani.
 

 
L’arrivo dei corridori al Sacrario di Cima Grappa è avvenuto nel più rigoroso silenzio, per rendere omaggio ai Caduti che riposano in un luogo sacro su cui si staglia la scritta: Montegrappa tu sei la mia Patria.
Presenti all’arrivo il Vice Comandante delle Truppe Alpine, Generale di Divisione Michele Risi, il Presidente Nazionale dell’Ana Sebastiano Favero, l’assessore all’istruzione, formazione, lavoro e pari opportunità della regione del Veneto Elena Donazzan, il Vice Sindaco del Comune di Crespano del Grappa ed Elena Pavan, Sindaco di Bassano.
 

 
Al termine degli onori ai Caduti, la fiaccola della memoria e della tradizione alpina è ripartita alla volta di Trento, passando di corsa lungo la via eroica del Sacrario, immersa in una coltre di nebbia.
Trento è la prima città sede di un reparto della “Julia” ad essere attraversata dalla staffetta: alla caserma “Cesare Battisti” ha sede il 2° Reggimento Genio Guastatori, unità specialistica molto attiva nella bonifica dei residuati bellici in Trentino Alto Adige.
 

 
Lo scorso 4 Novembre, a Bolzano, la bandiera di guerra del 2° è stata insignita di un’onorificenza molto importante: la Croce d’Argento al Valore dell’Esercito, attribuita dal Presidente della Repubblica per l’attività svolta a supporto della comunità e della Protezione Civile durante la prima fase emergenziale della pandemia nel 2020.
In città ha sede il Doss Trento, monumento simbolo per gli Alpini, costruito su una piccola collina che sorge sulla riva idrografica destra del fiume Adige, nel quartiere di Piedicastello.
Sulla cima nel 1935 fu eretto un mausoleo dedicato a Cesare Battisti, l’irredentista trentino catturato nel 1916 al fronte dagli austriaci con l’uniforme di ufficiale degli alpini, e giustiziato al Castello del Buonconsiglio.
 

 
Al Doss sono conservate le spoglie del martire, del quale una relativa mostra fotografica che racconta la storia.
A fianco del mausoleo, puntati in direzione della città di Trento, sono collocati quattro cannoni modello 105/28, tra gli ultimi ancora esistenti, facenti parte della cosiddetta «Batteria Battisti».
Affianco al Doss il museo nazionale storico degli Alpini che grazie al contributo dell’Associazione Nazionale Alpini è stato inaugurato nell’ottobre dello scorso anno e presenta in chiave moderna ed interattiva la storia e le gesta degli uomini che hanno fatto l’epopea degli alpini.

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