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Raccontare Vaia ai bambini, futuri custodi del nostro ambiente

All'Istituto comprensivo Giudicarie Esteriori di Ponte Arche una mattinata di racconti ed emozioni – Tonina: «Educazione ambientale nelle scuole»

A un anno da Vaia, il racconto della tempesta è specchiato negli occhi dei bambini che nel piccolo teatro Don Bosco di Ponte Arche hanno ascoltato le parole, oggi ancora più sofferte e cariche di emozione di quella terribile notte del 29 ottobre 2018, del sindaco di Dimaro Andrea Lazzaroni, del capo squadra esperto dei Vigili del fuoco Denis Dall'Alda, dello psicologo per i popoli Diego Coelli.
È il racconto di chi quella notte era sul campo, a combattere una furia che nemmeno si riusciva a vedere, testimonianze che possono renderti improvvisamente adulto anche se hai solo dieci anni. Una lezione di protezione civile a scuola, ma soprattutto una lezione di vita, che l'Istituto di Ponte Arche, accogliendo la proposta dell'insegnante Elisabetta Coser, ha voluto promuovere nella convinzione che il racconto di chi ha vissuto quel dramma sia «il primo passo per una cittadinanza attiva per se stessi e per gli altri».
 
Tra le molte iniziative promosse in questi giorni a un anno da Vaia - questa sera a Dimaro la commemorazione della tragedia che costò la vita a Michela Ramponi - quello della scuola di Ponte Arche è stato un mini convegno, rivolto ai piccoli cittadini di oggi e di domani, che dal disastro e dai lutti ha voluto trarre forza e speranza per il futuro.
A queste voci si sono unite anche quelle del forestale Damiano Fedel, della vicepresidente dell'Associazione Trasporto infermi di Campiglio Daniela Ramponi, di Andrea Rubin Pedrazzo della Protezione Civile trentina ed anche del vicepresidente della Giunta provinciale e assessore all'ambiente Mario Tonina.


 
La professoressa Elisabetta Coser e pure la volontaria Daniela Ramponi sono cugine di Michela Ramponi, e sentire Denis Dall'Alda descrivere il disperato tentativo che fece quella notte di un anno fa per raggiungere la casa di Michela «ci ho messo mezz'ora per fare duecento metri avanzando in quella colata di fango e massi illuminata ad intermittenza dai fulmini. È stato come rivivere ancora un dramma che nessuno, per quanto doloroso, oggi vuole dimenticare».
Non lo dimenticheranno nemmeno gli alunni delle seconde e terze classi che oggi hanno ascoltato in silenzio, per oltre due ore, quei racconti.
Anche loro hanno elaborato quel lutto, perché anche le ferite alla natura ed al territorio diventano una ferita dell'anima, e lo hanno fatto teatralizzandolo.
«È una storia triste – ha recitato il piccolo Luca, – sembrava un giorno come tanti altri, poi all'improvviso è cambiato tutto.»
 
Complimentandosi con il dirigente dell'Istituto, Renato Paoli, per aver voluto dare seguito con l'iniziativa di oggi all'imput dato dalla Giunta provinciale alle scuole trentine affinché promuovano percorsi formativi sulla cultura della protezione civile, il vicepresidente Mario Tonina ha voluto ringraziare, ancora una volta, tutte le componenti della Protezione Civile, ma si è rivolto poi ai piccoli cittadini di questa scuola.
«Quello di oggi è un momento che vi porterete nel cuore, molti di voi sapranno scegliere percorsi di impegno, vicinanza e solidarietà. Il ricordo deve servire a migliorarci.
«In Trentino si è fatto tanto anche in passato, si è fatta prevenzione, se non avessimo investito importanti risorse sulla sicurezza del nostro territorio bello ma fragile territorio, le cose sarebbero andate molto peggio, ed è questo che è importante percepiate voi ragazzi.
«Da parte nostra c'è l'obbligo di impostare azioni per permettere a voi di avere futuro: nelle scuole va fatta educazione ambientale, ognuno deve cercare di fare la propria parte, possiamo e dobbiamo fare di più, l'ambiente dev'essere la nostra priorità.»

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