«Metrolandia»: la strana reazione dell’«opinione pubblica»
L'Adige e il Trentino accomunati da una visione uguale e contraria
E' singolare che i due principali
quotidiani locali, per criticare l'iniziativa del super-metrò
ideato per collegare le valli del Trentino, abbiano detto
sostanzialmente l'opposto.
Andrea Iannuzzi scrive senza mezzi termini sul «Trentino» di
domenica 17 giugno, che si tratta di un «do ut des», una
mossa elettorale. Definisce peraltro «lungimirante» il progetto, ma
non per questo meno finalizzato alla promozione elettorale
dell'anno prossimo, tanto vero che intitola il pezzo
inequivocabilmente «Sul binario elettorale».
Pietro Gottardi,invece, scrive su «L'Adige» di sabato 23 giugno, un
concetto opposto che non dà spazio a dubbi: Titolo: «Metroland,
solo un sogno»; occhiello «Perché l'idea è
irrealizzabile». Segue l'articolo con il contenuto
promesso.
Questi due interventi noi li interpretiamo così. Secondo il
Trentino avrebbe potuto trattarsi di una grande idea, ma solo se la
giunta avesse evitato di presentarla un anno prima delle elezioni.
Per l'Adige, al contrario, avrebbe fatto meglio a non presentarla
affatto per non cadere nel ridicolo prima delle elezioni.
Il sospetto di Iannuzzi è più che legittimo, anche se un po'
scontato. Ma - come abbiamo scritto in precedenza - secondo noi
Dellai non ha bisogno di campagne elettorali per essere rieletto.
Al contrario, nella rendita di posizione in cui si trova e con lo
scenario politico attuale, può solo correre il rischio di
commettere errori solo «facendo» qualcosa.
La certezza di Gottardi invece ci meraviglia un po'. Magari avrà
anche ragione, sia ben chiaro, ma la sua «certezza» - opposta a
quella certamente più ponderata degli uffici tecnici della
Provincia - ci fa pensare che non sia troppo sereno nel giudizio.
Anzi è giustificabile solo se correlato ad un altro articolo di
fondo pubblicato dal suo giornale il giorno prima, venerdì 22
giugno. Si intitola «La libertà di un giornale».
C'è da premettere che il «fondo» in questione è passato un po'
inosservato, dato che stava sotto un titolone da 4 colonne e mezza
che commentava i risultati della Guardia di Finanza in regione, che
aveva imbroccato il più classico degli errori da pleonasmo: «In
nero una ricevuta su quattro». Sanno tutti che se fosse una
ricevuta non sarebbe più in nero.
Il fondo, rigorosamente senza firma come si usa quando è l'intera
istituzione editoriale che parla, lamenta che dopo qualche articolo
«critico» scritto contro la Provincia, questa ha tagliato gli
stanziamenti pubblicitari a favore dell'Adige. In poche parole, il
giornale vede questa ritorsione come un attacco alla libertà di
stampa.
Non vogliamo entrare nel merito della questione, però di fronte
all'articolo di Gottardi, che si dichiara sic et
simpliciter «certo» che la rete «Metrolandia» sia
irrealizzabile, ci sembra che il giornale abbia imboccato a sua
volta la via delle ritorsioni.
Il che non fa bene né alla libertà di stampa, né alla libertà
politica. Né tanto meno all'opinione pubblica.
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