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Se Non Ora Quando? Trentino: «Complimenti, tutti maschi!»

Pubblichiamo l'osservazione e la locandina inviate dall'associazione alle redazioni

Al giorno d'oggi, i professionisti della cultura e della politica sono sempre più attenti a progettare azioni, interventi ed eventi che tengano conto, giustamente, della realtà che ci circonda.
In un mondo sempre più globalizzato, è importante saper riconoscere e dare voce alla pluralità della nostra società.
Quella di genere è senza dubbio una delle dimensioni principali di questa pluralità, ma nonostante questa evidenza, ci si imbatte ancora troppo spesso in programmazioni che rappresentano il mondo esclusivamente al maschile.
È il caso anche del Festival di danza Oriente Occidente in programma a Rovereto nelle prossime settimane: per la sua trentaseiesima edizione poche le coreografe in cartellone, nessuna esperta invitata nella sezione «Linguaggi».
 
Eppure da sempre il festival si impegna a promuovere il confronto tra le culture del mondo e i linguaggi della danza, e quest'anno dà ampio spazio anche al settore della danza inclusiva con artisti disabili: un bell'esempio di apertura alla pluralità.
A maggior ragione sorprende che il programma proposto trascuri quasi completamente i talenti e le voci femminili.
Questa è una scelta davvero poco comprensibile per un Festival che si propone come finestra sul contemporaneo e veicolo di innovazione culturale.
Perché rinunciare ad esercitare fino in fondo il proprio ruolo di «agitatore culturale» in grado di ispirare una società più capace di riconoscere e vivere la propria complessità? Perché rispondere su facebook a chi fa notare criticamente questa assenza che «non si sono voluti considerare criteri di genere»?
 
Dichiarare come irrilevante la questione è indice di una mentalità sorpassata, il cui unico posto dovrebbe essere negli «Archivi delle Stranezze dei secoli che furono», nella sezione dedicata alla Mad Man Era of All-male panels [la Pazza Era dell'Uomo dei panel tutti al maschile].
Chissà che accadrebbe se qualcuno degli uomini invitati stupisse gli organizzatori ritirando la propria disponibilità a partecipare a iniziative culturali esclusivamente al maschile.
Non sarebbe poi nulla di tanto strano: è già successo al Festival del fumetto di Angouleme di quest'anno, ed è stato un terremoto; e per gente come Sree Sreenivasan, il Chief Digital Officer del Metropolitan Museum di New York, boicottare gli «all-male panels» è un'abitudine coltivata con passione civile.
In attesa della definitiva estinzione degli All-Male Panels, è possibile contribuire alla memoria delle incredule generazioni future con una donazione ai costituendi «Archivi delle Stranezze»dei secoli che furono – Fondo «Congrats! You have an all-male panel»: http://allmalepanels.tumblr.com/
Rovereto c'è!

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