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Donne, Uomini, Rispetto: CambiaMenti? – Di Luciana Grillo

Il punto della situazione è stato fatto ieri a Trento dagli esperti che seguono da vicino la problematica che accompagna i rapporti fra uomini e donne

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Continua il cammino di Istituzioni, Fondazioni e Associazioni per informare la cittadinanza sui problemi che riguardano i rapporti fra uomini e donne, sulla violenza che li inquina, sulle risposte che la società civile può offrire.
Giovedì 15 febbraio, guidati da Alberto Faustini, dopo la lettura di alcune pagine del libro «Marito Amore Incubo» della psicoterapeuta Paola M. Taufer, gli Assessori provinciali Ferrari e Zeni hanno fatto il punto della situazione.
 
Ferrari ha sottolineato come il problema della violenza sia oggi un fatto «pubblico» perché è un dato sociale, è problema degli uomini che non devono sentirsi colpevolizzati ogni volta che si tocchi questo tema, ma che devono prenderne atto e affrontarlo con la consapevolezza che solo l’educazione potrà risolverlo.
 
Zeni ha manifestato la necessità di una rete complessa, ma indispensabile, che comprende la Sanità, le Forze dell’Ordine, la Scuola, le Associazioni, i Centri di supporto: solo insieme si possono ottenere risultati che incidano sul territorio.
Un breve video, curato da Marilena Guerra, direttrice di TrentinoTV, ha interrotto le parole per mostrare immagini inattese: un uomo che ha raccontato la sua storia di violenza, la presa di coscienza, la ricerca di una cura, l’esigenza di mettere a nudo le proprie debolezze in un confronto sincero e volontario con altri.
 
È stata la volta poi di Sandra Dorigatti, presidente di ALFID che ha messo in evidenza l’utilità del conflitto, positivo quando si sviluppa in un clima di parità, e l’essenza del termine «violenza» che indica disparità, prevalenza, sottomissione di una persona a cui si vuole sottrarre l’identità o la vita stessa.
Il violento, spesso, uccide e si uccide, dando prova di una estrema fragilità.
 
Anna Michelini, direttrice di «Famiglia Materna», ha descritto lo svilupparsi dei percorsi destinati ai maltrattanti: fino ad oggi 109 uomini hanno aderito.
L’adesione è volontaria, è già un primo passo verso la conquista della consapevolezza per cui si comprende che la violenza è un comportamento appreso, una scelta. Il maltrattante si può definire analfabeta affettivo.
 
La dottoressa Maggio, dirigente della Polizia di Stato, ha ribadito la trasversalità degli episodi violenti e la necessità di una normativa che preveda il divieto di avvicinamento del maltrattante, anche quando egli ha pagato il suo debito con la giustizia, suggerendo implicitamente alle vittime di adottare comportamenti autoprotettivi e ricordando l’importanza della denunzia e la possibilità di chiedere un ammonimento.
 
Il dottor Profiti, sostituto procuratore, ha chiarito che il processo penale non è costituito per tutelare la vittima, ma per assicurare alla giustizia un colpevole; e neanche il risarcimento economico è quantificabile o comunque soddisfacente…
Il problema grave della violenza non si risolve con il processo o con le sanzioni, forse può diventare occasione di incontro, stimolare un cambiamento nell’uomo, produrre un momento riconciliativo.
 
Tutti d’accordo, insomma, sulla necessità della prevenzione e quindi dell’educazione, a partire dalle scuole, come la Fidapa sezione di Trento, il Lions club Trento del Concilio, i 7 Rotary club del Trentino e il Soroptimist club di Trento stanno facendo, portando negli Istituti scolastici spettacoli teatrali e filmati, su cui discutere per sensibilizzare gli studenti e abituarli al rispetto.
 
Luciana Grillo

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