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La Diocesi di Trento propone l’iniziativa «Scintille dal carcere»

A Spini di Gardolo detenuti e personale pregano per chi sta fuori – Il cappellano don Mauro Angeli: «Non solo ombre, ma ambiente dove si genera vita»

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«Ero carcerato e mi avete visitato.»
Le parole di Gesù nel Vangelo indicano da sempre ai cristiani un’attenzione prioritaria verso chi è privato della libertà.
E se la prospettiva fosse almeno per un attimo capovolta? Se, cioè, anche chi vive e lavora dentro il carcere si prendesse a cuore persone e situazioni di difficoltà segnalate dall’esterno del penitenziario?
Nasce da questa premessa l’iniziativa «Scintille di preghiera dal carcere», maturata all’interno dell’equipe pastorale che opera nella Casa Circondariale di Trento.
 
Alcuni detenuti e anche alcuni operatori in vari ambiti della struttura di Spini di Gardolo si sono presi singolarmente l’impegno di dedicare un tempo personale di preghiera in favore di una persona, un gruppo, una situazione.
È il cappellano del carcere, don Mauro Angeli, a comunicare, durante la Messa all’interno della struttura, le intenzioni di preghiera che settimanalmente vengono affidate a chi vive ed opera all’interno dell’istituto penitenziario, affinché possano trasformarle in scintille che salgono verso l’alto.
 
«Già da qualche mese ho trovato all’interno del carcere molte disponibilità a tener fede a quest’impegno, – spiega don Mauro. – Un gruppo di volontari ha messo a punto la proposta, ora sostenuta da tutta la Diocesi, che consente anche a chi si trova in una situazione di mancanza di libertà di fare un’azione a servizio di altri, invocando per loro l’aiuto del Signore.»
 
A coordinare le intenzioni di preghiera sarà la Piccola Fraternità di Gesù di Pian del Levro, sopra Trambileno, che attraverso due volontarie raccoglierà le richieste. Il modo più immediato per recapitarle è l’indirizzo mail scintille@diocesitn.it.
Da qui saranno poi «filtrate» per farle quindi arrivare in carcere ed essere consegnate a detenuti e operatori carcerari.
Sarà anche possibile fare loro dono di un piccolo rosario di legno, acquistabile presso la Libreria Ancora di Trento.
 
«È interessante anche questa vivace relazione spirituale fra l’eremo di Pian del Levro, dove si vive la vita monastica, e la casa circondariale da dove pure possono salire al cielo le intenzioni di preghiera, – sottolinea don Mauro che evidenza come quest’iniziativa possa anche modificare la percezione del carcere. – Non solo luogo di ombre, ma anche ambiente in cui si genera vita - tra detenuti, operatori, polizia penitenziaria, volontari, personale sanitario e direzione - dalla quale possono anche scaturire scintille di luce, attraverso la disponibilità di chi compie puntualmente il proprio lavoro o di chi accetta la detenzione nella convivenza anche fra differenti lingue e culture.»

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