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Il 26 giugno la Chiesa trentina festeggia il patrono San Vigilio

Vescovo Lauro: «C’è bisogno di eccedere nella gratuità. Non conserviamo il raccolto, torniamo a seminare» – E dona ai presenti la sua nuova lettera «La vita è bella»

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Vasta partecipazione nella mattinata di oggi 26 giugno a Trento al solenne pontificale in occasione della ricorrenza del patrono della Chiesa locale e della città capoluogo, San Vigilio.
L’inizio della celebrazione nella basilica di S. Maria Maggiore, per giungere poi in cattedrale: con l’arcivescovo Lauro numerosi sacerdoti, religiosi/e, diaconi, autorità civili e militari, tanti fedeli.
Al centro del corteo, la grande urna seicentesca con le reliquie di Vigilio, terzo vescovo di Trento, morto nell’anno 400, considerato il principale artefice della diffusione del cristianesimo in terra locale insieme ai suoi collaboratori, i martiri Sisinio, Martirio e Alessandro.
 

 
Nell’omelia, monsignor Tisi denuncia il fatto che «il volto di Dio frequentato da molti ha ben poco a che fare con il Dio di Gesù di Nazareth».
«Ingannarsi su Dio – aggiunge – porta a fallire sull’uomo.
«Quando non si sbaglia su Dio, come dimostrano alcuni autorevoli testimoni della fede, si contribuisce a umanizzare il mondo, – ribadisce citando don Mazzolari, don Milani, Oscar Romero ma anche il trentino Alcide Degasperi. – Proprio l’umanità di Gesù mostra un “Dio radicalmente gratuito”, come il pastore del Vangelo che offre la vita per le pecore.»
Da qui l’invito alla Chiesa a «impegnarsi per prima», senza «rivendicare spazi o posizioni di rendita» per un «unico primato: precedere nell’amore gratuito e nel servizio».
 

 
Invito esteso dal vescovo Lauro – con lo sguardo rivolto anzitutto ai rappresentanti della politica seduti nei primi banchi – a tutta la «comunità trentina, credente e non: riconosci che per vivere hai bisogno di eccedere nella gratuità. Non attardarti a conservare il raccolto, per regalarti l’ebbrezza della semina.
«Seminare è l’unica via che abbiamo, per poter raccogliere. Seminare pensiero per sognare il futuro e inventare novità».
Sull’altare della cattedrale, accanto a don Lauro – oggi applaudito anche per il trentesimo anniversario della sua ordinazione presbiterale (26 giugno 1987) – i preti ordinati sabato scorso, don Francesco Viganò e don Luca Tomasi.
 

 
E mentre il sindaco di Trento, Alessandro Andreatta, come da tradizione, dona all’Arcivescovo l’ampolla con l’olio che alimenta la lampada davanti all’altare di San Vigilio, monsignor Tisi idealmente ricambia con la consegna al primo cittadino e tutte le autorità (a cui va anche il «grazie» per il loro impegno) della sua nuova Lettera alla comunità «La vita è bella», distribuita poi all’uscita dalla cattedrale a tutti i fedeli.
«Un modo – commenta Tisi – per dialogare con tutti. Con i credenti ma anche con chi non crede o ha altre fedi, attraverso l’umanità di Gesù di Nazareth.»
La Lettera si apre ricordando il dramma del suicidio e termina con la testimonianza di due famiglie della nostre valli che affrontano la sofferenza con grande fede e dignità.
«Questi sono i trentini», – ha concluso l’Arcivescovo, prima di immergersi in una piazza Duomo in festa, sotto il cielo terso.
Per tutti, il pane di San Vigilio, preparato dall’Associazione Panificatori, benedetto in chiesa e quest’anno destinato anche alle famiglie più povere della città.

P.F.

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