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La Chiesa trentina nei giorni dell’emergenza

Vescovo Lauro in Cattedrale: «La Pasqua si avvera nelle corsie dei nostri ospedali»

L’affidamento a Maria di tutte le vittime dell’epidemia, degli ammalati e dei loro familiari ha aperto nel pomeriggio di oggi, quarto venerdì di quaresima, la meditazione sulla Passione di Gesù da parte dell’arcivescovo di Trento Lauro Tisi, in cattedrale, poco prima della benedizione urbi et orbi di Francesco (ore 18).
Le parole di Gesù nell’Ultima Cena.
«Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi – - sono lo spunto per la preghiera accorata di monsignor Tisi. – Abbiamo la sensazione, Signore, che Tu, quest’anno, non voglia fare Pasqua con noi. Chiusi nelle nostre case, impossibilitati a convocarci per celebrare e pregare insieme, orfani di tutto - senza riti, senza incontri, senza la possibilità e la voglia di far festa - non avvertiamo la tua presenza. Donaci - prega l’Arcivescovo - il tuo Santo Spirito, perché possiamo accorgerci che la tua Pasqua si avvera nelle corsie dei nostri ospedali, tra coloro che mantengono attivi i servizi essenziali, nella fedeltà al quotidiano dentro le nostre case.»
Questa è la tua Pasqua: chi vuol essere il più grande sia il servo di tutti.

«La calamità che ci ha colpito – aggiunge Tisi – sta facendo vacillare tante nostre certezze di fede. Molte volte, cominciando da noi, uomini di Chiesa, ci siamo mossi con baldanza, senza dubbi né domande.
«Su tutto e tutti abbiamo spesso calato una parola ultima e definitiva.
«Quanto eravamo distanti da Te che, a differenza nostra, non hai avuto paura a lasciarti sfidare dalla vita e dalle sue domande e ad andare fino in fondo. Sostieni con la tua preghiera il nostro accorato grido che sembra non trovare risposta.»
E conclude: «Fa’ che ci accorgiamo che Tu non sei semplicemente un ricordo sbiadito, ma sei il Vivente che vince la morte, l’Amore che dà la vita. Grazie per i tanti martiri che lo attestano con il dono della loro vita.
«Fra loro annoveriamo anche tutti gli operatori sanitari caduti in questi drammatici giorni.
«Sono la prova che Tu sei risorto dalla morte e vivi con noi.»

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