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Mostra di Segantini «Verso la luce»: bilancio lusinghiero

Inaugurata il 12 novembre e aperta al pubblico fino al 29 gennaio la mostra è stata un successo di interesse e di visitazioni

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Conferenza stampa di bilancio, nella tarda mattinata di martedì 24 gennaio alla galleria civica «Giovanni Segantini», per la mostra «Verso la luce. Giovanni Segantini, dalla maniera scura alla pittura in chiaro», prossima alla chiusura.
A illustrare alla stampa i numeri e il gradimento della mostra, inaugurata il 12 novembre e aperta al pubblico fino al 29 gennaio, l’assessore alla cultura Guido Trebo, la responsabile dell’Ufficio cultura Giancarla Tognoni e il curatore, il dott. Niccolò D’Agati.
 
«La mostra è andata bene – ha spiegato il dott. D’Agati – soprattutto dal punto di vista pratico quello che ci portiamo a casa, oltre al fatto che la risposta del pubblico ma anche degli addetti al lavoro sia stata positiva, sono i contatti che si sono creati con i vari musei nazionali e internazionali, oltre che con importanti prestatori privati.
«Questo è innanzitutto motivo di orgoglio perché ci dà l’opportunità di far conoscere all’esterno la realtà della galleria civica di Arco, e di farlo attraverso un progetto espositivo di livello.
«E in prospettiva è importante per l’attività ventura della galleria, ponendosi nell’ottica della costruzione di un profilo della galleria rilevante in termini espositivi e in termini scientifici, che è il volano per la sua capacità di assumere un ruolo nell’ambito del contesto non solo locale ma, è la nostra speranza, anche a un livello più ampio.»
 
Il curatore ha poi ricordato il carattere peculiare di questa mostra e del relativo progetto di ricerca: ripercorrere il passaggio di Segantini «dalla maniera scura alla pittura in chiaro», com’è sintetizzato nel sottotitolo.
La mostra, cioè, descrive come Segantini sia diventato l’artista della luce e dei colori che conosciamo partendo da una pittura scura.
 
«La mostra percorre questa ricerca della luce – ha aggiunto D’Agati – e il quadro A messa ultima quasi metaforicamente la rappresenta.
«È stato possibile grazie a questi contatti che si sono creati, innanzitutto con il museo di St. Moritz e la sua direttrice Mirella Carbone che ci hanno prestato La benedizione delle pecore e A messa prima, poi i Musei civici di Pavia che ci hanno prestato La falconiera, oltre al Mart di Rovereto e a tutta una serie di prestatori privati.
«Con occasioni uniche: ad esempio, nella prima sala aver potuto riunire tre opere come La falconiera, Interno con frate e Il campanaro, che sono state insieme per l’ultima volta nel 1880.
«E ritrovamenti di opere importanti, come Interno con frate che era andato disperso nel ’37 è che è stato posto in mostra per la prima volta qui ad Arco.
«La mostra quindi nasce da questa ricerca, e appena sarà pronto il catalogo ci sarà una articolata contestualizzazione scientifica del lavoro svolto.»
 
«La mostra ha superato anche il target che ci eravamo prefissi – ha detto Giancarla Tognoni – perché siamo a domenica scorsa a 2534 visite.
«Il dato non comprende i giorni da oggi fino a domenica prossima, data di chiusura, e se si pensa che stamattina abbiamo fatto 50 visite, si capisce che possiamo aspettarci di chiudere con qualche centinaio di visitatori in più.
«I giorni di apertura, considerando che del periodo di Natale ci sono state alcune chiusure straordinarie per le festività, sono stati 57, compreso il giorno di inaugurazione, e quindi direi una grande soddisfazione.
«Sono numeri che sicuramente premiano l’impegno: lo sforzo per questa mostra è stato imponente, ma ci ha consentito dal punto di vista anche amministrativo di recuperare il contatto che avevamo con il museo di St. Moritz, che avevamo avuto molto forte negli anni attorno al 2008 quando abbiamo fatto l’altra grande mostra di Segantini.
«Abbiamo recuperato anche il contatto con il Museo d’arte dei Grigioni, che in passato aveva collaborato in catalogo ma mai ci aveva prestato opere.
«E nuove conoscenze sono quelle con i Musei civici di Pavia e con le Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo, possibili grazie al dott. D’Agati: partner nuovi che ci consentono di costruire quella rete di relazioni che per un piccolo museo come il nostro è veramente importante.»
 
«Quello che facciamo qui è ragionare sulla figura di Giovanni Segantini – ha detto l’assessore Trebo – che chiaramente è molto importante per Arco, e noi come Arcensi siamo orgogliosi di farlo. I miei predecessori hanno pensato di sviluppare questo percorso museale attorno alla figura di Giovanni Segantini; quello che ha voluto fare questa amministrazione è un passo in più: proviamo non solo a celebrare la figura di Segantini ma proviamo a indagare.
«Scoprire cose nuove: è questo che stiamo facendo. Basti pensare al prof. Gianluca Poldi, un professionista di levatura internazionale le cui indagini non invasive compiute in questa mostra hanno portato a nuove evidenze sulla storia e sulla realizzazione dei dipinti, che saranno illustrate nel catalogo.»
 
«Insomma: qualcosa di più che far vedere cose belle, noi indaghiamo sull’arte, – ha proseguito l’assessore. – Dal punto di vista politico abbiamo cercato di fare una mostra che sia sostenibile.
«Non volevamo fare uno spot momentaneo, qualche cosa che inizia e finisce, ma dare avvio a un percorso. L’importante non è solo questa mostra ma fare le prossime.
«Una grande spinta è stata quella di lavorare con St. Moritz. Quello che vedete esposto qui nella terza stanza ci è già stato chiesto e sarà esposto a St. Moritz.
«Quindi il Comune di Arco oggi è un soggetto che produce delle mostre che poi vanno in altri luoghi prestigiosi.
«Il catalogo, che è più precisamente un testo scientifico e che può contare sull’introduzione di Mirella Carbone, verrà fatto i due lingue perché sia fruibile da noi e anche a St. Moritz.»

L’assessore Trebo ha concluso rivolgendo un ringraziamento particolare a Giancarla Tognoni per la grande mole di lavoro di cui si è fatta carico per l’allestimento della mostra.

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