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«Il ruolo delle reti nella promozione del made in italy»

Alla 25ª convention mondiale delle Camere di commercio italiane all’estero interventi istituzionali, testimonianze di imprenditori e dei rappresentanti camerali

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Stamane, presso il Centro congressi di Riva del Garda, nell’ambito della 25ª Convention mondiale delle Camere di commercio italiane all’estero – organizzata dalla Camera di Commercio di Trento, dalla Camera di Commercio di Bolzano e da Assocamerestero, l’associazione delle Camere di commercio italiane all’estero – si è tenuto il convegno «Il ruolo delle reti nella promozione del made in Italy» nel corso del quale sono intervenuti numerosi relatori esperti.
Dopo i saluti dei Presidenti dei due Enti camerali di Trento e di Bolzano, del Vicepresidente della Provincia autonoma di Trento e del Presidente di quella di Bolzano, l’incontro è proseguito con due relazioni istituzionali.
 
Il primo intervento è stato quello di Gian Domenico Auricchio, Presidente di Assocamerestero il quale ha spiegato che «la Convention è il momento in cui ogni anno la rete delle Camere di commercio italiane all'estero incontra il territorio e, come dimostra l'Indagine da noi condotta con la Doxa, è proprio il saper interpretare le istanze delle aziende che ci fa preferire quando queste hanno bisogno di assistenza specializzata e business scouting all'estero».
 

 
La seconda relazione è stata illustrata da Giorgio Mencaroni, Vicepresidente vicario di Unioncamere.
«Far crescere il numero delle imprese italiane che esportano è uno dei primi obiettivi che il nostro Paese deve porsi per incrementare la presenza italiana all’estero.
«La priorità per conseguire questo risultato è favorire la rivoluzione digitale, fattore oggi sempre più centrale nel processo di rinnovamento che stanno compiendo i sistemi produttivi territoriali.»
 
L’organizzazione del convegno è dunque entrata nel vivo con l’apertura di due sessioni di approfondimento, moderate da Sebastiano Barisoni, Vicedirettore di Radio 24.
La prima, dedicata a «Le sfide: digitale, innovazione, internazionalizzazione», ha raccolto, tra le altre, la testimonianza di Paolo Ghezzi, Direttore generale di InfoCamere, che rispetto alla spinta incalzante del progresso tecnologico attualmente in atto ha parlato di «rinascimento digitale», ossia di un processo tutt’altro che semplice specialmente se si considerano le piccole dimensioni del 90% delle imprese italiane.
Ha quindi ricordato l’importanza dell’ammodernamento digitale subìto dal Registro delle imprese delle Camere di Commercio, una vera e propria anagrafe digitale in grado di fornire informazioni ufficiali per garantire la trasparenza del mercato e la sicurezza nei rapporti di business.
 

 
Interessante anche l’intervento di Andrea Granelli, esperto e fondatore di Kanso srl che ha spiegato come la sfida del digitale sia «innanzitutto una sfida culturale: per questo motivo bisogna educare al digitale.
«Non è tanto importante conoscere le sigle, usare con abilità il mouse o conoscere le funzioni dei programmi più in voga, quanto piuttosto saper valutare fra le diverse opzioni digitali, conoscerne le pre-condizioni attuative, saper fare business case, identificare effetti collaterali e lati oscuri. In poche parole, bisogna saper creare un Digital State of Mind
 
La seconda sessione, dedicata a «I territori, in Italia e nel mondo, come chiave di successo nel mercato globale» è stata introdotta dagli interventi istituzionali di Thomas Aichner, Presidente di IDM Südtirol-Alto Adige, l’azienda di servizi per le imprese della Provincia autonoma di Bolzano e della Camera di Commercio, che è intervenuto sottolineando che «per avere successo un territorio deve proporsi con un profilo credibile.
«L'Alto Adige ha lanciato il marchio ombrello Alto Adige che rispecchia i suoi valori, la sua cultura e i suoi punti di forza». E di Paolo Nicoletti, Direttore generale della Provincia autonoma di Trento che ha rimarcato «l’importanza del ruolo dei territori e delle politiche regionali nella strutturazione di strategie integrate di sostegno alla competitività e allo sviluppo internazionale dei propri attori imprenditoriali, terziari e tecnologici.»
 

 
La parola è quindi passata ai rappresentanti delle Camere di commercio italiane all’estero, suddivise per zona geografica, a cominciare dall’Area Patto andino e Centro America, per poi proseguire con l’Area Mediterraneo, Asia e Sud Africa, Sud America, America del Nord ed Europa.
I delegati hanno riferito circa le iniziative specifiche destinate ai rispettivi territori e hanno accennato anche a temi inerenti il lavoro di intermediazione, svolto nel rispetto delle specificità culturali ed economiche dei territori locali, e finalizzato al potenziamento dell’export delle imprese italiane.
Hanno inoltre approfondito il tema della percezione del made in Italy all’estero e di quali sono i prodotti e i settori di maggior interesse per le diverse aree; si sono quindi soffermati sull’influenza delle esportazioni nell’Area UE ed extra-UE con l’avvento dell’era post-Brexit, sul fenomeno dell’Italian sounding e sui suoi effetti economici.
 
Le conclusioni del convegno sono state affidate a Pierpaolo Baretta, Sottosegretario di Stato al Ministero dell’economia e delle finanze, a Benedetto Della Vedova, Sottosegretario di Stato al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, e ad Andrea Olivero, Viceministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, tutti concordi sull’importanza di affrontare argomenti tanto attuali potendo contare su una pluralità di voci che contribuiscono, ciascuna per sua competenza, a dare completezza alla discussione.
Appuntamenti come questo offrono un aiuto concreto alla costruzione di un quadro compiuto ed esaustivo, premessa fondamentale per coloro che sono poi incaricati di agire in sede governativa.

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