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Inaugurazione sabato 12 maggio con inizio alle ore 18

«Acque dolci» alla Casa degli Artisti «Giacomo Vittone» gestita dai Comuni di Arco, Riva del Garda e Tenno per la cura di Roberta Bonazza, con il patrocinio del Fai

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La Casa degli Artisti «Giacomo Vittone» apre la stagione espositiva pittorica del suo 51° anno di attività volgendo lo sguardo al paesaggio: la mostra «Acque dolci», allestita nel salone delle mostre dal 12 maggio al 6 luglio, è un viaggio visivo a filo d'acqua sulla riva di ventitré laghi grandi e piccoli, montani e di pianura del Trentino e dell'Alto Adige, dipinti da trentatré pittori trentini, italiani e del nord Europa, per quaranta opere realizzate dalla fine Ottocento a tutto il Novecento.
La mostra ha il patrocinio del Fai (Fondo Ambiente Italiano), che quest'anno con la campagna #salvalacqua ha scelto il liquido elemento come bene sul quale focalizzare l’attenzione.
 

 
Una mostra dedicata ai laghi del Trentino (dove ne sono mappati quasi 300) e dell'Alto Adige (dove se ne trovano più di 200), elementi discosti ma fondamentali di una vitalità paesaggistica che affiora, ora lieve ora prepotente, dalle tele di pittori diversi, che ugualmente, in momenti storici differenti, li hanno scelti quali soggetti del proprio gesto artistico.
Un percorso espositivo il cui punto di osservazione è Canale, toponimo d’acqua, borgo medievale che veglia dall’alto il grande Benaco e contempla al suo fianco il piccolo, incantevole lago di Tenno.
 

 
Una iniziativa culturale che esprime la volontà dei Comuni di Tenno, Arco e Riva del Garda di un lavoro che metta in primo piano la bellezza del paesaggio e il valore dell’acqua, quest'ultimo sottolineato autorevolmente dal patrocinio del Fai, che ha dedicato il 2018 al «principale elemento presente sulla superficie terrestre e il costituente fondamentale degli organismi viventi».
I laghi in mostra sono il lago di Molveno, il lago di Ritorto, il lago dello Spinale, il lago Scuro, i laghi di Fedaia, di Campo Carlo Magno, di Carezza, di Toblino, di Garda, di Levico, di Caldonazzo, di Ledro, di Tenno, il lago Selle, il lago di Canzolino, il lago di Tovel, il lago al Passo Rolle, i laghi di Misurina, di Loppio e di Braies.
 

 
Sono opera di Josef Schoyerer, Gottfried Hofer, Giuseppe Soraperra, Luigi Pizzini, Carlo Sartori, Neno Mori, Richard Fuchs, Luigi Bonazza, Heinz Pinggera, Giulio Benedetto Emert, Giacomo Vittone, Karl Pferschy, Silvio Vitti, Giulio Cesare Prati, Eugenio Prati, Romualdo Prati, Giuseppe Angelico Dallabrida, Argo Castagna, Oreste Albertini, Maximilian Liebenwein, Camillo Rasmo, Orazio Gaigher, Albert Hertel, Gustav Nissel, Umberto Maganzini, Bartolomeo Bezzi, Augusto Tommasini, Orazio Pigato, Mario Bettinazzi, Luigi Vicentini, Remo Wolf e Maria Stoffella Fendros.
 

 
«Da quassù si vede il lago, esclamano i turisti, rapiti – si legge nel catalogo della mostra – o lo pensano senza dirlo i camminatori che salendo dall’Alto Garda raggiungono curva dopo curva, terrazza coltivata dopo terrazza coltivata il Tennese. C'è chi fissa il grande specchio d’acqua del Garda con uno scatto fotografico, chi si ferma più a lungo ad ammirarlo, avvolto dall'emozione che da sempre la contemplazione della natura infonde negli animi. Poco più avanti sulla strada che sale verso le montagne, un improvviso richiamo turchese: il lago di Tenno, la forma circolare leggermente addolcita ai fianchi, il colore intenso e luminoso dentro il bracciale della vegetazione di noci, larici, abeti, noccioli, castagni, meli selvatici e salici. Ogni lago porta con sé una «prima veduta» che ne svela la particolarità del paesaggio, nel dialogo con tutto ciò che sta intorno.»
 

 
«A differenza dell’acqua del fiume, che scorre e porta lontano – si legge, ancora, nel catalogo della mostra – o dell’acqua del mare, che tumultuosa apre all’infinito, il lago con le sue acque chete ha una particolare misura umana. È attraversabile da sponda a sponda, spesso è balneabile, ha una comunità, un paese, una passeggiata che lo circonda. Il lago entra nelle vite delle persone che lo abitano, si impasta con i ricordi da bambini, con i racconti dei vecchi, con i momenti del lavoro, con i primi amori e i primi dolori. Ciò che più colpisce nelle diverse rappresentazioni pittoriche dei laghi in mostra è la luce. Una luce che rispecchia e che riflette, risultato dell’effetto che l’acqua permette nella sua fluida accoglienza. I laghi di montagna accolgono le vette che, specchiandosi, dall’alto precipitano in basso, portandosi improvvisamente vicino al nostro sguardo. Un gioco di accoglienza della materia pesante nella dimensione morbida dell’acqua del lago. Un effetto che non ha la consistenza rigida come quella di uno specchio di vetro, che fornisce un’immagine statica, ma che la muove, riflettendola in maniera un poco offuscata e un poco misteriosa.»
 

 
La mostra «Acque dolci» è realizzata dalla Casa degli Artisti «Giacomo Vittone» (gestita dai Comuni di Arco, Riva del Garda e Tenno, quest'ultimo ente capofila) per la cura di Roberta Bonazza, con il patrocinio del Fai.
È aperta alla visita tutti i giorni tranne il lunedì dalle 10 alle 18 con ingresso libero.
Dal 12 maggio al 3 giugno, inoltre, nelle sale degli avvolti quaranta artisti del gruppo Arti Visive di Arco espongono i loro lavori di pittura e scultura, realizzati con la guida del maestro Renato Ischia: «Quattro passi nell'arte» è uno sguardo particolare sull'opera scultorea di Bartolomeo Gobbi, che si inaugura in contemporanea alla mostra «Acque dolci» e ha lo stesso orario di apertura.

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