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Forte Garda: una partecipata inaugurazione

Si è svolta nella mattina di oggi la cerimonia di riapertura e inaugurazione di forte Garda, dopo la conclusione dell'intervento di ristrutturazione

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Si è svolta nella mattina di domenica 17 giugno la cerimonia di riapertura e inaugurazione di forte Garda, dopo la conclusione dell'intervento di ristrutturazione che ha interessato un'ampia porzione degli spazi interni, e che ora rende possibile la visita di ampie aree finora inaccessibili e in gran parte invisibili, tra cui una delle due torrette, dalla quale per la prima volta si può godere di uno straordinario punto di osservazione.
Notevole la partecipazione di pubblico.
 
Quella che si è appena conclusa è la terza e conclusiva fase dei lavori; la prima è stata realizzata tra il 2012 e il 2014 nei forti Garda e Batteria di Mezzo, le opere più consistenti riguardarono forte Garda, con il recupero di parte degli ambienti sul lato sud del piano terra, la pulizia della vegetazione e del fossato di gola, il ripristino e l’impermeabilizzazione della copertura e la sua protezione con un parapetto metallico.
Con la seconda fase, conclusa nel 2017, si è proceduto a un ulteriore recupero degli spazi di forte Garda, e con la terza fase, appena conclusa, si è reso accessibile l'intero forte.
Sarà infatti possibile percorrerlo nella sua totalità, attraversando le numerose stanze e i corridoi, fino a poter accedere, per la prima volta, a una delle due torrette centrali, pressoché speculari, finora sigillate (con il progresso dell'efficienza delle artiglierie furono completamente riempite di cemento, allo scopo di rinforzare la corazza del forte).
L'intervento, iniziato il 5 marzo scorso, è costato 220 mila euro. Gli altri due lotti sono costati 710 mila il primo e 150 mila euro il secondo, per un totale di 1.080.000 euro.
 

 
Ora la completa visibilità del forte e la sua percorribilità permettono di comprendere il funzionamento dell'organizzazione interna e mettono a disposizione ambienti sufficientemente ampi per raccogliere brevemente gruppi di visita. Per consentire l'accesso agli spazi interni, si è provveduto a un ulteriore consolidamento dei paramenti murari e all'integrazione dell'impianto di illuminazione, oltre che alla realizzazione di alcuni collegamenti con passerelle e gradini.
Il sistema fortificato del monte Brione è un’opera che con la stratificazione degli interventi ha assunto una dimensione imponente, unica per la tecnica costruttiva militare.
Dismessi da quasi cent'anni, oggi i manufatti s’intrecciano in un ambito naturalistico prezioso riconosciuto a livello europeo; il monte Brione, quindi, è fulcro di un sistema paesaggistico al cui interno la trama costruita a difesa del confine dell'Impero austro-ungarico diventa occasione per lanciare un nuovo sguardo.
 
Alla cerimonia hanno preso parte per l'Amministrazione comunale gli assessori Alessio Zanoni (lavori pubblici e patrimonio) e Renza Bollettin (cultura), l'ingegnere capo Sergio Pellegrini e il geom. Marco Bertolini; per il Museo Alto Garda Alessandro Riccadonna e Lodovico Tavernini con la coordinatrice Claudia Gelmi; per il Comune di Arco l'assessore alla cultura Stefano Miori; con loro i referenti dello studio Plan Architettura di Arco, architetti Giorgio Losi e Andrea Rigo (che hanno firmato il progetto), e delle ditte che hanno eseguito i lavori; ancora, per il Gruppo Alpini di Sant'Alessandro (che collabora nell'apertura al pubblico del forte) il capogruppo Diego Tonetta, oltre a numerosi rappresentanti delle associazioni culturali.
 

 
«Venerdì ero presente all’inaugurazione di una nuova mostra al Mag sul tema della guerra -ha detto l'assessore Alessio Zanoni- la quarta che ora è visitabile nel nostro museo, e una di queste è permanente e riferita ai fatti bellici del Novecento nell'Alto Garda, con una sezione dedicata ai Martiri del 28 giugno.
«Mi sono interrogato mentre assistevo all’inaugurazione: questa forte attenzione posta oggi ai temi della guerra mi ha portato a pensare che sia in qualche modo un tentativo, più o meno inconscio, di esorcizzare la guerra.
«In questo contesto storico e geopolitico difficile e fortemente incentrato su una tendenza politica che divide, separa, rompe, chiude, in netta contrapposizione con una logica altra, legata alla ricerca dell’incontro, della condivisione, della convivenza, in questo contesto sentiamo meno stabile il concetto di pace.
«La pace è un concetto stabile o è solo un periodo, più o meno lungo, fra due guerre? Oggi infatti troppi pensano che le ricette semplici e sbrigative possano governare le crisi di questo mondo; la cultura invece ci aiuta a riflettere e ad andare in profondità.
«La cultura ci aiuta a riconoscere le differenze di pensiero; alle volte anche le similitudini fra ciò che è stato e ciò che potrebbe ritornare. C’è forse qualche nesso fra l’imperialismo sfrenato dell’inizio del secolo scorso che portò gli imperi del tempo a frantumarsi l’uno contro l’altro, e questo nuovo corso politico denominato sovranismo, che punta a difendere e a riconquistare una sovranità nazionale rispetto a un percorso già avviato che invece prova a far nascere davvero l’Unione europea?
«In questa logica si inserisce questo percorso di recupero dei forti del monte Brione, che giustifica questi importanti investimenti del nostro Comune, che sono da intendersi solo ed esclusivamente come un obbiettivo di natura culturale.
«E sotto questo profilo credo che gli eventi più belli che qui dentro si potranno organizzare debbano puntare a far sì che questi luoghi ci parlino da soli, per lasciarci interrogare da ciò che è stato. Dobbiamo far sì che l'aspetto e l’atmosfera di questi luoghi rimanga intatta nel tempo, così da costituire un monito contro la guerra e una esortazione alla difesa costante, instancabile della pace.»
 

 
L'assessora Renza Bollettin ha sottolineato come si stia parlando di un luogo legato a fatti storici di rilevante importanza, la cui valorizzazione ha quindi un significato squisitamente culturale.
«Era doveroso recuperare i forti del monte Brione per metterli a disposizione del grande pubblico, così che in un'epoca di tanti conflitti sparsi nel mondo intero, questi edifici ce li ricordino tutti.
«Sul tema della Prima guerra mondiale il Mag ha fatto e sta facendo tanto, ricordo le iniziative più recenti, quali lo spettacol L'angelo del soldato, una intensa, commovente rappresentazione dell'Europa del primo Novecento sconvolta dalla guerra, e la mostra di Paolo Ventura Racconti di guerra.
«Occuparsi di questo tema è doveroso per un museo e per una Amministrazione comunale, così come era precisamente un dovere recuperare questi forti, che sono stati sottoposti a un restauro rispettoso e meditato.
«E che continueranno a essere gestiti dal Mag, che è la nostra cultura e la nostra identità, nell'interesse della conoscenza e della memoria.»
 

 
L'ingegnere capo del Comune Sergio Pellegrini ha rimarcato l'imponenza della sfida che ha rappresentato il recupero di forte Garda.
«Quando siamo partiti con il primo lotto non sapevamo fino in fondo cosa avremmo trovato, proseguendo ci siamo resi conto dell'esistenza di tanti spazi riempiti col calcestruzzo e alla fine abbiamo scelto di proseguire, rimuovendo enormi quantità di calcestruzzo e intervenendo sulla struttura portante, in condizioni davvero precarie.
«Tutte le ditte si sono fatte contagiare dalla nostra passione e hanno lavorato al meglio, consentendoci di rispettare i tempi che ci eravamo imposti: arrivare, oggi 17 giugno 2018, all'inaugurazione.»
L'ingegner Pellegrini ha poi voluto ricordare l'impegno, la professionalità e la straordinaria dedizione del capocantiere, il sig. Nicola Prosser della ditta Bronzini, assente alla cerimonia per un altro, concomitante impegno.
 

 
L'architetto Giorgio Losi ha spiegato come il restauro da una parte sia stato rispettoso e prudente, dall'altra sia intervenuto con innovazioni e aggiunte, in un necessario percorso di interpretazione degli spazi e di realizzazione di un tragitto di visita.
Il collega Andrea Rigo ha parlato del grande feeling che si è creato tra i numerosi attori del restauro, che ha consentito di superare le non poche difficoltà incontrate; e ha riassunto il significato del recupero dei forti del monte Brione in due punti: la memoria e l'ammonimento rispetto ai fatti storici che rappresentano, e la creazione di percorsi che rendano possibile la loro visita da parte del pubblico.
 
L'assessore di Arco Stefano Miori ha sottolineato come il restauro dei forti del Brione sia frutto della creazione del Museo Alto Garda, che va oltre i confini dei Comuni e fa cultura in modo qualificato e partecipato.
In questo caso, rispondendo all'incertezza del tempo presente nell'unico modo possibile: con la cultura. Infine, ha rivolto un plauso al Comune di Riva del Garda per aver voluto e realizzato un intervento enorme, durato vari anni e costato oltre un milione di euro, consegnando all'Alto Garda e al mondo un patrimonio di grandissimo valore e una testimonianza importante della storia del Novecento.
 

 
Alessandro Riccadonna per il Mag ha ricordato che il forte Garda rimarrà aperto alla visita a ingresso libero fino al 14 ottobre, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 17 (maggiori informazioni sul sito web del Mag, www.museoaltogarda.it); inoltre, tutti i venerdì fino al 14 settembre il Museo Alto Garda propone un servizio di visite guidate, alle ore 10 in italiano e, novità, alle ore 11 in inglese, al costo di 3 euro (informazioni: 0464 554444, info@gardatrentino.it).
Lo storico del Mag Lodovico Tavernini, dopo aver ricordato come una sollecitazione al recupero dei forti del Brione sia venuta anche dalle scuole, nell'ambito dell'attività didattica del Mag, ha tenuto una completa visita guidata, seguita da un ampio pubblico.

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