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Anche le spoglie del rivano Lino Omezzolli riposano a Cargnacco

La solenne cerimonia di tumulazione dei resti suoi e di altri 99 Caduti si è tenuta alla presenza del nipote di Lino, della sorella Giulia e il sindaco Adalberto Mosaner

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Le spoglie del rivano Lino Omezzoli, scomparso in Russia nel dicembre del 1942, riposano nel tempio nazionale «Madonna del Conforto» di Cargnacco a Pozzuolo del Friuli, in provincia di Udine.
La solenne cerimonia di tumulazione dei resti suoi e di altri 99 Caduti si è tenuta nella mattina di sabato 23 giugno, presenti Gianni Omezzolli, nipote di Lino, a lungo capogruppo degli alpini di Riva del Garda, la sorella Giulia, il capogruppo attuale Fabrizio Angelini, Tommaso Zona e Luigi Baroldi. Con loro, il sindaco Adalberto Mosaner con il gonfalone della città.
Cento urne avvolte nel tricolore sono state deposte nel sacrario dedicato alle migliaia di Caduti della tragica campagna di Russia.
Ad accompagnarle altrettanti militari, che hanno sfilato fino al tempio portandole a braccia.
Prima della tumulazione, una cerimonia religiosa e una militare, nel piazzale antistante il sacrario, hanno reso gli onori solenni ai Caduti, dei quali solo di sei - grazie alla piastrina di riconoscimento in dotazione a ogni soldato - hanno un’identità.
 

 
Oltre a Lino Omezzolli, appartenente al 79° Reggimento Fanteria Pasubio, sono Giuseppe Muselli di San Bassano (Cremona), del 14° Battaglione Camicie Nere Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale; Pasquale Iorio di Sessa Aurunca (Caserta), 79° Reggimento Fanteria Pasubio; Pietro Ramoino, nato a Pontedassio (Imperia), 201° Autoreparto; Lorenzo Scaramella di Samolaco (Sondrio), 30° Battaglione Genio Guastatori; e Eugenio Mazzesi di Ravenna, appartenente al 9° Battaglione misto genio.
I resti dei cento soldati italiani scomparsi in Russia, accompagnati dai militari in armi, sono stati salutati dalla fanfara alpina della Julia.
Prima della tumulazione, la Messa in chiesa. Sono stati momenti solenni e di grande commozione, in particolare per i parenti dei Caduti, dei quali i più avevano perso la speranza di poter riportare in patria i propri cari.
Lino Omezzolli, classe 1910, ufficialmente disperso dal dicembre 1942, ha il nome scolpito nella lapide che ricorda, alla chiesetta alpina di San Michele, i militari rivani mai ritrovati.
Lino, fante del reggimento Pasubio, nel luglio del 1941 partì per la campagna di Russia, che si stima sia costata all’esercito italiano tra i 90 e i 100 mila morti.
 

 
La ricerca, il rimpatrio e la sistemazione dei Caduti sono stati realizzati dal Commissariato generale per le onoranze ai Caduti in collaborazione con l'Ambasciata d'Italia a Mosca.
Le spoglie sono rientrate in Italia, a Venezia, lo scorso 15 maggio, dopo la resa degli onori militari in Russia.
Novantasei Caduti provengono dalla regione di Voronez, quattro dalla regione di Rostov.
Si tratta di aree in cui si combattè la famosa «seconda battaglia difensiva del Don» o dove transitarono le truppe dell’ottava Armata italiana in Russia (Armir).
I resti di Lino Omezzolli sono stati ritrovati nel 2014 nei pressi della città di Krasnogorovka, nel sud-est dell’attuale Ucraina.

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