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Scoperti dalla Guardia di Finanza di Riva 89 lavoratori in nero

Tutte donne, erano impiegate in attività promozionale in centri commerciali e supermercati di tutta Italia

I Finanzieri della Tenenza di Riva del Garda hanno concluso una verifica fiscale a una società operante nel settore delle campagne di marketing e dei servizi pubblicitari, rilevando l’omessa dichiarazione di imposte dirette, IVA e contributi per oltre 160mila euro e, a seguito degli sviluppi investigativi a livello nazionale, contestando l’impiego di 89 lavoratrici in nero (oltre due terzi della forza lavoro).
Dai controlli svolti a seguito della verifica fiscale effettuati sulle fatture relative alla pubblicità di cosmetici e profumi, è emerso che la società si era avvalsa nel tempo di 145 lavoratrici, tutte donne di età compresa tra i 18 e i 50 anni, per effettuare attività di promozione di prodotti di bellezza; i Finanzieri hanno approfondito gli aspetti legati alla corretta instaurazione del rapporto di lavoro ed all’osservanza delle prescrizioni in materia contributiva ed assistenziale.
 
Le Fiamme Gialle rivane hanno instaurato una collaborazione sinergica con i competenti organismi ispettivi, previdenziali e del lavoro provinciali, sentendo in atti tutte le lavoratrici, per ricostruire l’attività effettivamente prestata e quantificare esattamente le giornate e le ore di lavoro; all’esito dei controlli, delle 145 lavoratrici censite 56 sono risultate in regola, mentre ben ottantanove dipendenti sono risultate in nero.
Le 89 promotrici hanno confermato di aver prestato attività lavorativa, nei fine settimana, per periodi tra i due ed i cinque giorni ed orari medi di otto ore, conseguendo una retribuzione giornaliera di circa 50 euro.
 
La loro opera ha interessato centri commerciali e supermercati su tutto il territorio nazionale, con prevalenza nel Nord Italia, specialmente in Lombardia e Piemonte.
Il «meccanismo del nero» seguiva questo schema: il rappresentante legale e i collaboratori della società contattavano le aspiranti promotrici telefonicamente o via posta elettronica, proponendo loro l’impiego presso supermercati o punti vendita per la promozione di cosmetici; ottenuta la disponibilità, facevano sottoscrivere un «contratto di lavoro a chiamata» e una «lettera d’incarico per prestazioni lavorative occasionali», attraverso i quali istruivano il personale sulle mansioni da svolgere e sugli orari di lavoro.
 
Ad ogni promotrice veniva poi fornita una lettera di presentazione da esibire ai responsabili dei punti-vendita, che mettevano a disposizione il materiale pubblicitario.
Sin qui, il rapporto di lavoro era costituito regolarmente; tuttavia, a questo punto, veniva omessa la comunicazione di instaurazione del rapporto lavorativo, omettendo anche di assicurare le lavoratrici contro gli infortuni e di versare i contributi loro dovuti.
 
Sulla base delle dichiarazioni raccolte dalle dipendenti e dall’analisi dei contratti e delle lettere di incarico, i Finanzieri, con il fondamentale supporto dei competenti organismi ispettivi, previdenziali e del lavoro provinciali, hanno potuto qualificare l’opera prestata dalle lavoratrici nella voce «Aiuto commessa – 5° livello – con contratto a chiamata», prevista dal contratto nazionale del c.d. «terzo settore», calcolando l’omissione contributiva totale in circa 12.000 euro.
Le 89 lavoratrici sono state poi segnalate ai competenti organismi ispettivi, previdenziali e del lavoro provinciali per la riqualificazione a loro favore della posizione retributiva e contributiva, per un totale di 446 giornate, pari a 3.489 ore di lavoro effettivamente prestate.
 
Alla società è stata contestata la maxi-sanzione amministrativa prevista dall’art. 3, c. 3 del D.L. n. 12/2002, per un importo edittale massimo di circa 1,5 milioni di euro, cui potrà accompagnarsi un provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale, prevista dall’art. 14 del D.Lgs. n. 81/2008 («Testo Unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro»), atteso che è stato riscontrato l’impiego di personale in nero per oltre il 20% dei lavoratori in forza alla società.
L’attività di servizio eseguita testimonia l’importanza dell’azione di controllo economico-finanziario del territorio svolto dalla Guardia di Finanza e il costante impegno profuso dalle Fiamme Gialle a tutela del mercato del lavoro e nella difesa degli operatori economici onesti da forme di concorrenza sleale.

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