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Riva del Garda, giorni 10 e 11 luglio 2019

Addestramento congiunto dei Carabinieri con i Vigili del fuoco volontari

Nelle serate del 10 e 11 luglio i Vigili del Fuoco Volontari e Carabinieri di Riva del Garda hanno effettuato degli incontri addestrativi congiunti sulla «gestione delle situazioni d’emergenza».
Sovente le Forze dell'Ordine abbisognano del supporto specialistico dei Vigili del Fuoco, e viceversa, durante l'espletamento delle proprie attività quotidiane.
Un esempio ne è l'apertura di una porta dove dall'altra parte si sa della presenza di un soggetto, ma spesso non si conoscono le intenzioni e lo stato psico-fisico della persona, magari barricato pericoloso o armato o instabile.
 
Per questo motivo, dall'unione di intenti di cui si sono fatti promotori sia il Corpo dei Vigili del Fuoco Volontari di Riva del Garda per opera del Comandante Graziano Boroni e del Capoplotone Romulo Guizzeti che la Compagnia Carabinieri di Riva del Garda per opera del Capitano Marcello Capodiferro, coadiuvato dal Mar. Magg. Nicola Esecuzione e dall’App. Sc. Filippo Roverso, Istruttori di tiro della Legione Carabinieri Trentino Alto Adige, specializzati nelle situazioni d’intervento d’emergenza, si è organizzato un momento addestrativo congiunto che si è tenuto in due serate di 3 ore ciascuna, presso la sede dei Vigili del Fuoco Volontari di Riva del Garda, in modo da coinvolgere più personale possibile.
 
Tutto questo deriva dall’esperienza sul campo maturata dal personale in tanti anni di interventi.
I vigili del fuoco hanno bisogno del supporto della forza pubblica durante lo svolgimento dell'intervento di apertura porta per il fatto che il richiedente deve essere identificato e allo stesso tempo essere certi che sia titolare di un diritto su dell’immobile, onde evitare di incorrere in un concorso di reato con il richiedente.
Il continuo e storico rapporto col territorio porta i Carabinieri a conoscere dettagli di vita dei cittadini indispensabili per ridurre le sorprese che ci si possono trovare di fronte.
 
Per contro i Carabinieri necessitano del supporto dei Vigili del Fuoco in quanto non possiedono tutta l'attrezzatura necessaria per far fronte in modo efficace all'apertura urgente di una porta, si pensi ad esempio al kit apertura porta, alle attrezzature di forza come le pinze idrauliche o i pistoni, oppure ancora a scale a gancio per entrare dai balconi o all'autoscala.
Allo stesso tempo tramite altri strumenti quali esplosimetri o cercafughe si può identificare una eventuale fuga di gas e definire quanto questa possa essere pericolosa per il personale impegnato nell'intervento.
Oppure capire, con la porta ancora chiusa, se all'interno dell'appartamento sia in corso un principio d'incendio tramite l'utilizza sia della termocamera che dell'esperienza del singolo vigile del fuoco volontario.
 
Come ha dichiarato il comandante Boroni nel discorso di saluto all'apertura del corso, non ci si è mai, fino ad ora, seduti attorno ad un tavolo interforze per definire dei protocolli d'intervento. Questo è infatti il primo momento in cui Carabinieri e Vigili del Fuoco prendono visione, in un momento di calma, delle attrezzature, delle protezioni e dei metodi di lavoro di entrambi.
Il capitano Capodiferro, ringraziando i vigili del fuoco per l'ospitalità, ha puntato anche sulla sicurezza del personale nel proprio saluto.
È infatti solo conoscendo il tallone d'Achille dell'altro, spiega, che lo si può davvero proteggere là dove serve facendo squadra e senza delegare tutto all'esperienza del singolo.
 
Entrando nel vivo del momento addestrativo, le prime spiegazioni dell'Appuntato Scelto Roverso hanno puntato a far capire che per far operare in una sinergia corretta due forze quali sono i Carabinieri ed i Vigili del Fuoco ci si deve dare delle regole, dei protocolli.
Perché, ha aggiunto Roverso, il feeling che c'è tra due Carabinieri di pattuglia o tra due Vigili del Fuoco della stessa squadra dove è sufficiente un gesto o uno sguardo per portare avanti l'intervento senza la necessità di parlare non lo si potrà ritrovare tra Istituzioni diverse.
Se feeling e protocolli sono l'inizio di un buon intervento i passi successivi sono necessari per rischiare il meno possibile nelle fasi successive della trattativa tra forze dell'ordine e soggetto coinvolto.
Ed ecco che quindi anche la posizione di lavoro per il vigile del fuoco e per il carabiniere che lo protegge possono fare la differenza.
 
Stare infatti dalla parte opposta a quella dei cardini della porta offre già una protezione di base che evita di trovarsi sulla linea di tiro naturale del soggetto.
Nella parte pratica due sono state le simulazioni.
La prima, in uno spazio aperto in modo che tutti i partecipanti al corso potessero vedere e sentire, ha riprodotto l'intervento di persuasione del soggetto in modo che in autonomia aprisse la porta.
Non riuscendo questa operazione si è provveduto a far aprire la porta ai vigili del fuoco e quindi a proteggerli, da parte dei Carabinieri, da eventuali ribellioni o ritorsioni del soggetto fino ad arrivare alla cattura.
La seconda è stata inscenata negli ambienti seminterrati della caserma dei volontari ed ha voluto simulare l'apertura della porta con la successiva fase, riservata al personale dell’Arma, di ricerca in ambiente semibuio, bonifica delle stanze, messa in luogo sicuro durante la perlustrazione del corridoio ed arresto del soggetto armato.
 
Per quanto riguarda i vigili del fuoco questo è solo l'inizio, è un work in progress che si potrà benissimo estendere ad altri corpi o ad altre unioni distrettuali. Anche per i Carabinieri questo è stato un primo approccio a questo genere di addestramento congiunto, unico in Italia, che su queste basi verrà riproposto a livello provinciale e Regionale.
Alle serate ha portato il proprio saluto anche Adalberto Mosaner, Sindaco del Comune di Riva del Garda, quale diretto responsabile dei Vigili del Fuoco, a cui è stato illustrato il senso degli incontri e le tecniche utilizzate nel corso degli interventi d’emergenza.

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