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Dalle 14.30 alle 0.45 in Pronto Soccorso di Trento

Più di 10 ore di attesa per sentirsi dire che si tratta di «tendinite aponeurosi plantare»

Pubblichiamo qui di seguito la mail che ci ma inviato una cittadina di Trento che ha avuto la disavventura di ricorrere al Pronto Soccorso dell’Ospedale S. Chiara in seguito a un improvviso e lancinante dolore al piede.
Forse anziché ricorrere al Pronto Soccorso doveva presentarsi alla Guardia medica.
Forse doveva chiamare il numero unico 112 che le avrebbe detto cosa fare.
Ma quando accadono queste cose, il più delle volte non si sa cosa fare. E si è fatta portare al Pronto Soccorso.
Sicuramente c'erano dei codici pià urgenti del suo in lista, ma nessuno
al Pronto Soccorso si è preoccupato delle 10 assurde ore di attesa della paziente. 
Quanto meno potevano indicarle la via migliore per affrontare e risolvere il suo problema in un posto diverso dal Pronto Soccorso.
In tutti i casi, non interessarsi per così tanto tempo di una persona che soffre è contrario ad ogni logica medica, che dovrebbe avere sempre a cuore lo stato del paziente.
I pazienti, lo ricordiamo, sono inesperti per definizione e nell'emergenza hanno bisogno di assistenza, sempre.

Caro Direttore,
dopo un’esperienza ospedaliera infelice, desidero condividere con lei e con i suoi lettori alcune considerazioni: un dolore improvviso e violento al piede mi ha fatto accasciare a terra nel sottopasso di via Canestrini.
Non so se ho urlato per il dolore. Un ragazzo di colore che stazionavo lì, mi ha prontamente aiutato ad alzarmi, poi una coppia mi ha portata su per le scale. Io non potevo mettere il piede a terra.
 
Ho chiamato mio figlio che in pochi minuti è arrivato e mi ha accompagnato in auto al pronto soccorso dove sono stata accettata alle 14.43.
L’addetta all’accettazione sanitaria mi ha misurato la pressione arteriosa e l’ha trovata alta; toccandomi il piede, ha capito che non c’erano fratture e dunque sono entrata in sala d’attesa con codice bianco.
E lì sono rimasta fino alle 21.04, quando ho chiesto alla stessa addetta di velocizzare per quanto possibile un controllo medico. Il piede doleva e la testa mi scoppiava.
 
Il Codice diventa verde e finalmente arriva la visita alle 22.16: pressione arteriosa 204/96.
Radiografie e nuova attesa, dopo un’iniezione per abbassare la pressione.
Niente fratture, dimissioni alle 0.45, con bendaggio leggero (così leggero che scende da solo) e prognosi di due giorni.
La diagnosi recita: «Verosimile tendinite aponeurosi plantare.»
Sono tornata a casa stremata e rabbiosa perché non è degno della città che occupa il secondo posto nazionale per vivibilità lasciare un/a paziente abbandonata in astanteria senza che un medico dia uno sguardo o faccia una pre-diagnosi, per 7 ore e mezzo!
Riconosco che il personale è gentilissimo, ma non basta!
 
Ora sono passati due giorni, il male al piede continua, medito di andare altrove per capire cosa mi sia successo.
Dimenticavo di sottolineare che ho pagato € 34.65 e che il verbale di pronto soccorso che mi è stato consegnato mi informa – questo sì velocemente, in tempo reale – che per il percorso di cura il costo effettivo è di 55.30 euro.
Credo che non sia il caso di rubare tempo ai lettori per commentare. Non mi resta che ringraziare le tre persone che mi hanno soccorsa.
 
La ringrazio dell’attenzione,
Luciana Grillo

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