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«Vivere bene, nonostante il diabete: si può!» – Di Luciana Grillo

Tavola rotonda organizzata dall’Associazione Mafalda Donne Trento-APS

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Ancora una volta l’Associazione Mafalda Donne Trento - APS ha colto nel segno ier organizzando al Grand Hotel Trento una tavola rotonda sul diabete: la presenza di un pubblico interessato al tema e molto numeroso ha obbligato le organizzatrici a far portare un bel numero di sedie supplementari perché nessuno rimanesse in piedi.
Dopo il saluto cortese della presidente Carolina Bazerla Marangoni, ha preso la parola la dottoressa Tiziana Romanelli che, con estrema chiarezza e semplicità, ha rilevato quanto sia impattante il problema diabete sia dal punto di vista sociale, che sanitario, che economico.
 
Dal punto di vista sociale, è una malattia molto diffusa, invalidante, che può essere causa di varie complicazioni, dalle amputazioni alla cecità, dalle malattie cardiovascolari alla scadente funzionalità renale: colpisce individui sovrappeso, anziani, dallo stile di vita sedentario.
Dal punto di vista sanitario, dato il numero di ammalati, impegna i medici nelle terapie e nell’assistenza.
Dal punto di vista economico, ogni paziente diabetico costa all’Azienda sanitaria tre, quattro volte di più di un paziente non diabetico.
In Trentino sono presenti 28.000 diabetici, perciò è necessario programmare interventi mirati ed economicamente sostenibili.
 
È stata poi la volta del dottor Massimo Orrach che, con sorridente competenza, ha ricordato che lo stile di vita corretto può ridurre la possibilità dell’insorgenza del diabete del 60, 70%.
Bisogna puntare sull’alimentazione adeguata, sul movimento, sull’istruzione perché – dati alla mano – a minore istruzione corrispondono più sedentarietà, obesità e insorgenza del diabete.
Quanto al movimento, il relatore ha spiegato che non basta andare a passeggio casualmente, è necessario che l’attività fisica sia programmata e strutturata per ridurre non soltanto la glicemia, ma anche il peso, il tessuto adiposo, la pressione arteriosa, il colesterolo.
 
Di alimentazione ha parlato la dottoressa Giancarla Arfiero, che ha sottolineato la necessità di una dieta equilibrata, in cui non manchino i carboidrati, le proteine (animali o vegetali), i grassi… ma tutto con misura.
Ha ricordato che le verdure devono sempre far parte del menu perché non incidono sulla glicemia, ma bisogna essere attenti alla quantità dei condimenti, mentre la frutta va scelta con cura, perché comunque contiene il glucosio; così come suggerisce di evitare la frutta secca (prugne, albicocche, ecc.) a favore della frutta oleosa (noci, mandorle…) che non contiene zuccheri.
 
Particolarmente interessante è stato l’intervento di un testimone che ha raccontato la sua storia, la scoperta improvvisa e inattesa della malattia, i cambiamenti nella sua vita, le vacanze in bicicletta in giro per il mondo che continuano, nonostante il diabete.
L’esposizione chiara dei relatori ha suscitato riflessioni e stimolato domande, a cui i tre dottori hanno risposto sempre con disponibilità e competenza.
Un’opera dell’architetto-artista Roberto Codroico è stata donata dalla presidente ai dottori Romanelli, Orrach e Arfiero, membri del Centro Diabetologico dell’Ospedale Santa Chiara di Trento e punti di riferimento affidabili per gli ammalati.
 
Il pubblico ha ringraziato vivamente l’Associazione Mafalda, sempre attenta a coinvolgere persone preparate che in qualche modo possano semplificare la vita di noi tutti.
 
Luciana Grillo - l.grillo@ladigetto.it

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