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Al via il percorso «DEStinazione Economia Solidale»

Presentato oggi presso la sede della cooperativa sociale Alpi il progetto formativo e di networking promosso dal Tavolo dell’Economia Solidale e dalla PAT

98 aziende per un fatturato totale di 99 milioni di euro e quasi 1500 dipendenti.
Sono questi i dati 2017 dell’Economia Solidale presentati stamattina da Mario Simoni, referente per la Segreteria del Tavolo dell’economia solidale.
In questo contesto produttivo sono nati e si stanno sviluppando alcuni Distretti dell’Economia Solidale intesi quali circuiti capaci di valorizzare le risorse territoriali in base a criteri di equità sociale e di sostenibilità ambientale e socio-economica.
Un sistema con al centro l’uomo e l’ambiente, che coniuga sviluppo con equità, occupazione con solidarietà e risparmio e che è stato disciplinato dalla Provincia automa di Trento con le leggi n.13 del 2007 e del 2010, uniche norme in Italia che oltre e riconoscere questo modello lo sostengono economicamente.
 
«Con queste norme – ha affermato il vicepresidente e assessore allo sviluppo economico e lavoro della Provincia autonoma di Trento – abbiamo tracciato una direzione irreversibile di sostenere istituzionalmente un modo diverso di fare economica, l’unico modo per uscire dalla crisi. Oggi bisogna lavorare sulla sua diffusione attraverso la formazione e l’informazione e la sensibilizzazione culturale.»
Ed è in questa direzione che è stato pensato il progetto «DEStinazione Economia Solidale», sostenuto dal Tavolo Provinciale dell'Economia Solidale e dalla Provincia autonoma di Trento, con la collaborazione di Consolida: un percorso integrato di formazione, informazione e ricerca-studio, presentato oggi a Trento presso la sede della cooperative sociale Alpi e rivolto a una pluralità di interlocutori della società civile, dell’economia, dell’imprenditoria sociale, agricola, e delle istituzioni pubbliche con l’obiettivo di moltiplicare l’impatto culturale dei DES promuovendone la costituzione e consolidandone l’applicazione.
 
«Sono una decina i DES realizzati a partire dal 2007 in Trentino – ha ricordato Giusi Valenti, moderatrice dell’evento e responsabile progettazione e sviluppo di Consolida – anno in cui è stata deliberata la legge sulle politiche sociali che per prima ne ha previsto la definizione nel campo dell’inclusione sociale e dell’inserimento lavorativo di persone svantaggiate. Se da un lato si tratta di un buon risultato, dall’altro c’è la consapevolezza che una maggiore estensione dello strumento dei DES permetterebbe di coglierne tutte le potenzialità trovando applicazione anche in settori quali l’agricoltura sociale, le reti di consumo di beni e servizi, di finanziamento, di produzione e distribuzione.»
 
Il percorso formativo, quello illustrato ai presenti da Mattia Mascher – fra i referenti del gruppo di lavoro coordinato da Consolida - prenderà il via con una due giorni di visita studio lungo la via Emilia nella quale si incontreranno un campionario di esperienze eccellenti in particolare nell'ambito del welfare generativo e di distretto, puntando sulle città di Reggio Emilia, Bologna e Cremona (fra cui: La Polveriera, struttura rigenerata dalla cooperazione sociale locale per ospitare servizi di welfare e attività culturali e ricreative, il DES Reggio Emilia, una Cooperative di Comunità, la CSA - Comunità a Supporto dell’Agricoltura di Arvaia, passando per una visita critica a Fico di Bologna per poi concludere con la cooperativa agricola IrisBio di Cremona).
 
Il percorso proseguirà il 21, 28 settembre e 5 ottobre con tre appuntamenti dedicati rispettivamente alla conoscenza di casi studio di DES locali e nazionali, alla comunicazione e agli strumenti per la definizione di reti di imprese solidali.
Fra i relatori del panorama nazionale sono stati citati il giornalista e scrittore nonché referente della Rete di Economia Solidale Paolo Cacciari, Roberto Li Calzi – agricoltore che a Catania ha creato un consorzio che riunisce 15 realtà imprenditoriali, Sergio Venezia in rappresentanza del DES Brianza.
A questi si affiancheranno alcune esperienze locali come quella del DES carcere di Trento, dell’Economia Solidale Trentina e della rete «Nutrire Trento» promossa dall’Università degli Studi di Trento in collaborazione con il Comune.
 
Il progetto si chiuderà con laboratorio di ideazione previsto per la prima metà di ottobre in cui si cercheranno di delineare possibili direttrici di sviluppo per un futuro DES.
Gli appuntamenti formativi sono a numero chiuso (massimo 40 persone) e le iscrizioni sono raccolte attraverso il sito web dell’economia solidale.
A chiudere la presentazione del percorso formativo sono stati Francesco a Beccara e Silvano Deavi, rispettivamente presidente e direttore generale della cooperativa sociale Alpi, scelta quale sede di lancio del progetto formativo in quanto protagonista di uno dei primi e più attivi DES costituiti in Trentino per creare opportunità di lavoro per persone in condizioni di svantaggio e difficoltà sociale.
 
«Il DESter – ha illustrato Deavi – riconosciuto con un protocollo di intesa nel 2016 tra la Provincia, Trentino Sviluppo, i sindacati e altri sistemi datoriali, oggi coinvolge 24 realtà tra imprese, cooperative sociali e associazioni, ha inserito anche se con modalità diverse, 350 persone nella produzione, comprese soggetti deboli e debolissimi altrimenti esclusi dal mercato del lavoro e totalmente in carico all’assistenza.»
 Per informazioni e iscrizioni: www.economiasolidaletrentina.it/des; des@economiasolidaletrentina.it.

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