Porte chiuse di negozi e bar se il riscaldamento è acceso
Lo prevede un’ordinanza del sindaco di Trento. Obiettivo: limitare gli sprechi di energia e l’inquinamento atmosferico. Sono esenti i locali dotati di «lame d’aria»
Nelle prossime ore su tutto il territorio del Comune di Trento sarà vietato tenere aperte le porte di negozi, bar e ristoranti se il riscaldamento è acceso.
A stabilirlo è un’ordinanza del sindaco Franco Ianeselli, che richiama quanto deciso l’estate scorsa per limitare lo spreco di energia legato all’uso aria condizionata.
Il provvedimento dispone che qualora «siano in funzione impianti di riscaldamento degli ambienti, vengano mantenute chiuse tutte le aperture che si affacciano sull’esterno».
Dunque le porte dei locali possono essere aperte per il tempo necessario all’entrata e all’uscita delle persone, alle operazioni di carico/scarico merci e all’aerazione.
Il divieto non riguarda negozi, bar e ristoranti le cui porte di accesso al pubblico non si affacciano direttamente all’esterno (ad esempio quelli all’interno dei centri commerciali) oppure dotati di dispositivi come le lame d’aria (in funzione) che, pur comportando un certo consumo di energia elettrica, consentono comunque, nel bilancio complessivo, un risparmio energetico perché evitano la dispersione termica.
L’ordinanza è basata sul presupposto che uno scorretto utilizzo degli impianti di climatizzazione incide direttamente sul fabbisogno energetico generando un aumento significativo del consumo rispetto al normale con conseguente spreco di energia e combustibile e con incremento delle concentrazioni di inquinanti atmosferici.
Il mancato rispetto dell’ordinanza comporta una sanzione amministrativa compresa tra gli 83 e i 498 euro.
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