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La Provincia va avanti sul polo informatico a Piedicastello

Dellai e Dalmaso al seminario dell’IT Buonarroti su nuove tecnologie e didattica

Il preside Paolo Dalvit dell’Istituto Tecnico «Buonarroti» di Trento, aprendo i lavori del Seminario su «Didattica, tecnologie, ambienti  una sfida per nuovi apprendimenti», assieme all’Assessore all’istruzione e allo sport Marta Dalmaso, aveva espresso le proprie preoccupazioni.

«Nessuno abbia il dubbio che il progetto sul Polo informatico e tecnologico a Trento non vada avanti, - gli ha risposto il presidente Lorenzo Dellai. - Andrà avanti come quello della Meccatronica a Rovereto. Confido che l'amministrazione comunale di Trento sia convinta e veloce come quella di Rovereto, per le incombenze di spettanza comunale. Per quanto riguarda la Provincia siamo pronti a partire con tutte e due le realizzazioni.»

Il confronto si è svolto per l’intera mattina, coordinato dal giornalista Franco De Battaglia, con contributi e testimonianze da esperti, docenti e studenti. Conclusioni di Fernando Guarino per Trento RISE.
Il secondo seminario, a distanza di un anno e mezzo dalla «prima provocazione» per il rilancio dell’istruzione tecnica in Trentino, promosso dall’Istituto Tecnico «Buonarroti» di Trento in collaborazione con la Provincia autonoma, Telecom Italia, l’Università degli studi di Trento, l’Iprase e il Centro Formazione Insegnanti di Rovereto.
 
Una mattina densa di riflessioni, contributi teorici ed esperienze concrete per fare il punto e rilanciare il progetto sull’utilizzo strategico delle nuove tecnologie nella didattica, che al «Buonarroti» è ormai una realtà d’avanguardia e che oggi ha voluto confrontarsi con altre esperienze in Trentino e fuori, chiedendo alla Provincia anche garanzie sulla realizzazione del Polo informatico e delle microtecnologie a Piedicastello.
Una preoccupazione esplicitata in apertura dal preside Paolo Dalvit, che ha ricordato come a Rovereto, a differenza di Trento, il percorso per l’altro Polo, quello della Meccatronica, marcia in modo decisamente più spedito.
 
Dellai ha voluto ricordare anche il contesto in cui era giunta la prima proposta dell’ITI Buonarroti nell’ottobre 2010 «quando in giro si diceva che la Provincia volesse distruggere l’istruzione tecnica. Da allora, mi pare che si sia fatta molta strada non solo sul piano della riflessione, ma anche su quello dell’operatività; ed ora ben venga questo secondo momento per riflettere su quanto si è avviato dentro l’Istituto e sulle relazioni messe in atto all’esterno».
 
Oggi, avverto che c’è piena condivisione sul due filiere attivate: la filiera della conoscenza, articolata su vari livelli, dalla scuola all’università, alla ricerca (non a caso poi è giunta la scelta organizzativa della Provincia di fare un unico dipartimento delle conoscenza).
Si tratta di un passo in avanti, ma non basta; ancora «non c’è un contatto pieno tra scuola e università sulla didattica e su come intervenire per l’innovazione didattica. L’altra filiera, quella più ampia che parte dalla scuola e giunge alle imprese ed al mondo del lavoro, passando per la formazione, l’università e la ricerca. Abbiamo superato un vecchio tabù che vedeva le imprese come nemiche all’attacco della scuola. Fuori da questa prospettiva di sinergia e collaborazione, anche la parola innovazione resta vuota.»
 
La Provincia apprezza molto – ha proseguito Dellai rivolto a docenti e studenti del Buonarroti – «questo vostro sforzo di rafforzare nelle aule scolastiche l’uso degli strumenti tecnologici per l’apprendimento. Del resto, questo della didattica è l’unico vero terreno su cui misurarsi se si vuole essere davvero innovativi; questa la vera scommessa e la vera rivoluzione ogni giorno nelle classi. L’innovazione costa e non solo in termini economici, ma alla fine rende, anche perché spesso nella scuola, come nella società c’è una naturale tendenza alla conservazione piuttosto che all’innovazione.»
 
Il governatore s’è impegnato anche a riferire oggi stesso di persona al Ministro Profumo (in Trentino per altri impegni) l’esistenza di una realtà innovativa nella nostra provincia, come quella del Buonarroti. Ma la conclusione l’ha voluta riservare ad una sorta di appello agli insegnanti sulla funzione educativa.
«Gli insegnanti, come i politici, come i presidi non sono tali se non sentono crescere dentro il fuoco dell’innovazione, che non si alimenta meccanicamente, ma è proprio di questa innovazione che oggi c’è bisogno, specialmente nel mondo della scuola, che costa dal 15% al 20% rispetto quella delle altre regioni, e dalla quale è giusto esigere anche di più.»
 
L’assessore Marta Dalmaso ha ringraziato gli organizzatori del Seminario «come secondo momento di riflessione per tutta la scuola trentina, apprezzando innanzitutto il taglio di raccordo con altri soggetti del territorio. Un momento di riflessione, che ancora una volta, e con ancora più convinzione, si caratterizza per un raccordo stretto e organico della scuola con i soggetti istituzionali e sociali del territorio, in particolare, con il sistema produttivo, con l’Università e con il mondo della ricerca ed altri soggetti esterni. Qui insieme, per ragionare su un progetto sì dell’Istituto, ma, più in generale su una prospettiva che interessa ormai tutto il sistema dell’istruzione e della formazione in Trentino in una dimensione formativa assolutamente innovativa ed originale.»
 
L’assessore ha poi accennato ad alcuni interventi da realizzare a breve:
- il censimento delle tecnologie disponibili e del loro potenziale in materia di supporto ad una didattica innovativa - non solo tablet e e-reader ma anche net/notbook, pc low-cost, thin client, smartphone, ecc – e la sua pubblicazione sui canali istituzionali;
- l’istituzione di un tavolo allargato a tutte le componenti del mondo scolastico relativamente all’utilizzo delle TIC durante la normale programmazione didattica;
- l’organizzazione di un «bando di partecipazione», aperto a tutti gli istituti scolastici, finalizzato alla sperimentazione di una didattica innovativa supportata dalle TIC e alla diffusione delle migliori prassi emerse dalle sperimentazioni predisposte;
- la pubblicizzazione/diffusione delle migliori prassi e del relativo materiale didattico sui canali istituzionali (Vivoscuola, ecc.), anche grazie all’adozione di licenze di tipo Creative Commons;
- la predisposizione di un’attività di osservazione della sperimentazione, con la supervisione di IPRASE del Trentino;
- l’organizzazione di un attività di valutazione degli esiti della sperimentazione, coordinata da IRVAPP.
«Alla scuola spetta il ruolo di guida alla consapevolezza nell’uso degli strumenti e nella fruizione delle informazioni provenienti dalla rete – ha concluso Dalmaso -. L’adozione di nuove pratiche didattiche da parte degli insegnanti deve dunque mirare a favorire l’acquisizione di competenze e la creazione di un bagaglio il più possibile personalizzato per ciascuno studente. Su questo ed altro, attendiamo il vostro contributo.»
 
Il preside Paolo Dalvit, anche in questa occasione è partito da alcuni dati precisi, delle indagine OCSE ma non solo, per dimostrare la stretta correlazione tra istruzione e tasso complessivo di crescita di una comunità e anche di quella trentina.
«Il valore aggiunto di una scuola è il contributo della scuola al progresso degli studenti verso gli obiettivi stabiliti di apprendimento» e gli istituti tecnici, in particolare, portano questo contributo. Quanto all’innovazione, «la vocazione naturale di un istituto tecnico tecnologico è di favorire l’innovazione, per questo ci è sembrato naturale avviare una riflessione che è anche una ricognizione di quello che c’è già sull’innovazione nella scuola e sul suo peso nella formazione complessiva».
 
Ha quindi esposto i passaggi fatti sul progetto e le prospettive aperte.
Ha concluso che l’obiettivo del seminario odierno era quello di «avviare fecondi scambi di esperienze con altri istituti della provincia» disponibili anche a sperimentare nella stessa direzione.
 
Dopo il ricco confronto sulle varie relazioni e testimonianze, le conclusioni di Fenando Guarino (Trento RISE), che ha parlato di un seminario «di grande valore, a un anno e mezzo di distanza dalla prima riflessione, che ha consentito una verifica sul percorso effettuato all’interno della scuola e nelle interazioni con gli altri attori del mondo dell’educazione, dei settori economici e delle istituzioni pubbliche. Un tassello cruciale nella strategia pubblica, che ha definito il percorso per lo sviluppo della nostra comunità attorno alla traiettoria di regione europea della conoscenza. Trento e il Trentino sono oggi chiamate a scrivere una pagina decisiva per poter affrontare il futuro con la consapevolezza che la qualità della formazione scientifica e l’approccio multidisciplinare hanno un impatto diretto e riconoscibile nello sviluppo economico e sociale.»

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