Lettera aperta del Sen. Divina al sindaco di Trento Andreatta
«Puntare su una città universitaria comporta scelte favorevoli per una popolazione di 15.000 giovani»
Questa la lettera aperta indirizzata al sindaco di Trento Alessandro Andreatta dal senatore Sergio Divina in merito al regolamento che limita l’espressione musicale dal vivo nel locali pubblicità della città.
Comprendo che l'Amministrazione di Trento si trovi con una bella gatta da pelare. Nel tempo, caro Sindaco, Trento ha operato scelte che oggi vengono al pettine. Puntare su «Trento città universitaria» ha comportato che oggi vi sia una popolazione universitaria di oltre 15.000 studenti. A questa presenza va aggiunta anche la domanda di intrattenimento locale, e la città deve pertanto saper rispondere alle necessità di questa massa di giovani che segue i bisogni tipici dell'età. Perlopiù i giovani chiedono spazi di incontro, poter ascoltare musica e magari la possibilità di muoversi al ritmo se non proprio di ballare. Caro Sindaco, Lei deve consentire e garantire la vita di molti esercizi pubblici che fanno anche intrattenimento oltre al servizio ristoro, ma deve anche al contempo consentire il quieto vivere quotidiano dei residenti che hanno diritto alla loro tranquillità domestica. Il regolamento di polizia urbana da poco approvato non sembra rispondere alle esigenze che si contrappongono. Un minimo di vita alla città si deve pur permettere, e fino ad un'ora decente è bene che i locali possano intrattenere gli ospiti, non con fracasso, ma con musiche compatibili ai luoghi e ai tempi. Ma se vi sono esercizi lontani da abitazioni e residenze non si vede perché non possano ottenere autorizzazioni anche oltre le ore canoniche, e consentire a tanti ragazzi (che ho personalmente incontrato per conoscere il problema e che di loro ho avuto una buonissima impressione) di trascorrere qualche ora ascoltando musica, cantando in karaoke e non facendo nient'altro di trasgressivo. La palla è in mano a Lei Sindaco ed a Lei rivolgo il mio personale appello: distingua fra locali e locali, rispetti il diritto alla tranquillità dei residenti, cerchi di assecondare le richieste dei giovani, e soprattutto preveda deroghe in quei locali che, per la loro ubicazione, non compromettono e non disturbano assolutamente la quiete pubblica. S en. Sergio Divina |
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