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Il Comune di Trento bacchetta l’assessore provinciale Olivi

Stupore per il mancato dialogo diretto tra Provincia a Comune in merito agli orari di apertura dei negozi

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Dopo la conferenza stampa indetta dall’assessore provinciale al Commercio Alessandro Olivi per ribadire la validità della «sua» legge sugli orari di apertura dei negozi (vedi servizio), il Comune di Trento – direttamente chiamato in causa dopo aver annunciato per voce dell'assessore comunale Condini (foto) le proprie decisioni in materia – ha inviato alle redazioni una nota per esprimere il proprio commento.
 
Ciò che l’Amministrazione Comunale non ha gradito è il mancato dialogo tra Comune e Provincia.
Nel comunicato (che pubblichiamo di seguito), si legge che il Comune aveva chiesto con adeguato anticipo la concertazione con l’Assessorato provinciale.
A tali richieste, prosegue la nota di Palazzo Thun, non è stato dato riscontro. Il Comune ha quindi preso le proprie decisioni nell’autonomia che gli è concessa dalla legge.
 
Lo stupore peraltro non sta nella reazione dell’assessore Olivi, ma nel metodo del dialogo a distanza. In pratica di aver dato risposte e commenti in una conferenza stampa anziché in una corrispondenza tra fonti ufficiali.
A questo aggiungiamo che la decisione annunciata dall’Assessore comunale Condini non è in contrasto con la legge provinciale (né lo afferma Olivi), in quanto gli orari liberalizzati per le festività si riferiscono a 10 mesi e non ai 12 dell’intero arco dell’anno.
Ciò che Olivi lamenta, infatti, non è il contenuto della scelta comunale ma la mancata concertazione.
 
Se è vero quello che si legge nella nota di Palazzo Thun, invece, il tentativo di una soluzione concordata sarebbe stato fatto.
Qui di seguito il testo del comunicato.

Posizione Olivi: precisazioni del Comune di Trento 

L'amministrazione comunale esprime stupore per le dichiarazioni rilasciate oggi dall'assessore all'industria, artigianato e commercio della Provincia autonoma di Trento, Alessandro Olivi, che esprimono tramite comunicato stampa la posizione dell'assessorato sulle aperture dei negozi e auspica che su temi così delicati e strategici il confronto avvenga in modo diretto.
Con gli incontri di ieri il Comune di Trento ha avviato un percorso di confronto aperto su un tema che costituisce un cambiamento storico epocale, confronto che, dopo gli incontri con sindacati, categorie economiche e consumatori, proseguirà nelle sedi istituzionali delle commissioni consiliari e del Consiglio comunale.
La scelta del Comune, assunta nell'autonomia ad esso riconosciuta dall'ordinamento, è stata decisa nella consapevolezza dell'estrema delicatezza e responsabilità connessa ai risvolti politici, giuridici e amministrativi che caratterizzano la materia, e sulla base dei seguenti presupposti giuridici:
 
− il Consiglio di Stato con ordinanza n.1861/2012, depositata il 16 maggio scorso, ha respinto l'appello dell'ordinanza emessa dal Tribunale regionale di giustizia amministrativa di Trento ritenendo che la delicata questione di riparto della competenza a legiferare in materia di disciplina degli orari di apertura degli esercizi commerciali meriti l'approfondimento proprio dell'esame nel merito; conseguentemente ad oggi gli esercizi commerciali di Trento debbono rispettare la chiusura domenicale/festiva ed infrasettimanale di cui alla legge provinciale in materia di commercio (L.P.17/2010) e conseguenti provvedimenti comunali;
 
− il Trga di Trento con le ordinanze 23/12 e 24/12, a conclusione dell'udienza di sospensiva del 9 febbraio 2012, ha respinto le istanze di sospensiva dell'efficacia dei provvedimenti impugnati dai ricorrenti, confermando che il decreto legge 201/2011 cosiddetto “Decreto Salva Italia”, convertito in legge 214/2011 non è direttamente applicabile nell'ordinamento trentino, attesa la sua specificità, fino al pur doveroso adeguamento alla citata norma di liberalizzazione, entro sei mesi;
 
− il citato termine di sei mesi per l'adeguamento della normativa provinciale alla normativa nazionale si ritiene scada il prossimo 27 giugno. Su tale termine conviene anche la Provincia Autonoma di Trento, in quanto l'articolo 2 del D. Lgs. 266/1992 prevede che l'adeguamento citato avvenga "entro i sei mesi successivi alla pubblicazione dell'atto medesimo nella Gazzetta ufficiale o nel più ampio termine da esso stabilito".
Al riguardo la Corte Costituzionale, con sentenza n. 496/1993 ha chiarito che i termini di adeguamento decorrono dalla pubblicazione in gazzetta ufficiale della legge di conversione dei decreti legge. Nel caso in esame il decreto legge 201/2011 (Decreto “Salva Italia”) è stato convertito in legge, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, pubblicata in gazzetta ufficiale 27/12/2011, n. 300;
 
Il Comune di Trento, dopo accurati approfondimenti giuridici, ha ritenuto opportuno considerare quale data per l'adeguamento alla normativa nazionale la data del 7 giugno (data di entrata in vigore del decreto legge 201/2011), poiché in materia di liberalizzazione degli esercizi commerciali la legge di conversione non ha apportato modifiche significative.
Tale posizione è stata comunicata, con nota del 24 maggio scorso, al Presidente della Provincia di Trento e all'assessore Olivi, e con la medesima nota è stato chiesto come l'amministrazione provinciale intenda procedere al fine di adeguarsi alle citate ordinanze, in particolare quali siano i tempi previsti per l'adeguamento della normativa provinciale alla normativa nazionale in materia di liberalizzazioni.
 
Nella stessa nota, il Comune di Trento comunicava che, qualora entro il 7 giugno non si fosse verificato il citato adeguamento, si riteneva costretto a valutare tutte le ipotesi percorribili per tutelarsi, in vista dei giudizi di merito previsti per i prossimi mesi.
Non essendo pervenuta dalla Provincia alcuna risposta a tale nota, l'amministrazione comunale ha individuato la strada da percorrere nell'avvio, come detto, di un confronto articolato per garantire l'applicazione della normativa nazionale in maniera il più possibile condivisa con i soggetti coinvolti.
 
Trento, 14 giugno 2012.

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