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Dal 2000 al 2010 le separazioni sono aumentate a Trento del 64%

Presentata l'attività 2011 dei poli sociali: il 4% della popolazione ha bisogno di aiuto

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Oggi il Comune di Trento (nella foto, l'assessore alle Politiche Sociali, Violetta Plotegher) ha presentato l'attività svolta nel 2011 dal servizio Attività Sociali, che come sempre dipinge l'andamento della società cittadina, i suoi bisogni, ne sue necessità, i punti deboli e i punti di forza.
Prima di presentare la relazione di sintesi, desideriamo evidenziare alcuni dati significativi. 
- Dal 2000 al 2010 le separazioni sono aumentate del 63,9 percento.
- Nel 2011 il Comune ha seguito complessivamente 4.651 persone, pari al 4% della popolazione. 
- Le persone che presentano necessità di assistenza sono sempre più appartenenti al ceto medio.
- Si tratta per il 34% di persone anziane, il 25% adulte, il 41% all'area dei minori.
- Gli interventi sempre più necessari sono quelli di natura economica.
Il Comune cerca non solo di aiutare ma di rimettere in carreggiata le persone bisognose di assistenza e cerca anche di prevenire l'insorgenza di casi di necessità, attivando percorsi formativi che possano aiutare la gente nelle situazioni critiche. 
Attualmente la famiglia in particolare è al centro di queste riflessioni.
Di seguito, la relazione annuale.
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 L'attività dei Poli Sociali nel 2011  

Dall’osservatorio dei poli sociali si registra infatti un generale affaticamento delle famiglie, sempre più impegnate a sostenere compiti di cura plurimi e a rispondere a situazioni di difficoltà a cui si aggiunge la diminuzione delle reti parentali di riferimento (aumento famiglie monogenitoriali, separazione, invecchiamento popolazione), aspetti che spingono a cercare in maniera crescente nuove compensazioni, per aumentati livelli di precarietà lavorativa, economica e relazionale.
 
Anche la vulnerabilità economica è un altro fattore che in questi ultimi anni ha visto modificarsi significativamente le caratteristiche delle persone che presentano questo tipo di bisogni. Fino a qualche anno fa le persone/famiglie chiedevano aiuto in momenti difficili della loro vita, prevalentemente a causa di eventi critici o di fragilità personali.
L’intervento assistenziale, rivolto a fasce di popolazione definite, era di breve/media durata, in quanto il mercato del lavoro riusciva ad inserire queste persone.
 
Negli ultimi due anni emerge un bisogno economico da parte di persone entrate in una condizione di povertà per una serie di concause più di carattere sociale che legate a storie e vicende personali.
Infatti la crisi economica ha evidenziato alcuni aspetti, meno evidenti, che incidono significativamente sulle capacità di autonomia delle persone anche sul piano economico, e che spinge gli operatori ed il territorio ad interrogarsi su nuove formule o strategie d’intervento.
 
Nel 2011 i cinque poli sociali hanno seguito complessivamente, attraverso l’attività professionale degli assistenti sociali, 4.651 persone.
Sul totale delle persone seguite il 34% sono state persone anziane, il 25% persone adulte, il 41% appartenevano all’area minori e famiglie, con delle percentuali sostanzialmente invariate rispetto all’anno precedente.
 
L’organizzazione dei cinque poli sociali dislocati sul territorio comunale (Gardolo e Meano, Centro storico-Piedicastello-Bondone-Sardagna, S.Giuseppe-S.Chiara-Ravina-Romagnano, che dal 2012 segue anche Aldeno-Cimone-Garniga, Oltrefersina-Mattarello e Argentario-Povo e Villazzano) vede la presenza di un’équipe multiprofessionale che intende offrire al cittadino un servizio completo nel suo ambito d’intervento: personale di segreteria e amministrativo che si occupa della prima accoglienza e cura tutte le pratiche burocratiche e i rapporti con gli uffici centrali; assistenti sociali che offrono informazioni e orientamento nell’accesso ai servizi, con una funzione di sostegno psico-sociale attraverso l’ascolto e la definizione del problema, ricercando assieme alla persona di individuare le possibili soluzioni e valorizzare le risorse personali e famigliari, in un’ottica di accompagnamento e supporto; assistenti domiciliari e educatori professionali, attivi nella rete delle risorse del territorio, a disposizione del volontariato e delle associazioni locali per costruire collegamenti fra servizi e territorio, a sostegno del lavoro di comunità e di iniziative di promozione e di progetti d’intervento territoriale; il coordinatore, a cui i cittadini e le varie realtà territoriali possono rivolgersi per presentare proposte, avanzare suggerimenti, segnalare bisogni.
 
Gli elementi cardini del lavoro, partendo dalla centralità della persona, rimangono la territorializzazione di questi servizi orientati al cittadino ed inseriti nelle comunità locali, più vicini alle persone, alle famiglie, alle organizzazioni, in modo tale da agevolare i percorsi di accesso alle informazioni e ai servizi, ma anche ai bisogni e alle risorse dei cittadini, del volontariato e alle esperienze di cittadinanza attiva; la collaborazione con altri servizi e con le reti sociali della comunità nell’analisi dei bisogni e nella progettazione di interventi locali in un’ottica preventivo-promozionale, la partecipazione collettiva a percorsi di produzione e promozione del benessere sociale.
 
L’operatività dei poli sociali è orientata dunque a lavorare in stretto contatto con il territorio di riferimento, dal quartiere alla realtà più complessa della circoscrizione, agevolando ed implementando la partecipazione attiva delle comunità nella costruzione di un benessere sociale collettivo e dando così concretezza al mandato attribuito ai poli dal piano sociale, attualmente in fase di verifica e aggiornamento.
L’esperienza di lavoro quotidiana trova significato e continuità nelle importanti reti di relazioni che in questi anni si sono costruite e rinforzate, e che sono di stimolo per cercare di leggere in maniera aperta e integrata, attiva e innovativa, i problemi sociali ed i continui mutamenti dei territori e delle popolazioni.

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