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Le fiere della città di Trento sfrattate da via Briamasco

L'Università comincerà i lavori a Trento Fiere l'anno prossimo e non si è ancora pensato dove ospitare le esposizini che ogni anno si svolgono in città

All’inaugurazione del mercato «Sapori di primavera» oggi era presente anche l’assessore del comune di Trento Roberto Stanchina, che ha la delega per le politiche economiche e il turismo.
Stanchina ha colto l’occasione per presentare ai giornalisti la situazione che ha trovato in tema di spazi per fiere.
L’Università inizierà i lavori in zona Fiere di Via Briamasco il prossimo anno, quando non è ancora stata trovata una soluzione per trasferire le esposizioni che ogni anno si svolgono a Trento.
Problema non da poco, perché il mondo delle fiere è importante anche a Trento, con imprenditori capaci che impiegano un sacco di collaboratori a specializzazione verticalizzata.
I livelli di discussione sono due.
 
Il primo è quello definitivo, che probabilmente richiederà molti anni in quanto consiste nella riqualificazione di buona parte di Piedicastello. Si tratta di realizzare un polo fieristico di circa 10mila metri quadrati dove sorgeva l’Italcementi, servito da opportuni posteggi e mezzi pubblici e arricchito da una parte residenziale con un arredo urbano coi fiocchi.
Il polo sarà collegato a Piazzale Sanseverino con un ponte sull’Adige per pedoni e ciclisti, quindi coperto e con tapis roulant come negli aeroporti. In questa maniera Via Verdi sarà collegata come prima e forse meglio di prima per via dei posteggi che sorgeranno a Piedicastello.
Nel piano di ristrutturazione di Piedicastello è previsto anche l’ascensore turistico che dalle Gallerie del Museo Sotrico porti al top del Doss Trento, una sorta di collegamento dalla Memoria al Campo degli eroi, che è il più bel giardino pubblico della città.
 
Il secondo è quello immediato. Se, come ha detto il presidente di Patrimonio del Trentino all’assessore Stanchina, già nel 2017 l’Università comincerà i lavori per la ristrutturazione dell’attuale Trento Fiere, si presenta un problema gravissimo: cosa fare delle fiere che si svolgono tutti gli anni a Trento?
Vi sono alcune ipotesi di lavoro, la cui più percorribile è l’allestimento di una tensostruttura, volta ad ospitare le esposizioni e quindi con una capacità minimale di qualche migliaio di metri quadrati.
Il sindaco Andreatta non ha mai nascosto il desiderio di costruire una tensostruttura finalizzata a creare un centro di aggregazione giovanile e non solo, ma in tal senso non si è andati più in là del cassetto dei desideri. 
Ci pare dunque difficile perfino tamponare il problema...
 
A questo punto però ci domandiamo come sia stato possibile infilarci in questo cul-de-sac.
Va premesso che l’Università ha le sue legittime aspirazioni (che noi appoggiamo in pieno), per cui la soluzione di riconvertire l’area di Trento Fiere è da considerare positivamente, anche perché i centri di esposizione devono stare lontani dal centro storico di una città, purché vi siano i collegamenti necessari.
Ma non capiamo per quale motivo, prima di pensare alla nuova destinazione dello spazio di Via Briamasco non si sia pensato dove portare il centro fieristico.
Quando in conferenza stampa ci fu comunicata la decisione di destinare all’Università la pertinenza di Trento Fiere, avevamo chiesto all’assessore provinciale ai lavori pubblici dove pensava di mettere le fiere.
Ci aveva risposto (con stizza) che ci avrebbe pensato. Fantastico.
Adesso, per cambiare, si hanno i mesi contati anche per trovare una soluzione provvisoria per le fiere che, a ben vedere gli esempi del passato, potrebbe durare anni e anni.
Non è così che si lavora.
 
GdM

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