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Nel 2017 non ci sarà «Il fiume che non c’è»

L’amara riflessione del comitato organizzatore abbandonato dalle istituzioni

Dal 2009 «Il Fiume che non c’è» è stato un evento culturale organizzato da un tavolo di soggetti attivi nel quartiere di San Martino, a Trento, coordinati fino al 2013 da Barycentro e dal 2014 dal Funambolo: in questi anni hanno partecipato all’evento realtà ed esercenti del quartiere, un gran numero di artisti della regione e di fuori regione (e, in un paio di occasioni, provenienti dall’estero), tante persone nell’organizzazione e la gestione della festa, oltre che un pubblico ampissimo.
Dopo aver riflettuto e discusso per mesi, è giunto il momento di comunicarlo: dopo otto edizioni, il Fiume che non c’è quest’anno non si terrà.
 
Alla base di questa decisione, naturalmente non facile, c’è una serie di fattori che è difficile riassumere in poche parole.
«Certamente il problema principale – scrive il comitato organizzatore in comunicato per la stampa – riguarda la nostra stanchezza come gruppo organizzatore raccolto attorno al Tavolo di San Martino, che con il passare del tempo ha visto i propri membri diminuire mentre si accrescevano le difficoltà di gestione e organizzazione.
«E dopo anni passati a prendersi responsabilità e rischi crescenti, con il sostegno e l’aiuto da parte delle istituzioni comunali che è venuto drasticamente riducendosi, in condizioni economiche sempre più incerte e operando all’interno di un contesto di quartiere che è andato complicandosi, con sempre meno realtà a sostegno del progetto e alcune addirittura in contrasto con esso (ma non con la possibilità di guadagnare grazie al nostro lavoro) – prosegue la nota, – ci è sembrato di non poter continuare a lavorare, come abbiamo fatto nelle ultime edizioni, in uno stato di costante emergenza, dovendoci continuamente inventare un modo di sopravvivere, assorbendo con ulteriori risorse ed energie interne le evoluzioni, non positive, del nostro intorno.
«Si è deciso dunque di dover voltare pagina, pur sapendo di rischiare di disperdere un patrimonio di idee e collaborazioni costruito faticosamente in anni di lavoro intenso.»
 
Il Tavolo di San Martino è per sua natura un insieme eterogeneo di soggetti, ognuno con la propria storia, i propri approcci e le proprie idee: da qui in avanti, sia il Tavolo che i suoi membri presenti e passati, andranno avanti con la riflessione sul quartiere, con altri progetti e con ulteriori ragionamenti su come le cose sono andate e come sarebbero potute andare.
«Per adesso però, come Tavolo di San Martino non possiamo che limitarci a lasciare che il Fiume non ci sia per davvero, in attesa di vedere cosa accadrà al quartiere, alla città e alla comunità tutta nei prossimi mesi e anni.
«Qualcuno di noi ha cominciato a farlo scorrere nel 2009, altri hanno permesso che continuasse a scorrere fino a oggi, ma a questo punto non possiamo da soli garantire che non si inaridisca, anche se crediamo che, oggi come allora, ragioni perché un progetto come questo inondi il quartiere di San Martino ce ne sarebbero in abbondanza.»

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