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Fiori dalla fabbrica: un seminario per la fioritura dei tulipani

Un'installazione artistica che valorizza l'area su cui sorgeva la fabbrica Michelin

Un progetto artistico che ha coinvolto direttamente la cittadinanza per ricordare a Trento uno spazio che ha contribuito alla crescita della città arricchendola in termini culturali, storici ed identitari.
Un'installazione artistica che valorizza l'area su cui sorgeva la fabbrica Michelin, alla diffusione della storia e al riconoscimento condiviso del suo valore culturale e sociale nell'ambito della cura dei beni comuni.
Fiori dalla fabbrica (Trento, Michelin 1927-1999) è il titolo del progetto di Anna Scalfi Eghenter, che ha cominciato a concretizzarsi nello scorso autunno, con un patto di collaborazione con il Comune a cui hanno aderito formalmente gli ex dipendenti del Gruppo anziani Michelin Italia (G.A.M.I. Onlus Sezione di Trento), l’Associazione Arte Sella e Step - Scuola per il governo del territorio e del paesaggio, con lo scopo di condividere in maniera partecipata un tema patrimonio della città.
Ad ottobre, sul prato dove sorgeva lo stabilimento della Michelin, cittadini, scolari ed ex lavoratori della fabbrica hanno piantato circa 22mila bulbi di tulipani bianchi, seguendo sul terreno le forma di quel simbolo che era saldato sul cancello della fabbrica.
 
L’ufficio Parchi e giardini ha garantito e continua a garantire una cura costante e attenta di questa distesa di tulipani che la città ha messo a dimora e che ora si sta preparando a fiorire.
Nell’attesa della piena realizzazione dell’installazione artistica, che avverrà con i tempi dettati dalla natura, è partito lunedì 11 marzo un seminario di credito destinato a studenti e studentesse dei corsi di laurea e di laurea magistrale del Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale dell’Università degli studi Trento dal titolo Pratica artistica organizzativa: ricerca sul campo nell’area ex Michelin di Trento.
«All’Università viene spesso rivolta la critica di aver considerato le lotte operaie della Michelin soltanto con l’approccio del conflitto di classe, tra chi detiene il potere e chi si sente sfruttato. In realtà le vicende che accaddero nella fabbrica di Trento sono molto più articolate e complesse. Per questo abbiamo accolto con favore la proposta di Anna Scalfi Eghenter di tenere un seminario di credito. Ci aiuterà a ricostruire le dinamiche della fabbrica e a ricucire dopo mezzo secolo lo strappo tra contestazione studentesca e lotta operaia.»
In queste parole di Mario Diani, direttore del Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale dell’Università di Trento, ci sono le ragioni che hanno portato ad attivare l’iniziativa.
 
Dopo il primo incontro al Palazzo di Sociologia, l'aula si è trasferita vicino ai luoghi di ricerca sul campo, alla Biblioteca universitaria centrale, a Sardagna, nella sede associativa del Gruppo anziani Michelin Italiana (Gami) di Trento, i componenti del cui consiglio direttivo alterneranno la loro preziosa presenza in aula, intervistati da studenti e studentesse, continuando così un incontro e un rapporto intergenerazionale incominciato con i racconti dal vivo nella fase di piantumazione dei tulipani.
Maurizio Napolitano (Digital Commons Lab, Fondazione Bruno Kessler) collabora nel fornire strumenti di georeferenziazione per la composizione delle mappe.
Anna Scalfi Eghenter spiega: «Il progetto ora è quello di sovrapporre idealmente e visivamente la planimetria storica della fabbrica Michelin con la traccia del catastale attuale, in una mappa attraverso la quale ci si possa capacitare della trasformazione degli spazi e attraverso la quale gli ex dipendenti e i cittadini possano ricollocare il proprio sguardo nel quartiere trasformato. Con i loro racconti verrà riattivato il progetto di audioguida Tracce fuori mappa (2009-2019), attraverso l'ascolto delle voci di chi lavorava alla Michelin e la frequentava, si potranno riposizionare le pratiche di reparti, uffici, teatro e circoli sportivi, la fabbrica potrà riaffiorare nel quartiere e un visitatore attraversandolo ne potrà conoscere il valore storico e sociale.»

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